Speciale elezioni 2022 – La comunicazione del Terzo Polo punta a giovani e imprese

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21 Settembre 2022
Tocca mettersi comodi

Quarto giorno, quarto episodio della nostra rubrica dedicata alle principali forze politiche in campo. Oggi tocca al Terzo Polo, il nuovo che avanza dell’accoppiata Calenda-Renzi, che promette di intercettare i delusi da destra e sinistra.

I partiti politici: Azione, Italia Viva e il sogno di un centro liberale

La grafica ufficiale con lo slogan del Terzo Polo | Credits: Youtube Azione

Il Terzo Polo è un miraggio politico che aleggia sugli scranni del potere sin dai tempi della Prima Repubblica, uno dei momenti forse più tumultuosi della storia, legislativamente parlando, del nostro Paese. Tra tentativi e fallimenti di dare vita a una terza forza in grado di contrapporsi con vigore alle due maggiori, destra e sinistra, tutti stroncati dal Mattarellum del 1993, ecco posizionarsi al centro, per dirla tutta, della scena politica una nuova corrente senza partito né ideologia schierata, un vero e proprio filtro di raccolta degli eterni disillusi, i “traditi” dalla politica. Insomma, uno strenuo lavoro di raccolta delle macerie lasciate sia dalle storiche forze di centro, poi spostatesi chi di qua e chi di là, che dal M5S (di cui parleremo domani, ndr.), protratto però con pazienza e fatica da chi la politica la mastica sin dal primo dentino da latte.

Le due forze nella coalizione possiedono un certo grado d’intesa di vedute, seppure i due leader abbiano avuto screzi in passato, e condividono l’assoluto diniego di una canonica classificazione politica e la volontà di spalancare le finestre dei palazzi del potere che, dopo anni, iniziano a odorare di stantio.

Azione, Carlo Calenda, nasce dopo la sua fuga dal PD a causa di una ormai inesorabile intesa con il M5S. Prende il suo nome dal mazziniano Partito d’Azione e si propone come estremo difensore dell’europeismo, nonché di ideali liberali e con un’ottica attenta allo sviluppo di politiche di welfare sociale e, soprattutto, ambientale. Al centro di tutto due capisaldi: giovani e imprese. Il nuovo che avanza ha anche, recentemente, strappato nomi di grido dai seggi di Forza Italia, quali Mara Carfagna e Mariastella gelmini.

Italia Viva, Matteo Renzi, nasce da un’analoga fuga del suo leader appena dimissionario dal ruolo di Presidente del Partito Democratico. Il re fugge, sì, ma si porta via tutta la corte: alcuni degli esponenti di spicco del PD foldano e si ritagliano uno spazio all’interno del neonato partito centrista, più affine al berlusconismo 1.0 che agli ideali prettamente democratici. Europeismo, liberalismo e una spiccata attenzione alle politiche giovanili sono al centro della Carta dei Valori di IV. Un ulteriore punto d’incontro? Entrambi i partiti nascono dallo stesso moto rivoluzionario, scatenato a pochi mesi di distanza l’un l’altro tra la primavera e l’autunno del 2019.

I leader: Matteo Renzi e Carlo Calenda, ma a ruoli ribaltati

Calenda a sinistra e Renzi a destra aprono la campagna elettorale a Milano | Credits: Il Messaggero

Uno calmo, pacato e riflessivo. L’altro uno stratega devoto solo all’offensiva frontale, con la risposta sempre pronta e una spiccata propensione al caos come strategia d’attacco. Se doveste dare un nome a ciascuna delle due descrizioni, quale nome dareste? No. Vi state sbagliando.

Matteo Renzi, politico di razza fiorentino, sin dagli albori stoico demagogo, assume nella nuova coalizione di centro un ruolo da mediatore, quasi da vecchio saggio, sì stratega ma mai sotto ai riflettori. Di contro, Carlo Calenda, romano di nascita e modenese d’adozione, ha sempre operato sotto l’egida di Confindustria, come manager d’impresa. Da sempre di carattere mite, per questa campagna elettorale prende le armi e corre al fronte, soltanto ideologico, della lotta per la maggioranza. Ruoli sapientemente invertiti per sottolineare l’assoluta volontà di dare spazio alle idee e agli impegni politici prima che ai nomi e alle conseguenti nomine.

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La comunicazione offline: vicini agli italiani, sempre.

Sì ai comizi, sì alle tradizioni ormai centenarie in fase di campagna elettorale: manifesti affissi ovunque, entro i limiti legali, e tour della penisola per stare vicini all’elettorato e testarne il sentiment da vicino, per prendere in prestito da una terminologia più prettamente pubblicitaria. Il tour elettorale del Terzo Polo è partito in ritardo, come del resto sono stati costretti a fare tutti gli altri partiti in questa campagna elettorale formato tascabile, ma non ha mancato di toccare tutti i centri nevralgici del consenso di entrambe le fazioni: Toscana ed Emilia Romagna, per strappare voti alla sinistra, e Veneto e Lombardia per strapparli alla destra. A chiudere il cerchio Roma, in campo di casa, sulla magnifica Terrazza del Gianicolo venerdì sera.

