Il primo rebranding globale dopo ben 15 anni per Pepsi, che si rifà alle versioni passate del suo logo con l’obiettivo di dare una scossa agli affari.
Dopo ben 15 anni, in occasione del 125esimo anniversario del brand, il logo di Pepsi cambia. Un design creato in-house, consultando però diverse agenzie, che riprende i due loghi che hanno rappresentato il brand dal 1950 al 1997. La novità è un font custom tutto maiuscolo e due nuovi colori per le lattine della bevanda, una blu elettrico e una nera per la versione Zero.
Il logo include anche la silhouette di una lattina, o del classico bicchiere da fast food, che permette di integrarlo più facilmente nei materiali pubblicitari, ad esempio semplicemente sovrapponendolo all’immagine di un cibo tipicamente consumati insieme alla bevanda.

Inoltre, alcune versioni del logo presentano un effetto che ricorda in qualche modo le onde sonore, il “Pepsi pulse”. Non si tratterebbe di una scelta casuale, ma di un modo per integrare il forte legame tra il brand e il mondo della musica direttamente nel logo stesso.

Il brand asseconda la nostalgia dei suoi consumatori
Secondo una ricerca condotta da Pepsi, i suoi fan di ogni età hanno dichiarato di avere una forte affinità con le versioni del logo in cui la parola “Pepsi” era inserita all’interno del “Pepsi Globe”, il famosissimo e riconoscibilissimo visual hammer del logo Pepsi.

“Non potevamo ignorare questa informazione. Invece di respingerla abbiamo deciso di accettarla e sfruttarla al meglio” ha dichiarato il chief design officer di Pepsi Mauro Porcini.
Proprio per questo motivo il nuovo logo riprende le vecchie versioni che avevano questa caratteristica, riportando la scritta Pepsi all’interno del Globe rosso blu. Il logo che ha rappresentato il brand a partire dal 2008, infatti, non aveva questa caratteristica ma il “globe” e la parola pepsi erano posti uno a fianco dell’altra.
Il nero non è presente solamente nella scritta ma anche in un sottilissimo e quasi impercettibile outline del logo stesso, che rappresenta la linea di bevande Zero che secondo Porcini diventerà protagonista della comunicazione del brand.

Un logo adatto all’identità del brand
L’idea del rebranding, secondo quanto dichiarato dal CMO Pepsi Todd Kaplan, nasce circa tre anni e mezzo fa. Secondo Kaplan, il logo attuale era troppo pacato per gli standard odierni e inoltre non rappresentava a pieno l’identità del brand mutata dal 2008, anno in cui il logo venne modificato.

Il blu quasi pastello e la scritta in minuscolo, secondo il CMO, non trasmettevano l’energia che il brand rappresenta. C’era bisogno di qualcosa di più deciso e coraggioso, che si potesse inoltre adattare maggiormente all’era digitale. Dietro il nuovo logo, quindi, c’è anche un ragionamento verso questa direzione: rendere il logo adatto a qualsiasi formato, specialmente quelli digitali, dallo streaming alla TV al Web3.
Pepsi Max diventa prodotto di punta
La speranza è che il nuovo logo attragga i consumatori per risollevare l’immagine del brand che nell’ultimo anno, secondo i dati, è uscita perdente dallo storico scontro del settore bevande frizzanti Coca-Cola vs Pepsi.
Come già anticipato, il brand sceglie in particolare di puntare sulla versione zero zuccheri, Pepsi Max, prodotto ritenuto fondamentale nel piano di crescita pensato per l’azienda secondo le dichiarazioni del CEO Ramon Laguarta dello scorso febbraio: “Il segmento Zero sugar nella categoria bevande sta crescendo molto più velocemente che il segmento full sugar a livello globale”.
Il nuovo logo inizierà a circolare quest’autunno in Nord America e il prossimo anno a livello globale.
L’evoluzione del logo Pepsi
Inizialmente, il logo Pepsi nato nel 1898 emulava quello del suo concorrente Coca-Cola con il colore rosso e la scritta completa Pepsi-Cola. Così è stato per le prime quattro versioni del logo che hanno rappresentato il brand fino al 1940, che differiscono quasi unicamente per il font utilizzato, che da molto sottile e articolato passa ad essere più fluido e morbido.

Nel 1950, invece, il brand inizia a volersi distinguere dal concorrente. Mantiene quello che era il logo precedente, inserendolo però in un’illustrazione di un tappo di metallo, classico delle bottiglie di vetro che diventa la prima versione del “Pepsi globe” con i tre colori caratteristici: rosso, bianco e blu.

Nel 1962 scompare la parola “Cola” e il tappo di bottiglia cambia angolazione. Cambia anche il font, non più corsivo e decisamente più bold. In quegli anni Pepsi diventa la bevanda dei giovani per cui decide di adattare il suo logo, lasciando nel passato il look da antico drug store.

Nel 1973 viene abbandonato anche il tappo di bottiglia, che diventa quello che oggi conosciamo come il “Pepsi globe”, un’illustrazione piatta che contiene i tre colori già presenti nel tappo dei precedenti loghi. La scritta Pepsi rimane al centro, nella sezione bianca, e diventa dello stesso blu del globe.

Una piccola modifica al font e ai colori caratterizza il logo che rappresenterà il brand fino al 1990.

Nel 1991 arriva un cambio radicale. La scritta Pepsi in blu accompagna una striscia rossa che termina con l’ormai celebre Pepsi globe.

Nel 1998, invece, la versione precedente del logo perde la striscia rossa e diventa più tridimensionale.

Nel 2005 questa tridimensionalità si intensifica ancora di più.

Nel 2006 il Pepsi globe viene arricchito da piccole goccioline d’acqua, come quelle che ricoprono una lattina conservata in frigorifero, per richiamare il packaging della bevanda. Nonostante fosse un logo abbastanza complesso, nei primi anni 2000 seguiva il trend in vigore.

Nel 2008 arriva la versione del brand ancora in vigore. Tutto si semplifica. Il nome del brand è tutto in minuscolo, utilizzando il font “Pepsi Light” più leggero e meno bold. La “e” ricorda le linee del Pepsi Globe che, in questa versione, cambia leggermente forma perdendo la simmetria delle onde interne.

Nel 2014 avviene l’ultima sottilissima modifica, eliminando il bordo blu che circondava il Pepsi Globe nella precedente versione.

Per un colosso come Pepsi cambiare logo non è questione da poco. Forse è questo il motivo per cui il brand ha preferito rifarsi al passato, con la sicurezza che i consumatori apprezzassero questa mossa.
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