Paolo Rossi: l’inconsapevole inventore degli sponsor sulle maglie di calcio

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14 Dicembre 2020
Il tempo di un caffè

Paolo Rossi, o PaoloRossi tutto attaccato come suonava a molti dopo il Mundial del 1982, è solo l’ultimo dei nomi dello sport che il 2020 ha portato via troppo presto a tutti gli appassionati e non solo. Kobe Bryant prima, Diego Armando Maradona poi e ora lui, Pablito, uno in grado di rimanere nella storia d’Italia e del calcio mondiale grazie a una manciata di partite in Nazionale sparpagliate tra due Mondiali, ‘78 e appunto ‘82.

Roba da fenomeni, anche se Rossi non lo era in senso calcistico se non negli ultimi 20-30 metri di campo. Tra i primati di Paolo Rossi uno riguarda da molto vicino anche la pubblicità: fu lui infatti a provocare l’arrivo del primo sponsor sulla maglia di una squadra di calcio della Serie A italiana.

Paolo Rossi con la maglia del Perugia sponsorizzata per la stagione 1979-1980, ilnapolista.it

La storia è stata ricostruita in questi giorni in cui memorie e dolore si sono mescolati in un turbinio di emozioni a volte difficile da gestire. Eppure tra gli aneddoti e i ricordi ci sono anche quelli che riportano a Perugia nel 1979, prima della squalifica di Rossi per due anni causa calcio-scommesse e subito dopo il Mondiale di Argentina in cui il suo talento di realizzatore irresistibile si era già rivelato.

Il sito del giornalista esperto di calciomercato Gianluca Di Marzio ha raggiunto e intervistato Gabriele Bustenghi, amico dell’allora presidente del Perugia e all’epoca direttore marketing di un marchio di abbigliamento sportivo perugino: “Proposi al presidente di trovare uno sponsor e di metterlo sulla maglia. Sapevo già a chi proporre quell’idea: pastificio Ponte di Alfredo e Marino Mignini. Avevamo ottimi rapporti e si fidavano. Di me e di D’Attoma. Ci dettero 400 milioni di lire. Così nacquero gli sponsor sulle maglie di calcio in Italia. Per portare Paolo Rossi a Perugia”. 

Attenzione, la percezione legata al calcio era molto diversa da quella di oggi. Lontani da problemi di bilancio, necessità di plusvalenze, caccia forsennata a nuove forme di ricavi e sponsor per aumentare ricavi ed entrate. Nulla di tutto questo. Tanto che il presidente dell’Inter Fraizzoli quando seppe dell’iniziativa del Perugia esclamò scandalizzato: “Devono passare sul mio cadavere per mettere uno sponsor sulla maglia nerazzurra!”

Tempo un paio di stagioni ed ecco in bella vista tra le strisce blu e nere il nome Misura, produttore (tra le altre cose) di barrette energetiche per sportivi. Il percorso non fu comunque lineare per la coppia Perugia-Ponte: le norme federali dell’epoca infatti impedivano di avere sponsor che non fossero legati a marchi di abbigliamento tecnico. La Ponte divenne così magicamente “Ponte sportswear”, ma ai vertici del calcio non piacque il tentativo di raggiro: multa da 20 milioni di lire e battaglia portata avanti fino alla resa nel 1980.

Paolo Rossi braccia al cielo con la maglia della Nazionale, Tp24.it

Il ritorno in grande stile in Spagna nel 1982, con il supporto pressochè unico del solo Bearzot che preferì convocare Rossi al posto di Pruzzo capocannoniere del campionato, ebbe un’onda lunga anche a livello di uomo immagine. Paolo Rossi infatti diventò volto noto, conosciuto e popolare in tutto il mondo, con marchi e aziende pronte a contendersi quel volto e quei mezzi sorrisi abbozzati con gentilezza tipici del Pablito nazionale.

Una delle ultime apparizioni come testimonial risale al 2013, in quel Brasile che come raccontato da Falcao in questi giorni ha fatto piangere due volte: la prima volta con la tripletta al Sarrià, la seconda con la sua prematura scomparsa. Alcuni mesi prima dei Mondiali brasiliani allora eccolo protagonista di una pubblicità per Visa in cui un barbiere, una volta terminata la rasatura, si rende conto di chi ha di fronte e torna con la mente a quel pomeriggio torrido dell’estate 1982. La soluzione dello spot, lieta, è facilmente immaginabile.

Dopo aver salutato Maradona come re degli spot (leggi il nostro articolo), oggi diamo il nostro addio ad un altro campione tutto italiano che costrinse le squadre a follie pur di averlo. Anche inventare il nuovo e ancora attuale sponsor su maglia.

Ci leggiamo presto!

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