Dove, molto attivo sui temi sociali femminili, ha realizzato una campagna che ci mostra come un’eroina possa essere tale anche senza allontanarsi dalla donna comune
La nuova campagna realizzata da Dove contro lo stereotipo di bellezza femminile non è altro che l’ennesima battaglia dell’azienda per creare, anche nei videogiochi, personaggi nei quali gli utenti possano rivedersi ed immedesimarsi. Nel 2022, in collaborazione con il team educativo di Unreal Engine di Epic Games, si era infatti posta come obiettivo quello di dare un nuovo volto alle solite protagoniste dei giochi online, creando degli avatar caratterizzati dalle particolarità di donne molto diverse fra loro. Il messaggio che Dove voleva lanciare è chiaro: la diversità è ciò che ci rende unici, perchè non possiamo essere rappresentati nella nostra autenticità anche nei videogiochi?
Via l’armatura che stereotipizza le donne: la nuova sfida di Dove per un contesto più inclusivo
Con la seconda campagna realizzata da Lola Mullen Lowe l’agenzia ha voluto restituire agli utenti la visione di un videogioco dove i personaggi femminili non vengono sessualizzati, rendendo invece quelle “imperfezioni” che per tanto tempo sono state nascoste nel mondo del gaming. Qualcosa che ci contraddistingue e ci rende capaci di grandi imprese (come, ad esempio, sconfiggere un mostro spaventoso).
Nello spot, l’eroina si leva l’armatura dopo aver vinto uno scontro con un gigantesco nemico, mostrandosi per quello che è realmente. La protagonista, visibilmente più tranquilla e a suo agio senza maschere, ripete allora la battaglia con il mostro, che vince nuovamente senza aver bisogno della sua armatura.
Immedesimarsi nel modo corretto
In un contesto in cui spesso rappresentare una donna in un videogioco significa sessualizzarla, una scelta di questo tipo permette anche a coloro che non rispecchiano i classici canoni con cui questi personaggi vengono solitamente realizzati di rivedersi in loro e di immedesimarsi nell’azione di gioco. Il progetto prende ispirazione da un nuovo studio di ricerca di Dove che ha mostrato come il 60% delle ragazze e il 62% delle donne si sentano travisate nei giochi, un terzo delle quali ha dichiarato che la propria autostima sia negativamente influenzata dalla mancanza di diversità nei personaggi avatar. Leandro Barreto, vicepresidente globale di Dove, ha dichiarato: “Dove crede che la bellezza debba essere fonte di fiducia, non di ansia, in ogni aspetto della vita, sia reale che virtuale“.
Ci leggiamo presto!