Con la voce di Stephen Fry e le animazioni di diversi artisti, il cortometraggio ricostruisce la storia della settimana lavorativa e spiega perché lavorare di più non corrisponde all’essere più produttivi.
LA SPERIMENTAZIONE AL VIA NEL REGNO UNITO
A partire dal 6 giugno, oltre 70 aziende inglesi parteciperanno a una sperimentazione della durata di sei mesi di una settimana lavorativa di quattro giorni, mantenendo per i dipendenti la stessa retribuzione. Più di 3.300 persone in rappresentanza di oltre 30 settori riceveranno la paga completa per lavorare il 20% in meno, in cambio di un impegno a mantenere la produttività al 100%.
Il progetto è coordinato dall’organizzazione no-profit “4 Day Week Global” in collaborazione con alcuni ricercatori dell’Università di Cambridge, l’Università di Oxford e il Boston College.
Nel settore della pubblicità e del marketing, poche aziende hanno deciso di partecipare alla sperimentazione. Tra queste c’è la londinese Mox che ha collaborato col regista Ian Pons Jewell sul cortometraggio animato “Change The Week”.
LA STORIA DEL CONCETTO DI SETTIMANA
Nel cortometraggio la voce narrante del doppiatore e attore inglese Stephen Fry, aiutata dalle coloratissime animazioni di sei artisti diversi, ripercorre dalla sua nascita l’evolversi del concetto di settimana.
Infatti, a differenza del giorno e dell’anno, che si riferiscono rispettivamente al concludersi della rotazione della terra sul suo asse e intorno al sole, la settimana non è legata ad alcun avvenimento naturale.
Si tratta di un’invenzione umana, che non è sempre stata come la conosciamo oggi. Diverse culture avevano settimane di durata diversa. Ad esempio, la settimana egizia durava dieci giorni, quella azteca tredici e quella romana otto.
La settimana lavorativa di cinque giorni è stata inventata solamente 75 anni fa, poiché i lavoratori avevano espresso il loro bisogno di più tempo libero.
È quindi possibile che le esigenze dei lavoratori siano cambiate ulteriormente e ci sia bisogno, di conseguenza, di rivoluzionare anche il concetto di settimana lavorativa. Non significa necessariamente lavorare di meno, ma anche semplicemente poter lavorare da casa per qualche giorno ogni settimana.

MENO LAVORO NON SIGNIFICA MENO PRODUTTIVITÀ
La domanda che sorge spontanea è: lavorare di meno vuol dire essere meno produttivi?
È proprio il contrario. Secondo delle ricerche citate nel cortometraggio, infatti, lavorando da casa i lavoratori sono più produttivi. Questo deriva soprattutto dal fatto che il lavoratore è libero di scegliere, migliorando quindi la sua qualità della vita, ma anche risparmiando in termini economici eliminando le spese necessarie per arrivare sul posto di lavoro.
Inoltre, secondo i risultati di un sondaggio condotto da Harvard Business Review sui datori di lavoro che avevano implementato la settimana lavorativa di quattro giorni, i miglioramenti riguardano anche la soddisfazione dei dipendenti, portando inoltre ad una riduzione delle assenze per malattia.

L’EFFETTO SULL’AMBIENTE
La settimana lavorativa di quattro giorni non ha effetti positivi solamente sui lavoratori, ma anche sull’ambiente. Nello stato dello Utah, dove per dieci mesi nel 2008 si è sperimentata la settimana lavorativa breve, al termine della sperimentazione oltre ad un risparmio di 1.8 milioni di dollari sul costo dell’energia si è registrata anche una diminuzione dell’emissione di CO2 di 6000 tonnellate.
Tutto ciò deriva dal fatto che, dovendo spostarsi dalle proprie case un giorno in meno, il traffico diminuisce come anche lo smog, soprattutto nelle grandi metropoli.

L’IMPEGNO DI MOX
Mox spera di incoraggiare il settore pubblicitario a riflettere su questi concetti, sottolineando l’importanza di mettere al primo posto il benessere dei dipendenti sul posto di lavoro.
Come parte del suo coinvolgimento nella sperimentazione, Mox condurrà uno studio sull’effetto che la settimana di quattro giorni ha sulla creatività con lo scopo di comprendere meglio il legame tra tempo libero, salute mentale e creatività. I risultati saranno condivisi all’inizio del 2023, dopo la conclusione della sperimentazione
“Durante il primo lockdown, ho visto aziende solitamente rigide, accettare improvvisamente che i loro dipendenti lavorassero da casa. Questo mi ha fatto pensare che ci fosse una possibilità di apportare altri cambiamenti all’odierna radicata cultura del lavoro. Ma non tutti sono disposti a leggere le ricerche esistenti a riguardo. Quindi un’animazione sembrava un ottimo modo per esporre le ricerche presenti in materia in maniera coinvolgente e più facilmente comprensibile” le parole di Matt Bolton, co-founder e creative director di Mox.
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