Nel mondo ci sono troppi territori oggetto di controversie tra due o più paesi tanto che, se dovessimo provare a disegnare una mappa del globo, a livello geopolitico non riusciremmo a fornire una versione univoca accettata da tutti senza malcontenti. Per risolvere la questione, il trucco sarebbe essere quello di disegnare più mappe in modo da rendere tutti felici: ė quello che essenzialmente sta facendo Google Maps.
La geopolitica di Google Maps
Fin dal tardo Medioevo, le mappe sono state utilizzate per definire i confini politici oltre che geografici e, con l’avanzare della tecnologia e la condivisione digitale della cartografia online, gli Stati si sono trovati ad affrontare un grosso problema nel mantenere le mappe ufficiali aggiornate.
Nato nel 2005, Google Maps è di gran lunga la mappa virtuale più utilizzata al mondo con oltre un miliardo di utenti worldwide. La cosa più curiosa però, è che non tutti gli utenti visualizzano le mappe nella stessa maniera. Alcuni paesi infatti, hanno troppi disaccordi relativi all’estensione dei loro confini per permettere a Google di uniformare le mappe senza scatenare malumori.
Se proviamo a selezionare un paese come l’Italia su Google Maps, per esempio, l’intero paese è evidenziato con i suoi confini geografici e geopolitici, contrassegnati in modo da poter vedere tutto il territorio italiano. Questa raffigurazione sarà identica per qualunque utente nel mondo.

Ma non tutti gli stati sono come l’Italia: attualmente ci sono 29 paesi al mondo di cui non è possibile evidenziare i confini senza creare problemi. Tra questi troviamo il Pakistan, l’India, la Cina, il Giappone e la Russia (ovviamente). Tutti e 29 questi paesi hanno dei “dibattiti” aperti in corso sull’esattezza dei loro confini, il che rende l’evidenziazione di tutto il loro territorio controversa. Google ne è uscito a modo suo, senza scontentare nessuno, grazie alla cosiddetta “politica dell’amicizia”.
La Crimea
Come è ben noto, Big G odia tutto ciò che è controverso perché gestire questo genere di dispute metterebbe a rischio molti dei suoi introiti finanziari, perciò la soluzione al problema è stata creare diverse mappe per diversi utenti in tutto il mondo a seconda del server del paese a cui accedono.
Se prendiamo in esempio la Crimea, la maggior parte degli utenti nel mondo vede solo una linea tratteggiata che indica la penisola come territorio conteso.
Gli utenti russi invece, vedranno una linea diversa che include la Crimea nel territorio russo. Al contrario gli utenti in Ucraina vedranno una linea quasi trasparente.
Google riesce così ad evitare polemiche mostrando semplicemente tre diverse realtà geopolitiche in modo che tutti siano soddisfatti.

La Cina
Quando parliamo della Cina tocchiamo tasti ancora più delicati: come permettersi di scontentare le autorità di uno stato dove la popolazione complessiva è pari a quasi il 20% di tutti gli abitanti del pianeta (e costituisce una customer base di un miliardo e mezzo di potenziali utilizzatori)? L’edizione cinese di Google Maps è probabilmente la più diversa dalla versione principale delle mappe che si vede nel resto del mondo.
Lo stato di Arunachal Pradesh (o Tibet meridionale) viene tratteggiato in maniera differente per i server cinesi quanto per quelli indiani. Se per tutti il paese viene delimitato a nord, dove l’India afferma che si trovi il confine, e a sud, dove la Cina afferma che si trovi il confine, nei due paesi contendenti lo stesso confine si sposta nel nord per l’India e nel sud per la Cina. La cosa più curiosa, comunque, è che in Cina spariscono dalla mappa anche tutte le strade e le città (che effettivamente esistono) costruite dagli indiani.

