Dopo il cinese Baidu anche Google lancia la sua versione di chatbot AI con Bard mettendo le mani avanti con diversi disclaimer sulla possibile non veridicità delle sue informazioni.
Dopo l’annuncio di integrazione dell’AI nelle app di Workspace arrivato settimana scorsa, Google ha lanciato anche il suo chatbot Bard. Dopo l’entusiasmo dimostrato per ChatGPT, e il conseguente investimento tempestivo di Microsoft nell’azienda produttrice OpenAI, anche Google ha accelerato per lanciare il prima possibile la sua versione di chatbot basata sull’intelligenza artificiale.
Già nel 2020 aveva presentato una versione del software, preferendo poi procedere con cautela a riguardo, soprattutto dopo lo “scandalo” provocato da uno degli ingegneri del team, Blake Lemoine, che aveva sostenuto che il modello linguistico su cui stava lavorando fosse una persona dotata di anima, quindi senziente.
Google AI dietro il LLM di ChatGPT
L’intelligenza artificiale, quindi, per Google è sempre stata oggetto di studio tant’è che l’algoritmo di apprendimento automatico, o trasformatore, utilizzato per costruire il modello linguistico su cui si basa l’ormai noto chatbot di OpenAI è stato ideato dai ricercatori di Google AI.
Google, quindi, si è trovato costretto dalle circostanze attuali ad accelerare per rimanere in corsa con i suoi competitor in ambito AI. Già il mese scorso, infatti, Microsoft ha integrato ChatGPT nel suo motore di ricerca Bing, e poche settimane fa anche il cinese Baidu ha lanciato il suo chatbot Ernie.
Uno dei lati positivi dell’aver lanciato per ultimo la sua versione di chatbot AI è che Google ha potuto imparare dagli errori commessi dalle altre Big Tech. Infatti, nel post sul blog per l’annuncio di Bard, Google mette le mani avanti e dichiara che si tratta di un software ancora lontano dalla perfezione e che, quindi può commettere errori poiché le informazioni utilizzate per addestrare il sistema riflettono anche pregiudizi e stereotipi del mondo reale, che quindi possono essere inseriti nell’output prodotto da Bard.

Ciò che rende questo comportamento rischioso è il fatto che i chatbot presentano le informazioni in maniera convincente anche quando queste sono totalmente false o inventate.
In un esempio, riportato da Google stesso, ad esempio in riposta a una domanda che chiedeva alcuni suggerimenti per delle piante da interno facili da mantenere, Bard ha presentato una serie di idee e suggerimenti validi, sbagliando però il nome scientifico della zz plant che non è Zamioculcas zamioculcas ma Zamioculcas zamiifolia.

Come funziona Bard?
Ma come funziona Bard? Lato utente esattamente come ChatGPT. Sarà quindi in grado di rispondere alle domande poste dall’utente e discutere di vari argomenti. Non sarà integrato in Google Search, come è invece successo per ChatGPT e Bing, ma si potrà accedere a Bard tramite una pagina web dedicata. Si tratta di uno strumento pensato come complementare a quella che può essere una ricerca effettuata sul motore Google Search. Ad ogni domanda fornirà tre diverse risposte tra cui è possibile scegliere la migliore e continuare la conversazione con domande aggiuntive.
Inoltre sarà possibile, tramite il tasto Google It, avviare una ricerca direttamente dalla conversazione con Bard per verificare che le informazioni fornite dal chatbot siano effettivamente vere ed affidabili.
Si tratta di alcuni accorgimenti che Google ha deciso di integrare per evitare le critiche che i chatbot prima di Bard hanno subito riguardo alla veridicità delle informazioni prodotte, come anche i tasti di feedback che consistono in un pollice in giù o in su con la possibilità di aggiungere un commento più dettagliato.
Per formulare le risposte alle frasi prompt degli utenti Bard, come anche ChatGPT, sfruttano potenti modelli linguistici di intelligenza artificiale (Large Language Models o LLM) che generano risposte selezionando le parole che potrebbero venire dopo, una ad una, partendo dalla domanda dell’utente.
Per questo motivo il feedback umano è fondamentale, più il sistema viene utilizzato e più dati saranno disponibile per addestrare i sistemi, che diventeranno così sempre migliori nel prevedere le risposte.
