L’inizio del mese significa una sola cosa: rebranding. E rebranding sia(no)!
La “pausa” estiva è -finalmente- finita e, come previsto, i primi, timidi, brand hanno aperto le danze dei rebranding autunnali, dopo la generale quiete degli scorsi mesi. La raccolta del mese di settembre, però, è un misto di piatta semplicità e loghi coloratissimi dal sapore retrò: andiamo ad analizzarli insieme qui di seguito.
Rebranding di Volvo

Un rebranding sottotono quello di Volvo, casa automobilistica svedese tra le più prestigiose e rinomate nel panorama mondiale, considerando l’enorme cambiamento che il logo dell’azienda ha subito.
A distanza di sette anni dall’ultima revisione, “Iron Mark”, così si chiama l’emblema di Volvo, è stato completamente rivisto sia dal punto di vista della tridimensionalità che dello schema colori, per abbracciare uno stile flat e minimal, decisamente al passo con i tempi. Il logo perde il caratteristico anello cromato, segno che contraddistingue l’azienda da oltre vent’anni, in favore di un più semplice anello nero, interrotto solo dalla tipica freccia rivolta a nord est. Sparisce anche la cornice blu a protezione del logotipo, che però rimane invariato nel font eccezion fatta per una maggiore spaziatura tra le lettere.

Un rebranding colossale, almeno dal punto di vista della mole di cambiamenti implementati, nemmeno annunciato da Volvo, che si è limitata a cambiare in fretta e furia le immagini profilo sui propri social media e le intestazioni sui siti corporate: dovremo verosimilmente aspettare il 2023 per vederlo debuttare anche sulle autovetture del gruppo.
La casa automobilistica svedese è sempre stata un punto di riferimento per l’intero mercato nell’ambito dell’innovazione e questo logo, ripulito e ridisegnato in maniera eccellente, ne è un perfetto testimone. Un ottimo lavoro, ma avremmo voluto almeno un comunicato stampa.
Rebranding di Hugo Boss

Grandissimo rebranding anche per Hugo Boss, nota casa di moda tedesca, che ha da poco annunciato una rivisitazione completa delle visuals di entrambi i propri brand, Boss e Hugo.
Il marchio dell’azienda, che coincide con i logotipi dei due brand, appare ora come un sans serif maiuscolo grassettato, totalmente nero, abbandonando così la distinzione cromatica tra i due marchi.
Questo rebranding, un vero e proprio statement dell’azienda tedesca, dà ufficialmente il via alla nuova strategia finanziaria “Claim Five”, presentata ai mercati lo scorso giugno, che dovrebbe portare il fatturato del gruppo a raddoppiare entro il 2025, per assestarsi intorno ai 4 miliardi di euro.
Una rivisitazione grafica “ok”, se non per quell’insolita somiglianza del marchio Boss con Bosch, che nulla ha a che vedere con il mondo della moda.
Rebranding di Pringles

Anche Pringles, storico produttore di snack salati di proprietà di Kellogg’s, rivede la propria brand identity per la prima volta dopo oltre 20 anni, in occasione del 30° anniversario del lancio dei propri prodotti in UK.
Il nuovo logo, che vede ancora una volta come protagonista Mr. P, l’immaginario personaggio che campeggia sul tubo rosso delle patatine più famose di sempre, prende ispirazione dall’emblema che l’azienda ha utilizzato fino alla fine degli anni ‘90, pur stravolgendone completamente il disegno e lo schema colori in nome della semplicità.
Julius Pringles, ormai 54enne, “perde” i capelli e i folti e dettagliati baffi marroni cedono il posto a un piatto e anonimo moustache nero, perfettamente allineato con lo schema colori del nuovo emblema. Il papillon, ingrandito come in alcuni loghi storici dell’azienda, ora contiene il logotipo “Pringles”, anch’esso enormemente rivisto sia nel font che nella gamma cromatica.
Anche il packaging, come previsto, è stato notevolmente semplificato: un tubo in tinta unita, il cui colore varia in base al contenuto, che lascia più spazio alle immagini piuttosto che ai copy.

Proprio dal Regno Unito è partito il roll out del nuovo branding, per via della popolarità del marchio nel paese della Union Jack, dove in media viene venduto un tubo di Pringles ogni cinque secondi, anche se già in alcuni supermercati italiani si possono notare le nuove confezioni del marchio.
Semplice e moderno, talmente tanto da scatenare l’ira dei fan del marchio sui social. Un buon lavoro, ma… L’heritage?
Rebranding di MTV

L’emittente televisiva americana ha fatto un salto negli anni ‘80 e ci ha riportato un nuovo logo, che di nuovo poi non si tratta, coloratissimo, in netto contrasto con i recenti trend grafici minimali e bitonali. L’emblema, che ha fatto la sua comparsa ufficiale sul piccolo schermo intorno alla metà del mese, è una rivisitazione moderna dello storico logo lanciato nel 1981 e disegnato da Manhattan Studio.
Grazie MTV, fuori dagli schemi da oltre 40 anni.
Il rebranding dei rebranding: Emily Zugay

Il caso di questa giovane designer americana che sta ridisegnando, in maniera ironica e scanzonata, i loghi dei più grandi brand al mondo, sta infiammando tutte le pagine dei media di settore già da qualche settimana, comprese le nostre, e per questo merita una menzione d’onore nella nostra indagine mensile sui migliori rebranding.
Un trend partito da TikTok, sbarcato su Instagram e destinato a chissà dove, vista la coda, letteralmente, di brand che la contattano per richiedere una modifica al proprio logo.
Divertentissimo, nient’altro da aggiungere.
Volete approfondire l’argomento? Appena qualche giorno fa vi abbiamo parlato della storia di Emily Zugay e del suo successo su TikTok.
Redesign


Absolut Vodka ha presentato il nuovo disegno della propria bottiglia, l’inconfondibile contenitore trasparente della vodka svedese. Sparisce il “muro di testo” frontale in favore di un più semplice “Swedish Vodka”, così come appare sul retro una fedele illustrazione di Åhus, la cittadina dove ha sede l’azienda.
Design: Brand Union Stockholm
Wild Turkey, produttore americano di bourbon di proprietà del gruppo Campari, ha affidato a Pearlfisher il compito di rivisitare il packaging e la brand visual della linea Wild Turkey 101 Kentucky Straight Bourbon & Rye Whiskey. Una nuova forma per la bottiglia, un’etichetta completamente rinnovata e, addirittura, un nuovo emblema. Grandissimo lavoro!
Design: Pearlfisher
La raccolta del mese di settembre, come abbiamo visto, ci ha riservato qualche piccola grande perla grafica, oltre che qualche grande delusione stilistica. Gioie e dolori, come sempre.
La nostra indagine sui migliori rebranding di ogni mese, anche questa volta, si esaurisce qui: ci diamo appuntamento al mese prossimo per scoprire che cosa ci riserveranno questa volta i brand!
Avete qualche rebranding da segnalare? Potete contattarci sui nostri social o all’indirizzo di posta elettronica redazione@lagazzettadelpubblicitario.it.
Ci leggiamo presto!