I due leader scelgono saggiamente di dividersi le piazze italiane, per presidiare il territorio in maniera ancora più capillare, mentre solo Calenda appare nei salotti TV e nelle occasioni più istituzionali. Renzi appare in pubblico sempre elegante e impeccabile, dotato di una dialettica ipnotica e difficile da scalzare. Calenda, invece, durante l’estate non ha disdegnato una più fresca maglia polo, logata Azione, non rinunciando mai ai suoi fedeli occhiali da vista neri, elemento distintivo che ben lascia sottintendere il carattere pacato del politico romano.

Matteo Renzi in comizio a Cagliari | Credits: Cagliaripad.it

Niente da sottolineare, invece, riguardo ai manifesti elettorali: il Terzo Polo ha deciso di dedicare sforzi maggiori alla comunicazione digitale, per colpire con vigore i più giovani nel loro territorio d’appartenenza, senza mai però utilizzare un tone of voice inadatto per le piattaforme social. Lo slogan che segue la campagna elettorale è “L’Italia, sul serio”, spesso declinato nelle sue accezioni territoriali più specifiche, come “Udine, sul serio”.

Manifesto elettorale | Credits: Youtube Azione

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Comunicazione online: in campo, con e per i giovani

Una novità in campo politico richiede, sia per consuetudine che per obbligo, un’altrettanto sostanziosa dose di novità in ambito comunicativo, ed ecco che i due leader indossano gli occhiali, dato che l’età anagrafica ormai si fa sentire, prendono in mano i propri smartphone e iniziano a parlare a tu per tu con i più giovani, sulle loro piattaforme preferite. Il tono è sempre chiaro, pacato, quasi a volersi porre sullo stesso piano dello spettatore e non a volergli dare una lezione, come accade per alcune delle altre forze politiche. Calenda, nota positiva, è stato tra gli early adopters di TikTok, con risultati degni di nota.

@carlocalendaofficial La mia alleanza con Matteo Renzi #matteorenzi #carlocalenda #elezioni2022 #italiasulserio ♬ suono originale – CarloCalendaOfficial

L’intero programma politico della coalizione è stato presentato, oltre che in una canonica conferenza stampa, anche sui canali digitali di entrambe le forze politiche, con un ampio spazio dedicato sul sito di Azione. Per gli addetti stampa è stato messo a disposizione un kit che contiene, tra le altre cose, una prima assoluta nella scena politica: una raccolta di “cartoline social” da condividere nelle proprie stories, dotate di uno spazio vuoto per appuntare ciò che si vorrebbe cambiasse nel sistema politico italiano. Una sorta di chiamata alle armi della Gen Z, una iniziativa di mobilitazione generale, da cui prende nome tra le altre cose la cartella in cui è condiviso il media kit, che pesca direttamente alla fonte, là dove risiede il neo-acquisito potere elettorale, nei più giovani bramosi di un cambiamento radicale e di potersi cucire addosso la politica italiana.

In breve, i numeri dei due partiti della coalizione sono tutt’altro che trascurabili. Il più popolare, naturalmente, è Matteo Renzi: 3,3 mln di follower su Twitter, 1,1 mln di like su Facebook e 256 mila follower su Instagram, mentre Italia Viva si ferma a poco più di 200 mila complessivi. Carlo Calenda conta, invece, 417 mila follower su Twitter, 290 mila su Facebook e 136 mila su Instagram, mentre Azione si ferma di poco sopra ai 200 mila complessivi. Risulta naturale, guardando alle cifre, come i canali di comunicazione predefiniti siano quelli personali dei leader, per avvicinarli maggiormente alla community, piuttosto che quelli istituzionali dei partiti.

La comunicazione social segue una rigorosa identità grafica, pur senza restituirci un granché in termini di creatività: domina il blu, a cui si piega addirittura Renzi, colore dell’Europa e di Azione, e dominano anche le figure dei candidati del Terzo Polo in interventi diretti e quotes. Ampio spazio a Carfagna e Gelmini, esposte quasi come trofei di guerra e poste ad estrema difesa degli attacchi dell’ormai dimenticata destra, una sorta di kriptonite berlusconiana. 

Degno di nota lo spot elettorale, distribuito, a norma di legge, soltanto sui canali digitali: un Carlo Calenda in primo piano prende la scena per demonizzare tutte le uscite, definite “pietose” della classica politica italiana, dalla discesa in campo di Berlusconi alle grida in Piazza di Meloni e Letta. Un attacco frontale più propriamente renziano, anche se affrontato con la tipica compostezza calendiana. Inversione di ruoli, ma in questo caso non sul piano caratteriale.

La verità è che gli underdog di questa campagna elettorale spaventano tutti ma nessuno sembra volerlo lasciare intendere. Tra confronti social disertati e una grande voglia di rinnovamento, il Terzo Polo potrebbe dare tanto da parlare nei prossimi giorni e nei prossimi mesi addirittura. Restate connessi, domani e dopodomani analizzeremo la comunicazione delle due grandi forze politiche rimanenti, il PD e il M5S.

Ci leggiamo presto!

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