Mercoledì 26 ottobre, Spazio Lenovo ha riaperto le porte a The Bravery Store, per guardare l’experience sotto ogni aspetto possibile. Scopriamo di più sul secondo incontro dedicato alla Brand Bravery!
Experience: una parola che usiamo da tempo, di frequente e che, oramai, è entrata nel linguaggio comune quasi come un concetto scontato. Annalisa Galardi, founder di The Bravery Store insieme a Paola Miglio, ci ha guidato nella presentazione svoltasi nella cornice di Spazio Lenovo, ricordandoci che esattamente come succede con i colori (ogni giorno sono sotto i nostri occhi) a volte è facile perdere delle meravigliose sfumature che potrebbero fare la differenza.
Tutte le sfumature dell’experience
L’experience non è considerabile in toto fino a quando, come abbiamo visto ieri, non si considera dove ci si trova, con chi e quando. L’ascolto in ogni sua manifestazione risulta essere la chiave del successo: cosa cerca il consumatore? Dove si trova e in quale circostanza? Qual è l’età e l’epoca di riferimento? Di cosa ha davvero bisogno?

Case history e dati conseguenti al successo di alcune campagne sono stati fondamentali per avere contezza di quanto certe idee possano fare la differenza.
Il primo è stato introdotto da uno studio di Contagious, servizio di intelligence creativa e strategica che da anni collabora con The Bravery Store, che sostiene come almeno dieci capi nell’armadio di ogni individuo siano mediamente inutilizzati e che vengano indossati sette volte prima di finire nel dimenticatoio.
Così, Samsøe Samsøe, fashion brand scandinavo, per promuovere la rivendita dei suoi capi di abbigliamento, ha lanciato una collezione dotata di Resell Tag cucite su ogni pezzo.
L’obiettivo era rendere il più semplice possibile la rivendita dell’articolo a qualcuno che ne ne avrebbe fatto un uso decisamente più intenso, migliorando la propria vita e quella del pianeta.
Le etichette erano codici QR contenenti vari dati sull’articolo, come il colore, il modello, il tessuto e la taglia, rendendo la rivendita di ogni prodotto un processo facile e indolore. La scansione, inoltre, permetteva di creare automaticamente un annuncio per il capo d’abbigliamento sui marketplace di Instagram e Facebook. L’iniziativa si è rivelata di forte impatto poiché spesso si chiede ai consumatori di fare sforzi in ottiche sostenibili, non solo con prezzi eccessivi, ma soprattutto con un impegno che è tutto dal lato dell’acquirente.
Samsøe Samsøe si è posto dal lato dell’ascolto e della comprensione, provando a dare una soluzione e un aiuto concreto alla sua fan base.
Il marchio di birra Emersons ha saputo cogliere la frustrazione di vivere nel costante distanziamento sociale durante il periodo pandemico, ancora non del tutto concluso: una birra con un amico, anche se per un tempo limitato, era, in quei mesi, solo una flebile speranza. Il brand ha, dunque, ideato l’Emersons Tiny Pub, un piccolo ritrovo in Nuova Zelanda, in cui tutto è stato ridotto ai minimi spazi e alla dimensione più minuta, per godere di una birra in compagnia, per soli 27 minuti.
Di questi e altri esempi concreti è stato possibile discutere al concludersi della presentazione, tenendo a mente le parole che hanno guidato la riflessione: percepire, fare, intraprendere, sentire e ricordare. Il Metaverso, l’innovazione e la coesistenza di virtuale e reale non hanno mai abbandonato il discorso, come considerazione continua e necessaria.
Il confronto e lo scambio reciproco hanno raggiunto l’apice durante l’aperitivo offerto da Spazio Lenovo che, come nei precedenti appuntamenti, non è stato solo momento di discussione, ma anche occasione di networking e conoscenza di persone e realtà variegate e interessanti.
Il prossimo appuntamento avrà luogo l’11 novembre e si parlerà di nutrition con Danone come ospite speciale.
Coraggio, l’attesa non è poi così lunga!
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