L’iconico simbolo “a caccia di frecce” potrebbe presto non essere più utilizzato negli States, in quanto spesso applicato su prodotti difficilmente riciclabili
Cartoni del latte, bottiglie di plastica, lattine: ciò che unisce tutti questi imballaggi è la loro capacità di essere riciclati. A ricordarci di questa possibilità fin dal 1970 c’è un cerchio triangolare di frecce verdi disegnato da uno studente universitario in occasione della prima Giornata della Terra. Si tratta di un piccolo reminder per i consumatori che porta con sé un chiaro messaggio: se vedete questo simbolo sul retro del prodotto, gettatelo nei contenitori giusti. Verrà riciclato.
Si può riciclare proprio tutto?
Tra tutti i materiali interessati nella raccolta differenziata e nel riciclaggio, la plastica è quello a cui si tende a fare maggiore attenzione. I tempi decisamente lunghi di degradazione, le capacità inquinanti e il fatto che la maggior parte dei prodotti venga realizzata in parte o interamente in plastica hanno fatto nascere l’esigenza di ridurne la produzione e il consumo. Meno plastica viene prodotta, meglio è: così si punta al suo riutilizzo. Nonostante le nobili intenzioni, la verità è che non tutta la plastica può essere riciclata, anche se “marchiata” con il simbolo del riciclaggio. Questo ha spinto i funzionari del presidente Joe Biden della US Environmental Protection Agenzia (EPA) a rivalutare l’utilizzo delle tre frecce, in quanto colpevoli creare “confusione dei consumatori su ciò che è riciclabile e/o compostabile”.
Le diverse tipologie di plastica
L’incertezza dei consumatori su cosa possa essere riciclato e cosa no li ha spinti a rivolgersi all’EPA (Enviromental Protection Agency) che, a sua volta, ha richiesto che il logo del riciclaggio venga rimosso per intere classi di plastica. In base al tipo di resina impiegata, esistono infatti ben 7 categorie di plastica diverse. I prodotti contrassegnati col numero 1 e 2, come le bottiglie, sono costituiti da plastica facilmente riciclabile. Non si può dire lo stesso per le categorie dalla 3 alla 7, all’interno delle quali rientrano le tipologie di plastica impiegate per realizzare sacchetti e polistirolo: si tratta di plastiche monouso che difficilmente si possono riciclare. Nonostante le diverse caratteristiche, il simbolo del riciclaggio viene erroneamente applicato in modo indistinto su qualsiasi prodotto realizzato in plastica, senza che venga presa in considerazione la sua tipologia (e, di conseguenza, la possibilità che sia o meno riciclabile).
I problemi di un riciclaggio sconsiderato
L’EPA ha affermato che l’apposizione di questo simbolo su qualsiasi tipologia di plastica “non ne rappresenta accuratamente la riciclabilità in quanto molte materie plastiche (in particolare 3-7) non hanno mercati finali e non sono finanziariamente sostenibili da riciclare”. Alla lotta all’uso generalizzato del logo delle frecce hanno preso parte anche diversi gruppi di ambientalisti, i quali hanno accusato le aziende di evadere il problema dell’inquinamento attraverso questa prassi. “Invece di prendere sul serio l’allontanamento dalla plastica monouso, le aziende si nascondono dietro la pretesa che i loro imballaggi usa e getta siano riciclabili”, ha affermato John Hocevar, attivista per gli oceani di Greenpeace e autore di un recente ricerca sul numero di plastiche non riciclabili utilizzate negli Stati Uniti. Un problema di grande impatto considerando che le famiglie americane producono circa 51 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica all’anno, di cui solo il 5% viene riciclato.
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