La nuova campagna di Fnac firmata Publicis Conseil si intitola “Non raccomandato dall’algoritmo” per ritornare a una cultura curiosa e libera.
Anche se abbiamo la sensazione di non aver mai avuto così tanta libertà e scelta culturale disponibile, anche se crediamo di essere gli unici e i soli autori delle nostre scelte, la maggioranza di quello che vediamo, leggiamo, acquistiamo o apprezziamo è spesso matematicamente calcolata da un preciso algoritmo.
Le nostre preferenze sono meticolosamente registrate e analizzate, dando vita a una serie di risultati che ci vengono consigliati e che inevitabilmente condizionano le nostre scelte future.
Il contributo culturale di Fnac
A questo meccanismo scrupoloso si oppone la storica Fnac (Fédération Nationale d’Achat des Cadres), Società per azioni con principale sede a Parigi, che opera nel campo della grande distribuzione con la vendita di prodotti culturali, tecnologici, audiovisivi e non solo.
Secondo il grande magazzino, il meccanismo per cui un algoritmo possa consigliarti o indirizzarti su dati contenuti è fortemente limitativo nella ricerca personale relativa ai prodotti culturali, non producendo alcuno stimolo se non una sorta di pigrizia intellettuale.
Fnac che, fin dal 1945, contribuisce a difendere la libertà culturale in Francia, alimentando la curiosità e l’apertura mentale dei suoi clienti, aiuta i consumatori ad uscire dalla bolla culturale in cui l’algoritmo li ha rinchiusi con una campagna realizzata da Publicis Conseil dal nome “Unraccomended by the algorithm”.

La campagna di Publicis Conseil
La campagna del colosso francese propone contenuti che raccomandano l’opposto di ciò che l’algoritmo avrebbe scelto per quel consumatore, consigliando i prodotti culturali che le persone hanno meno probabilità di acquistare. Basandosi su dati reali dei profili dei server degli editori, Fnac capovolge il meccanismo di raccomandazione dell’algoritmo per selezionare e offrire contenuti che le persone hanno solo il 2% di possibilità di apprezzare.
L’obiettivo della campagna di Fnac è quello di offrire un’alternativa in cui i calcoli degli algoritmi non si sostituiscano alle scelte culturali dei consumatori e consentano agli esseri umani di mantenere il loro ruolo di liberi pensatori.
Quanto ci segui da 1 a Instagram?
Ogni giorno sui nostri social media pubblichiamo notizie esclusive che non puoi trovare sul sito. News, pills, stories e sondaggi per aiutarti a comprendere sempre meglio il mondo del marketing e della pubblicità! Ti basta scegliere a quale canale sei più affezionato e cliccare qui sotto.
La campagna si realizza in gadget all’interno degli store Fnac, affissioni e banner lungo il viaggio (digitale e non) quotidiano dei consumatori, fino ad arrivare ai siti web che si occupano di notizie dal mondo e cultura, guidandoli fino al sito unrecommendedbyalgorithm.com per saperne di più e avere un quadro più chiaro dell’esperienza e del messaggio che porta con se. Il tutto si completa con una campagna stampa per denunciare la parzialità degli algoritmi nelle scelte culturali dei clienti e sottolineare ciò che rende lo shopping in un negozio Fnac un’esperienza unica.
“Viviamo nell’era degli algoritmi. Non è mai stato così importante nutrire l’imprevisto, cercare lafortuna e sfuggire alla bolla delle raccomandazioni. È una battaglia culturale, e dopotutto umana”, ha affermato Marco Venturelli, amministratore delegato e CCO di Publicis Conseil.

È certamente una battaglia umana se si pensa alla quantità di informazioni, prodotti e contenuti che potremmo perdere se davvero le nostre scelte fossero determinate esclusivamente da calcoli e algoritmi. Come ci ricorda questa campagna di Publicis Conseil, l’algoritmo non fallisce mai, ma raramente riesce a sorprendere, annientando il piacere e la scoperta tipici dei prodotti culturali.
Anche se l’algoritmo ha deciso che quel contenuto non dovrebbe piacerti, Fnac crede che la cultura dovrebbe essere curiosa e libera e noi siamo d’accordo con lei.
Image Credits: www.unraccomandedbythealgorithm.com