Stesso problema con il Jammu e il Kashmir
Nel 1947, dopo la decolonizzazione britannica, il sovrano indù dello stato di questa striscia di terra decise di unirsi all’India, ma il Pakistan non era d’accordo sulla base del fatto che la maggioranza della popolazione in Jammu e Kashmir fosse musulmana. Da allora hanno combattuto molteplici guerre per il territorio, e poi anche la Cina è stata coinvolta rivendicando per sé queste parti di territorio come estensioni delle province cinesi dello Xinjiang e del Tibet. Il Pakistan ha riconosciuto le pretese cinesi come legittime ma continua a rivendicare il resto, mentre l’India rivendica tutto, comprese le rivendicazioni cinesi.
Il territorio è attualmente diviso nell’occupazione tra le tre potenze (tutte dotate di arsenali nucleari!), quindi questo è probabilmente il luogo più difficile e controverso per tracciare confini in qualsiasi parte del mondo.

Ed è così che Google lo gestisce all’interno delle mappe: se visti da qualsiasi luogo nel mondo, apparirà il pasticcio di linee che vi abbiamo mostrato sopra: rivendicazioni senza una visione del confine chiaramente definita. Mentre per gli utenti cinesi, indiani o pakistani il territorio oggetto di disputa è chiaramente tracciato.

Bisogna tener presente inoltre, che praticamente tutto ciò che è di proprietà di Google, (YouTube, Android, Gmail e la stessa home page di Google) è vietato in Cina e l’unico superstite è Google Maps, questo perché Google è riuscito a trovare un accordo con la visione geopolitica del dragone. Come? Assecondando la visione di Pechino in tutto e per tutto.
L’edizione cinese delle mappe mostra persino Taiwan come una provincia della Cina, mentre nel resto del mondo, come è giusto che sia, viene contrassegnata come un’entità indipendente, anche se è riconosciuta come stato da soli 14 stati membri dell’ONU. Mentre il Mar Cinese Meridionale, rivendicato da gran parte delle nazioni del Sud-Est Asiatico (tra cui molte alleati degli USA) viene segnato con un tratto netto per mostrare la sua appartenenza alla Repubblica Popolare.

Questioni politiche anche con Street View
Un’altra problematica, sempre legata a questioni politiche, riguarda il servizio Street View integrato in Google Maps e Google Earth.
Per paesi come la Germania, per esempio, il servizio non può essere disponibile a causa (o grazie) alle norme tedesche sulla protezione dei dati e sulla privacy.
Dato il suo passato turbolento, la Germania considera la privacy una libertà conquistata a fatica tanto da aver portato ad una politica di forte protezione dei dati per i civili tedeschi, politica che ha creato un ostacolo enorme al programma Street View. Google ha cercato di lanciare Street View due volte nel Paese, fallendo in entrambi i casi a causa delle reazioni dell’opinione pubblica.
Nonostante Europa, Usa, Australia e parte del Brasile siano ad oggi “coperti” dal servizio, mancano ancora all’appello quasi tutta l’Africa, l’Asia e intere regioni del Sud America, compresi gran parte del Brasile, il Cile e l’Argentina.
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Quando Google Maps ha quasi scatenato una guerra
Nonostante le precauzioni, Google ha comunque rischiato di scatenare una guerra a causa delle sue mappe.
L’aneddoto risale al 2010 quando, a causa di un errore nell’attribuzione delle divisioni tra Costa Rica e Nicaragua su Google Maps, l’esercito nicaraguense invase la Costa Rica. L’errore Google Maps è stata la giustificazione delle truppe degli invasori.

Una cosa simile successe anche tra Cambogia e Thailandia, nel 2008, quando Google attribuì alla Thailandia l’area del tempio di Preah Vihear: territorio conteso da più di 100 anni, al confine tra i due Paesi. Il governo cambogiano definì Google “irresponsabile” e lo costrinse a provvedere prontamente a ridefinire i confini rendendoli tratteggiati.
Aziende come Google sono comunque diventate protagoniste della scena geopolitica nell’ultimo decennio e il loro processo decisionale è ancora in evoluzione, poco studiato e non altrettanto prevedibile.
Ci leggiamo presto!