Per un creator è necessario avere centinaia di migliaia di followers per avere un buon ritorno economico? Sembrerebbe di no. Infatti da qualche tempo alcune piattaforme, come Patreon, hanno dimostrato che per avere un buon guadagno i creator possono avere anche solo poche centinaia di seguaci.
COMMUNITY DI NICCHIA E CONVERSION: COPPIA VINCENTE
Nonostante il boom dell’influencer marketing nell’ultima decade, i creator, che basano la maggior parte dei loro guadagni ed entrate sul loro lavoro fatto sui social network, stanno venendo a confrontarsi con alcuni inconvenienti che stanno diventando sempre più familiari: un business costruito su piattaforme il cui algoritmo cambia molto spesso, gli shadowban, vari e imprevedibili down, il dover alimentare continuamente i propri canali e profili social e, infine, il non sempre (e già approfondito da noi qui) giusto compenso economico.

Da tutta questa serie di fattori sono nate alcune piattaforme come Patreon, Substack, Gumroad e Kajabi che permettono ai creator di connettersi direttamente con le loro community creando per questa contenuti in esclusiva e/o in anteprima a cui si può accedere a pagamento. Siamo di fronte, insomma, a una possibile nuova ondata di creator indipendenti i cui contenuti e la loro visibilità si sottraggono al giogo degli algoritmi variabili dei big player.
Recentemente, un report realizzato da Nonfiction Research e Bodacious Strategy Studio e commissionato da Mighty Networks (un’altra di queste nuove piattaforme che permette ai creator di avere un maggiore controllo sui loro guadagni), ha analizzato come 1624 creator riescano ad avere un’entrata economica interessante producendo contenuti su questa tipologia di canali. Infatti Mighty Networks, pur traendo vantaggio dal suo panel di iscritti, fa una panoramica di una realtà di influencer più ampia, anche di iscritti ad altre piattaforme.
Questi creator ovviamente si appoggiano ancora ai social network più conosciuti, ma non vi si basano esclusivamente, preferiscono infatti investire in community di nicchia, iper fedeli e disposte a seguirli anche in modalità paid.
Queste piattaforme infatti, per loro stessa natura, non sono uno spazio “in affitto”, ma completamente possedute dai creator e dove possono sbizzarrire la loro inventiva.
Inoltre è fondamentale sottolineare l’importanza del concetto di community di nicchia: secondo il report in questione, infatti, basti pensare che per guadagnare 1000$ al mese ci vogliono, di solito, 229 iscritti a Substack, 224 supporter su Patreon, 100,000 follower Instagram o 2 milioni di views al mese su YouTube. Secondo il report i 250 creator che hanno più introiti su queste piattaforme hanno delle community piccolissime, di circa 8500 followers.
E questo accade principalmente perché le audience più piccole, targettizzate e fidelizzate sono più ben disposte a usufruire di un contenuto a pagamento creato per loro su misura piuttosto che di un contenuto creato per la ”massa”.
Questi creator, infatti, sono più portati a creare community dove le persone possano confrontarsi e scambiarsi idee e opinioni, anziché enormi hub dove la fidelizzazione passa solo tramite like, cuori e commenti.
Questo comporta che le community siano veramente vive, dei veri organi pulsanti che, autonomamente, producono anche dei filoni di argomenti e di pensiero. La community ha una sua energia e un suo dinamismo e, di conseguenza, anche i creator possono postare meno spesso, ma con più qualità.
L’idea quindi non è creare una marea di contenuti, ma pochi e ben mirati di modo che i followers possano tornare sulle piattaforme perché veramente parte di una community interessata e fidelizzata.
Quali sono le principali piattaforme di questo tipo? Qui di seguito una breve panoramica
LE PRINCIPALI PIATTAFORME PER CREATOR INDIPENDENTI
PATREON

