Vi abbiamo già parlato di deepfake in questo articolo in maniera più teorica. Per questo, come dovrebbe sempre essere, dopo la teoria passiamo alla pratica e andiamo a raccontarvi le iniziative di marketing più particolari realizzate attraverso questa tecnologia.
Per rinfrescarvi velocemente la memoria vi ricordiamo che questa tecnica permette, a partire anche da un singolo fotogramma, di creare un video fake perfettamente conforme alla normalità, ovvero indistinguibile da uno reale.
Tralasciando i suoi possibili utilizzi poco corretti, sono sempre di più le aziende, soprattutto in periodo COVID, che sfruttano questa tecnica per realizzare campagne pubblicitarie e conquistare spettatori e consumatori.
Nella lista di esempi sport, musica e moda: non vi faremo mancare nulla.
Deepfake Lay’s: i videomessaggi di Messi
Il primo caso che vi raccontiamo fa riferimento a Lay’s, gruppo americano appartenente a PepsiCo (e chi se non loro, parlando di unconventional marketing?) e sbarcato nel 2014 anche in Italia. Il brand di patatine in busta, sponsor dal 2015 della Champions League, ha infatti deciso di scritturare uno dei giocatori più forti al mondo e della massima competizione europea, per portare la sua pubblicità a un altro livello.
L’applicazione “Messi Messages”, sviluppata per l’occasione, permette di inviare videomessaggi preimpostati utilizzando il volto e la voce dell’asso argentino: il tutto grazie a un software deepfake. Un modo decisamente unconventional di contattare amici e conoscenti! Grazie alla tecnologia del lip-sync si avrà l’impressione che sia proprio Lionel a rivolgersi direttamente all’interlocutore, potendo utilizzare più di centinaia di nomi propri già presenti nel server. Una volta connessi al sito basterà inserire il proprio nome, quello della persona a cui inviare il messaggio, selezionare l’occasione particolare e il giorno per cui si intende scrivere e poi prepararsi a inviare il tutto.
Per ora, questa applicazione è presente in venti nazioni con dieci lingue diverse disponibili. Lo sviluppo di questa applicazione ha richiesto oltre sei mesi di lavoro e il caricamento di differenti video in tutte le lingue incluse. Per l’anno prossimo, disponete già di un’idea originale per invitare gli amici a vedere le partite della Champions League.
Spotify: Alone with me
Vista la popolarità di Spotify Wrapped e del successo avuto negli ultimi anni dal cantante The Weeknd, l’app di streaming musicale Spotify ha deciso di sommare le due circostanze, che fanno tre se calcoliamo il deepfake. Ad agosto 2020, pochi mesi dopo il rilascio dell’ultimo album del cantante canadese, il servizio di streaming musicale ha deciso di creare un microsito contenente l’avatar distorto della superstar.
Accedendo tramite il proprio account Spotify, è possibile avere un’esperienza one to one con l’avatar dell’artista, ricevendo commenti in merito alle statistiche sull’interazione tra il proprio profilo e quello di The Weeknd. Dopo aver menzionato la prima canzone ascoltata e il tempo di ascolto delle produzioni del cantante, l’esperienza prosegue con la riproduzione dell’album After Hours, accompagnata da immagini inedite.
Un’iniziativa che genera molta attenzione mediatica sull’artista (protagonista nel 2021 anche dell’half time show nell’ultimo Super Bowl) e che invoglia ad approfondire il resto della discografia di The Weeknd (come successo a noi).
Cruzcampo con mucho acento
Ultimo caso di questa breve lista è quello della birra Sevillana Cruzcampo e dell’insolita protagonista del suo ultimo spot. Il commercial comincia con un primo piano del volto di Lola Flores che pronuncia la battuta “sapete perché non mi capivano in giro per il mondo? Per il mio accento”. Nulla di strano per ora, se non fosse che la cantante è morta nel 1995 e queste immagini sono state realizzate grazie al deepfake. Con il permesso dei figli, i quali hanno supervisionato ogni fase della produzione, l’azienda andalusa ha voluto creare uno spot per celebrare l’importanza dei vari accenti spagnoli e delle varie culture presenti all’interno della nazione. Il lavoro necessario per realizzare questa campagna è stato immenso: oltre 5000 fotografie caricate, ore e ore di video utilizzati e moltissimo tempo speso per la post produzione. Il video ha raggiunto una notorietà molto elevata fin dalle prime ore dalla sua messa in onda.
È interessante anche dare uno sguardo al dietro alle quinte della realizzazione di questo deepfake, che approfondisce le modalità di realizzazione da un punto di vista tecnico.
Che dire: i possibili campi di utilizzo di questa tecnologia sono molti, come lo sono gli esempi di campagne in cui vengono “riportati in vita” personaggi storici di epoche passate. Siamo sicuri che il futuro potrà regalarci altre campagne realizzate con questa tecnologia. E noi saremo pronti a raccontarvele, magari utilizzando proprio il volto di un noto personaggio non più presente.
Ci leggiamo presto!
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