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Synthetic Summer, tutti i limiti dell’intelligenza artificiale in uno spot

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9 Maggio 2023
Praticamente uno snack

Utilizzando l’AI, l’agenzia londinese Privateisland.tv ha creato uno spot che mette in luce quanto l’apporto umano sia ancora fondamentale nella realizzazione dei contenuti  

L’intelligenza artificiale sembra essere sempre più al centro del panorama pubblicitario e mediatico contemporaneo, inserendosi con forza in tutti gli ambiti merceologici. Questa volta a fare notizia è stato uno spot dal titolo “Synthetic Summer”, realizzato per promuovere una birra dalla casa di produzione londinese Privateisland.tv proprio attraverso l’uso di un software di intelligenza artificiale

Lo spot 

“SYNTHETIC SUMMER. BYO BOTS. No real people are featured in this video. You can’t fight the future – but you can probably drink it”, avverte su Instagram Privateisland.tv. Lo spot è diventato facilmente virale proprio per gli elementi surreali che fanno da protagonisti, conferendogli delle connotazioni da film horror. Utilizzando Gen-2, la versione ancora in fase di test di un software di intelligenza artificiale per la creazione di video, la casa di produzione ha attinto a un bacino di immagini che presenta, però, ancora tutti i limiti che l’AI porta con sé.  

I limiti dell’intelligenza artificiale 

Primo tra tutti la difficoltà nel rappresentare in maniera realistica le figure umane. Lo spot ritrae, infatti, un classico e stereotipato barbecue americano, ma i protagonisti sono lontani dall’essere percepiti come persone reali, sembrando piuttosto quasi dei personaggi dei videogiochi. Un video che, con il passare dei secondi, assume sempre di più connotazioni surreali e aliene, arrivando a rappresentare la più comune interpretazione dell’inferno, tra fiamme e avversità climatiche estreme.  

C’è ancora bisogno di creativi 

L’intelligenza artificiale da sola non è stata sufficiente per realizzare lo spot: se il software ha elaborato diversi video a partire da una serie di indicazioni, a selezionare quelli più adatti, unirli in una sequenza dotata di senso e accompagnarli con elementi accessori è stata una mano umana. E il risultato ancora primordiale del video mette di certo in luce tutti i limiti dell’intelligenza artificiale, rassicurando ancora una volta sull’evidente centralità dell’apporto umano nella realizzazione di spot e contenuti. 

Ci leggiamo presto! 

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Gazzetta PRO