La piattaforma più conosciuta e utilizzata è Patreon: l’iscrizione è gratuita, ma, appena l’influencer inizia a guadagnare, viene trattenuta una percentuale variabile del suo guadagno, in base alla tipologia di piano che ha sottoscritto (5% Lite, 8% Pro, 12% Premium). Come scritto sullo stesso sito di Patreon, le commissioni per l’elaborazione dei pagamenti coprono il costo di tutto ciò che fanno dietro le quinte per riscuotere i pagamenti dei sostenitori in modo sicuro e affidabile. Su Patreon i creator possono condividere praticamente tutte le tipologie di contenuti, dai longform ai podcast, dai video ai tutorial.
Patreon è sicuramente il più famoso tra questi nuovi tool e sta largamente spopolando anche in Italia. Ad esempio Breaking Italy Club di Alessandro Masala, format editoriale di successo nato su Youtube, su Patreon è presente con il suo profilo omologo dal quale spiega il perché di questa scelta:
Breaking Italy Club è un servizio in abbonamento volontario: se decidi di donare delle risorse non lo fai perché devi ma lo fai perché vuoi; lo show rimarrà gratuito, per tutti, per sempre. I tuoi contributi verranno poi investiti per migliorare lo show, ampliare l’offerta e rendere Breaking Italy immune alle censure di Youtube, che punisce i contenuti controversi.
Un altro creator italiano che ha deciso di spostarsi – anche – su Patreon è oroscopo_paolococks dopo che, sul suo profilo Instagram, si è visto costretto a censurare i suoi oroscopi irriverenti e senza filtri.
SUBSTACK

Substack è stato fondato nel 2017 e si basa su un modello di business abbastanza semplice, che permette a qualsiasi azienda o giornalista di creare una newsletter e chiedere ai lettori di finanziarla su base mensile o annuale, e si mantiene trattenendo il 10 per cento delle entrate totali. Ha, da subito, incontrato il favore soprattutto di chi aveva molto da dire – e scrivere – tra cui soprattutto un target di giornalisti che ha potuto crearsi una propria nicchia, affrancandosi dalle testate istituzionali.
GUMROAD

Gumroad nasce per vendere prodotti digitali direttamente online. In particolare, l’idea alla base di Gumroad è quella di facilitare la vita di musicisti, artisti, scrittori, registi e designer consentendo loro di vendere tracce musicali, ebook, fumetti, plugin per Photoshop e video, dando modo di scegliere tra un’ampia scelta di formati. Si può creare un profilo, che funge da landing page, sulla quale è possibile vendere i propri prodotti, interagire con la propria fan base e vedere come i follower interagiscono con il prodotto. Grazie a queste statistiche, quindi, il creator può anche monitorare l’andamento del proprio prodotto per modificare, se necessario, la sua proposizione di vendita.
KAJABI

Kajabi, infine, è una piattaforma online che permette di monetizzare un blog o un sito web: la url è personalizzata e sono anche disponibili tutta una serie di strumenti utili a chi utilizza la piattaforma come un sistema di raccolta email, campi personalizzabili, report di vendita. Si possono personalizzare i temi e, nelle landing page di prodotto, si possono inserire video-corsi per facilitare l’esperienza degli utenti. Si può inserire per ogni prodotto dei file scaricabili (documenti, presentazioni, ulteriori immagini) e schedulare un servizio di “customer care” in modo che un cliente riceva notizie se si mette in vendita un prodotto simile a quello da lui acquistato.
Dato che i piani di abbonamento non sono esattamente i più economici sul mercato (si parte da 103$ per arrivare a 719$ al mese), Kajabi è la piattaforma perfetta soprattutto per chi vuole vendere videocorsi online, ma non di certo per blogger alle prime armi, dato l’impegno economico che richiede.
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Insomma se, come citato in precedenza, i top creator presenti su queste piattaforme hanno al massimo 8.500 followers a testa e hanno comunque un buon guadagno mensile, non ci vorrà molto prima che ancora più creator si rendano conto che questo nuovo modo di fare questo lavoro e riceverne un guadagno possa essere preso in considerazione.
Ci leggiamo presto!