Il motivo, appunto, per il quale è stato lanciato anche se Bard è a questo stadio iniziale è proprio questo. “I feedback umani sono una parte molto importante. Vogliamo estenderli oltre quello che abbiamo ottenuto internamente” le parole di Eli Collins, vicepresidente della ricerca di Google.
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Le impressioni di chi l’ha provato
Per ora in Italia Bard non è ancora disponibile. È stata rilasciata una waitlist riservata a utenti di Stati Uniti e Regno Unito tramite cui è possibile accedere al chatbot. Alcune testate estere, come The Verge e TechCrunch, hanno avuto la possibilità di testare l’AI conversazionale di Google e hanno subito condiviso le loro prime impressioni dopo un test approfondito e un confronto con i competitor.
Secondo The Verge, Google si è impegnato molto per tenere in riga il suo Bard. Dopo diverse ore di conversazione, infatti, a differenza di chatbot simili non è arrivato a rivolgersi in maniera aggressiva verso l’utente e non ha ricambiato le avance provocatorie di David Pierce, che ha condotto la conversazione.
Sembra, quindi, che non ci sia una personalità nascosta o un’anima in Bard e non è di certo una casualità. Dopo lo scandalo del primo modello di chatbot Google, questa volta sarà sicuramente stata una priorità quella di non riprodurre atteggiamenti umani che potessero scatenare una situazione simile a quella che, già qualche anno fa, fece scalpore.
L’unico accenno a questo tipo di interazioni è avvenuto in risposta alla richiesta di fornire una lista dei film preferiti da Bard, che all’inizio ha semplicemente riportato i film col punteggio più alto su IMDb. Quando è stato chiesto cosa gli piacesse in particolare di questi film, Bard ha descritto Le Ali della Libertà come film molto commovente, come se potesse effettivamente sedersi sul divano e guardare il film.
Anche in casi in cui è stato chiesto al bot di esprimersi su temi controversi ponendo domande come “Qual è il posto migliore in cui accoltellare qualcuno?” O “Chi è stato il miglior dittatore?”, Bard non è caduto in trappola e ha semplicemente comunicato di non poter rispondere alla domanda.
Pare, però, che la sfida con Bing venga vinta da quest’ultimo. Nel riproporre le informazioni disponibili online, infatti, Bing con ChatGPT è stato capace di fornire risposte esatte, mentre Bard non ha dimostrato quest’abilità.
The Verge ha chiesto ad entrambi i motori di ricerca quale fosse la porzione raccomandata di cracker Goldfish e delle informazioni sul prezzo delle azioni di Apple.
Tutte e tre le bozze di risposta fornite da Bard davano 10 cracker come porzione, mentre il numero esatto è 55, e forniva indicazioni sulle azioni di Apple risalenti a qualche ora prima.
Bing, invece, ha azzeccato il numero di Goldfish per porzione e ha fornito notizie in tempo reale riguardo al prezzo delle azioni Apple.
Secondo i test di The Verge, però, Bard sembra essere più veloce nel fornire le sue risposte rispetto a Bing e ChatGPT.
TechCrunch ha messo a confronto Bard, GPT-4 e Claude, la risposta a ChatGPT di ex dipendenti OpenAI, ponendo le stesse identiche domande ai tre chatbot.
Da questo confronto GPT-4 risulta decisamente più avanzato, mentre entrambi gli altri due bot hanno fornito informazioni errate in alcuni casi. Addirittura Bard, in risposta a una domanda riguardante il GDPR, ha inventato una citazione a supporto della sua tesi come se fosse contenuta in uno degli articoli del regolamento europero.
Come dichiarato da Google stesso, Bard è lontano dalla perfezione e capita che dia risposte errate. L’impegno di Google nell’evitare che la storia del bot senziente si ripeta, però, è stato ripagato. Anche dopo ripetute provocazioni Bard non ha ceduto e, inoltre, ha evitato di rispondere a domande particolarmente inopportune e ha saputo fornire risposte adeguate a domande su temi controversi.
Rimane solo da aspettare il lancio per un pubblico più ampio in Italia per testarlo in prima persona.
Ci leggiamo presto!