Emmanuel Macron: il primo presidente-influencer?

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5 Agosto 2021
Silenzia il telefono

Challenge con influencer popolari, sessioni di Q&A in maniche corte in una stanzetta, video su TikTok e debrief non ufficiali del Consiglio dei Ministri su Twitch: perché Emmanuel Macron sta diventando – o forse è già – il primo Presidente-influencer.  

Fin dal suo insediamento, Emmanuel Macron si è dimostrato un personaggio capace di spaccare la popolazione: dentro e fuori dalla Francia, o lo si ama o lo si detesta. Non solo per gli alti e bassi della sua gestione della République – sulla quale non daremo una valutazione su queste righe – ma soprattutto sul suo modo di comunicare, da sempre al di fuori dei canoni che i presidenti francesi – o quantomeno i capi di stato europei – hanno da sempre. Confinante con un’Italia guidata da un Presidente del Consiglio che ha scelto di non utilizzare i social network, c’è una Francia guidata da un Président che sempre di più si sta comportando come un influencer ventenne, ben lontano dalla distanza e da quella “eccentrica sacralità” che i suoi predecessori hanno regolarmente riservato al loro ruolo istituzionale. 

Il video di Emmanuel Macron con Carlito e McFly, i due Youtuber più popolari di Francia

Se già molti dei discorsi alla Nazione legati alla crisi Covid avevano prodotto qualche “tormentone” tra i francesi
– durante il lockdown, era attesissimo il suo “mes chers compatriotes” di apertura – Emmanuel Macron entra ufficialmente nel mondo degli Youtuber a maggio, quando decide di lanciare una “challenge di aneddoti” a Carlito e McFly, i due videomaker più popolari di Francia. Et voilà: più di 10 milioni di views in 3 giorni per 36 minuti in cui due perfetti tamarri entrano nell’Eliseo tirato a lucido e fanno a gara di poker face con l’uomo più potente del loro Paese. Interessante l’oggetto della scommessa: dopo la vittoria di Monsieur Le President, i due influencer sono stati messi dentro a due caccia della Patrouille de France – le Frecce Tricolori francesi, per intenderci – durante il sorvolo delle celebrazioni del 14 Luglio

Emmanuel Macron nella sua Instagram Story

Non è l’unico episodio. Oltre ad essere il primo Presidente della Repubblica Francese a sbarcare su TikTok, Macron ha annunciato l’ordine al suo portavoce di pubblicare un regolare “debrief”  su Twitch dopo ogni riunione del Consiglio dei Ministri. Infine, in nome della sua lotta al Covid, pochi giorni fa “Manù” (come lo chiamano i francesi) è comparso nelle sue Instagram stories in maniche corte in una stanzetta, rispondendo personalmente a tutte le domande sulla crisi sanitaria inviate dai followers

Macron si scatta un selfie

La domanda sorge spontanea: perché lo fa? In realtà la strategia messa in piedi da Emmanuel Macron non è così frivola come può sembrare. In primo luogo, parliamo di un Paese dove il Presidente della Repubblica ha un potere molto più saldo che in Italia (nomina il Presidente del Consiglio e e resta in carica per tutto il suo mandato) e la sua figura gode in genere di un rispetto e un’ammirazione di base che in Patria eguagliano il Presidente degli Stati Uniti: questo dona una maggiore libertà di azione (e di sperimentazione), specialmente in Francia, dove i media tradizionali (tv, giornali e radio) sono snobbati dalle fasce di popolazione più giovane. 

Un meme che ironizza su un possibile “codice sconto” speciale sul pagamento delle tasse…

Ed è proprio a questi giovani elettori a cui Emmanuel Macron desidera strizzare l’occhio, cercando di accaparrarsi il loro luogo preferito, dove pochi politici al mondo ne sono usciti in maniera credibile: internet e i social media. In più, le elezioni del 2022 sono alle porte e, al di là di un’immagine “giovane e ganza”, la posta in palio è la riconquista di un elettorato under 35 particolarmente “frastornato” dopo l’annuncio delle rigide restrizioni governative legate al possesso del green pass. Nonostante i meme e la facile ironia dei commenti, questa strategia – che, ricordiamolo, è comunque solo un aspetto di una strategia politica più ampia – sembra funzionare, con Macron che continua a giocarsi la riconferma tenendo saldo il suo discreto margine su Marine Le Pen. 

il profilo TikTok di Emmanuel Macron

Su questa e su altre scelte politiche, saranno le elezioni a dare il verdetto: quello che è interessante osservare è una lenta e naturale evoluzione del mondo social vicino alla politica. In quasi 20 anni, nel mondo abbiamo visto presidenti eletti grazie alla spinta social (come il primo Obama), altri “sorretti” da interi sistemi di fake news amplificate dai social (i nomi li conoscete, suvvia) e partiti interi che hanno esitato decisioni importanti per consultare piattaforme online. Non si è mai visto un Presidente-Influencer, abile nel vendere la sua politica e capace di mettere da parte il “timore reverenziale” del suo ruolo, modernizzarsi e dare l’impressione di aprire il dibattito. Forse non è il massimo della spontaneità (o forse sì), ma è incoraggiante assistere agli esperimenti di una politica che sembra volersi staccare dalle “bestie” subdole fatte di algoritmi, fake news ed account finti aizza popolo. Se tutti i leader facessero così migliorerebbe davvero la società? Probabilmente no, ma la risposta giusta a questa domanda è molto più complicata di questo articolo. 

Ci leggiamo presto!

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