Ci sono dei fenomeni che solo apparentemente sono inspiegabili: uno dei più comuni, nel panorama mediatico italiano, è la sovraesposizione di personaggi che, per qualche motivo, si scoprono “funzionare”. Allora via a “infilarli” in qualsiasi contesto, che loro ne siano consapevoli o no. Questo accade solitamente con i volti giovani, spesso protagonisti di qualche reality, ma questa consuetudine sembra conoscere un’eccezione: l’eterna Orietta Berti.
Orietta, vendici quello che vuoi!
Non si può volere male a Orietta Berti. Non si può neppure pensare qualcosa di male di Orietta Berti. Mossi probabilmente da questa profonda e granitica convinzione, i direttori marketing e i creativi italiani hanno stabilito che debba essere Oriettona a muovere le nostre scelte da consumatori da qualche tempo a questa parte.
L’apoteosi è stata raggiunta nelle settimane subito prima di Pasqua, quando abbiamo visto l’usignolo di Cavriago nella campagna pasquale di Poltronesofà (che ovviamente e canonicamente è terminata domenica 2 aprile) e contemporaneamente nel nuovo spot di Riccotta Valcolatte:
Curiosamente, o forse no, si tratta di due aziende emiliano-romagnole: Poltronesofà ha sede a Valsamoggia (Bologna), mentre Valcolatte a Pontenure (Piacenza). Un fortissimo legame con la sua terra di origine (Orietta viene da Cavriago e dopo essersi sposata si è trasferita a Montecchio, sempre in provincia di Reggio Emilia), del resto è lei stessa una perfetta rappresentazione dell’immaginario della tipica donna emiliana: simpatica, gioviale, dall’aspetto curato, un po’ svanita ma sempre pronta a preparare manicaretti per figli, nipoti e parentame vario mentre racconta aneddoti divertenti.
Puntuale come la frittata di maccheroni, la nuova accoppiata Orietta – Artigiani della qualità è poi tornata a Pasquetta per la nuova promozione.
Una vera e propria ubiquità catodica, se consideriamo che negli stessi giorni potevamo vederla come opinionista del Grande Fratello Vip e naturalmente ospitata a mo’ di tuttofare in diversi salotti tv (vedi Verissimo). Ma che origine ha questa potenza di fuoco pubblicitaria?
L’origine del personaggio Orietta Berti
La forza del personaggio Orietta Berti può essere ricercata essenzialmente in due elementi: familiarità col pubblico ed estrema autenticità, due cose che fanno di lei la testimonial perfetta per tutto ciò che ruota attorno al concetto di famiglia, ma non solo.
Orietta è però solo apparentemente un'”improvvisata” o una semplice artista prestata al mondo della tv e della pubblicità: assolutamente coerente con il suo stile è lo staff che si è scelta per affiancarla in questa sua nuova era di popolarità di massa. La sua comunicazione è infatti coadiuvata dai figli Omar e Otis, soprattutto lato social, mentre è sempre imprescindibile la presenza e l’opinione del marito Osvaldo Paterlini. Per tutto il resto c’è lo storico manager Pasquale Mammaro.
Una squadra iper coesa che ha saputo traghettare Orietta Berti nella scena “pop” in cui lei sembra, inaspettatamente, trovarsi a suo agio. Del resto, Orietta sotto i riflettori ci è nata: la sua carriera musicale dura da sessanta anni e ha saputo regalare alla musica italiana delle hit immortali (prima fra tutti la folkeggiante Finché la barca va, ma non dimentichiamo anche Io, tu e le rose, tristemente collegata al suicidio di Luigi Tenco) e, come tutte le cantanti della sua generazione, il suo successo è frutto di studio e attenta preparazione. Sotto la guida del padre, Orietta inizia giovanissima a calcare i palchi di provincia studiando musica e canto lirico e contraddistinguendosi per grande professionalità e disciplina.
Certo, l’età poi avanza per tutti e anche per Orietta Berti arriva il momento il cui viene confinata in quel limbo delle cantanti un po’ agèe che sembrano funzionare solo sul palco di Sanremo convocate in quota “over”. Il merito di aver tirato fuori la Berti da questo loop va a Fabio Fazio che nel 1997 la convoca nel cast del programma Anima Mia (fautore tra l’altro del rilancio in chiave pop-tormentonica dei Cugini di Campagna). All’interno di questa dimensione Orietta dà il meglio di sé (ri)scoprendosi personaggio televisivo e dando ufficialmente inizio alla sua seconda giovinezza mediatica.
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Il successo di “Mille” e il boom social
Un altro momento chiave per Orietta testimonial è la joint venture con due colossi del musical advertising come Fedez e Achille Lauro: nell’estate del 2021 il tormentone Mille sfonda ogni record di visualizzazioni sul web accompagnato da un placement per niente casuale della Coca Cola (vi abbiamo parlato in questo articolo del rapporto dichiarato ed esplicito tra il brano e l’azienda americana). Il brano ha talmente tanto successo che l’anno successivo lo stesso Fedez (stavolta accompagnato da Tananai e Mara Sattei) non riesce ad eguagliarne i risultati.
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L’account Instagram @bertiorietta è un colosso da 215mila follower e racconta benissimo il mondo della cantante emiliana: momenti di vita quotidiana nella ormai famosa casa di Montecchio, piena di bambole e acquasantiere (due delle grandi passioni di Orietta), ripresa degli articoli a lei dedicati, reel riservati agli sponsor e soprattutto Orietta che ringrazia, ringrazia sempre e ringrazia tutti: i fan che le inviano regali e pensieri (a cui regala un video “personalizzato”), i brand che le mandano prodotti da promuovere (video come sopra, ma diligentemente con hashtag #ad o #giftedby), sempre impeccabilmente pettinata e truccata e vestita con le sue ormai signature casacche ipercolorate (prodotte da un’azienda di Ferrara, ancora legame col territorio).
Lo stile dei video è sempre uguale, lo sfondo pure (chiaramente un’ambientazione casalinga). Niente di precostruito, nessun set preparato e patinato, pochissimo editing: è in questi brevissimi short che si ritrova la forza di Orietta come donna immagine, capace di arrivare ai suoi coetanei come ai giovanissimi con genuinità, candore, onestà e quell’aria un po’ naif che la fa somigliare alle rezdore emiliane custodi di una lunga tradizione di “casalinghitudine”.
Ci leggiamo presto!