Chi è StartRocket, l’agenzia pubblicitaria dello spazio

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13 Ottobre 2022
Il tempo di un caffè

L’agenzia ha in mente un nuovo modo creativo di comunicare: lanciare le pubblicità dei suoi clienti direttamente nel cielo.

Quante pubblicità e annunci vediamo ogni giorno, da quando prendiamo in mano il telefono fino a quando non lo appoggiamo sul comodino prima di dormire? Tante, forse troppe. Nell’arco di una giornata ogni persona viene raggiunta e colpita da centinaia di immagini, messaggi, annunci e consigli. L’affollamento che si è creato, specie con la diffusione ormai planetaria di dispositivi sempre connessi, ha sfidato i brand a inventarsi nuovi modi per farsi notare, per essere originali. E se il mondo oggi è troppo affollato, perché allora non lanciare la pubblicità nello spazio?
A proposito di space advertising trovate un’introduzione che avevamo fatto tempo fa.

L’ispirazione di Rocket Lab

Non è una visione futuristica da romanzo distopico o un’altra trovata di Elon Musk. È l’idea di Vlad Sitnikov che con la sua agenzia Start Rocket sta da alcuni anni lavorando a questo nuovo modo di fare advertising. L’ispirazione pare che gli sia arrivata da Humanity Star, un satellite lanciato in orbita dalla società Rocket Lab che non aveva un ruolo preciso: rifletteva la luce del sole e sarebbe stato in orbita 9 mesi, prima di incendiarsi nell’atmosfera. All’epoca dei fatti, nel 2018, la questione produsse alcune polemiche da scienziati e non, legate soprattutto all’inquinamento.

Credits: The Verge

Le campagne

StartRocket si è presentata al pubblico nel 2019, quando ha condotto alcuni test per Pepsi. L’iniziativa Orbital Display doveva permettere alle aziende di mostrare il proprio logo e i propri messaggi a un pubblico potenziale di 7 miliardi di persone. Chi si sta domandando quanto costi una campagna del genere rimarrà deluso nel sapere che secondo quanto dichiarato dall’azienda il CPM (Cost per mille, è una metrica per stimare le campagne pubblicitarie per mille visualizzazioni) corrisponde a quello che si spenderebbe per la pubblicità in televisione (9-15$). Pepsi, in ogni caso si tirò velocemente fuori dalla questione, perché la vicenda stava suscitando numerose polemiche da parte dei suoi fan, che minacciarono di boicottare il colosso di bevande gasate.

Kaspersky e Securing Space

Proprio per ovviare questo tipo di problema l’agenzia mise in pausa il programma e corse ai ripari: insieme al gigante tech produttore di software di sicurezza, Kaspersky, progettò un modo per rimuovere i detriti dall’orbita terreste. È così che partì l’iniziativa Securing Space per ripulire più di 500.000 pezzi di oggetti che dopo 60 anni di esplorazione spaziale ruotano intorno al nostro pianeta. Il progetto prevede di mandare in orbita una serie di satelliti che grazie a una schiuma polimerica catturino i resti e li facciano bruciare nell’atmosfera. Secondo i programmi, l’iniziativa, dovrebbe vedere la luce nel 2023.

Credits: Securingspace.earth

Ad oggi comunque rimane solo tanto clamore, prodotto soprattutto dagli utenti che, vista la situazione in cui versa già il nostro pianeta sulla questione inquinamento, non vogliono doversi poi occupare anche dello spazio, quando sarà ormai troppo tardi. In aggiunta anche la comunità scientifica non sembra particolarmente disposta ad accettare questo tipo di soluzione, innovativa sì, ma che rischia di impedire lo studio degli astri e del cielo, che ha ancora tanti segreti da svelare.

Nell’attesa di saperne di più, l’uomo guarda già al pianeta rosso come una nuova possibile casa e forse matura anche l’idea che questo nuovo mondo debba essere ancora abitato dalla pubblicità.

Ci leggiamo presto!

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