Con una VPN, siamo entrati nell’internet russo. Ecco cosa abbiamo scoperto sui cloni dei social occidentali

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2 Aprile 2022
Tocca mettersi comodi

Nel 2022 le guerre non vengono combattute soltanto con i fucili, il conflitto passa anche dal web, dove Russia e Ucraina si scambiano colpi più o meno proibiti. Putin tenta di distaccarsi completamente dall’Occidente e in un’odierna guerra fredda alza una cortina di bit sui social network di Zuckerberg mettendo in campo i propri cloni. Per un giorno abbiamo provato a diventare dei cittadini russi e provato a capire cosa sta succedendo.

Anno 2022, l’esercito della Federazione Russa invade l’Ucraina, rea di un eccessivo avvicinamento all’Occidente e di aver in passato rovesciato in modo violento il governo di alcune regioni orientali da sempre filo-russe.

Al di là dei fatti consumatisi sul terreno di battaglia, dopo solo pochi giorni dall’inizio del conflitto ci si è resi conto che le due parti non avrebbero combattuto soltanto con i fucili per le strade, ma anche sul web a colpi di attacchi hacker e fake news. Dal mese di marzo, a fianco del cruento e terribile conflitto bellico, è iniziato un walzer di botta e risposta tra il Cremlino e Kiev sui mass-media, con tutte le altre nazioni a fare da spettatrici.

Indipendentemente dalle ragioni che hanno portato all’origine del conflitto, risulta evidente come la percezione che i due governi danno di sé diviene di importanza cruciale per eventuali alleanze. Finora la comunicazione del Cremlino è stata molto rigida ed istituzionale, con continue dimostrazioni di forza e potere da parte di Putin, mentre al contrario il Presidente Zelens’kyj ha deciso di adottare uno stile comunicativo più vicino alle persone comuni, e questo ha senza ombra di dubbio iniziato a spostare l’ago della bilancia in favore di Kiev.

Come spesso accade soprattutto sui social network le bacheche degli utenti sono state invase da notizie sul conflitto, tra cui molte fake news, alimentate dai like e condivisioni degli utenti stessi. Ma i problemi veri, soprattutto di ordine pubblico per Mosca, sono arrivati con i primi attacchi attacchi hacker da parte di gruppi più o meno organizzati (Anonymous su tutti) e dalla creatività degli utenti che ha bypassato la censura da sempre imposta dal Cremlino sugli affari di politica estera.

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Una VPN per aggirare la Cortina di Ferro

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è sicuramente da ricondurre ad un allentamento della censura da parte di Mark Zuckerberg sui suoi social network, rendendo di fatto leciti insulti e commenti provocatori nei confronti dell’invasore. La situazione, resasi inaccettabile, ha portato ad una decisione senza precedenti: l’inquilino del Cremlino ha oscurato Instagram e Facebook nel territorio russo, utilizzati rispettivamente dal 59% e dal 37% dei cittadini russi, per sostituirli con dei cloni controllati dal potere centrale. 

Il governo Russo ha così applicato una ferrea censura mirata soprattutto ai siti di informazione indipendenti e i social network occidentali. Censura ampiamente aggirata grazie alle VPN: secondo TOP10VPN, l’Ufficio del Procuratore Generale russo ha bloccato ben 535 domini, tra cui le più famose piattaforme social, siti di informazione come Wikipedia oppure tutti i domini ucraini. Dal canto suo la popolazione russa, di per sé già diffidente in merito alle comunicazioni istituzionali del proprio governo, ha iniziato ad utilizzare i servizi di VPN per aggirare i blocchi imposti dal Cremlino. Il 4 marzo, giorno del ban di Facebook e Twitter, gli utilizzi delle VPN sul suolo russo sono aumentate di oltre il 1.000%, mentre il 14 marzo, giorno del blocco di Instagram, sono aumentate di oltre il 2.600%.

Vista l’impossibilità tecnica di attuare un vero e proprio embargo delle telecomunicazioni, il Cremlino ha iniziato a contattare i siti di informazione, tra cui Wikipedia, imponendo la rimozione di contenuti relativi al conflitto in corso, tentativo (prevedibilmente) non andato a buon fine.

In tutte le principali piazze del mondo sono iniziate delle vere e proprie sommosse popolari, con lo scopo di ottenere il ritiro immediato delle truppe russe. Nemmeno la paura di multe e arresti ha fermato i manifestanti che stanno continuando, anche in questi giorni, a manifestare il proprio dissenso nei confronti della guerra.

Social Occidentali? Niet… o quasi

Abbiamo voluto fare un piccolo esperimento: immedesimarci in un cittadino russo che tenti di accedere a un social network occidentale. Armati di VPN ci siamo collegati con un server di Mosca e abbiamo testato l’accesso ai portali che frequentiamo tutti i giorni e non sono mancate le sorprese.

Nel momento in cui scriviamo (1 aprile, nda), contrariamente alle nostre aspettative, siamo riusciti ad accedere ad Instagram. Per scruopolo, abbiamo verificato la cosa con due servizi VPN differenti.

Abbiamo inserito con un po’ di timore le nostre credenziali, ben consci di essere in qualche modo spiati, ma nulla ci ha vietato l’accesso ai nostri contenuti, mentre le foto, i post, le stories ed i reels sono rimasti tutti fedelmente al loro posto, perfettamente visualizzabili anche oltre la cortina di ferro virtuale. Non è chiaro se in un qualche modo la connessione tramite VPN abbia influito, ma, alla prova dei fatti, Instagram sembra funzionare ancora. Molto probabilmente con il rilascio della versione ufficiale di Rossgram, il clone russo del social network di Zuckerberg, Instagram verrà definitivamente censurata alla popolazione russa.

Schermata del tentativo (riuscito) di accesso ad Instagram

Diverso è invece stato l’esito per quanto riguarda Facebook e Twitter. Nonostante i ripetuti tentativi di accesso ci è stato impossibile anche solo visualizzare l’home page dei due social network a causa dell’interruzione di connessione, interruzione molto probabilmente dovuta a “cause di forza maggiore”. È andato a vuoto anche il tentativo di connessione con il sito della BBC, uno dei maggiori organi di informazione statunitense reo, secondo il Cremlino, di disinformazione sul confronto bellico.

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Abbiamo provato a collegarci a Facebook tramite VPN dalla Russia

Rossgram, il clone russo di Instagram

Il sogno, non troppo velato, di Putin è quello di avere il pieno controllo dell’informazione, social network compresi. Dopo il ban di Instagram, il Cremlino ha iniziato a lavorare per rilasciare Rossgram, un vero e proprio clone controllato dal governo.

Il creatore del nuovo social network è Alexander Zobov, esperto di marketing digitale ed ex compagno di classe nientepopodimeno che di Pavel Durov, creatore di Vk e di Telegram. Se siete curiosi di saperne di più, avevamo approfondito l’argomento in questo articolo.

Noi della redazione de La Gazzetta abbiamo deciso di provare in anteprima per voi questo nuovo Social Network, per questo ci siamo iscritti al canale telegram ufficiale che quotidianamente tiene aggiornati gli utenti circa lo stato di avanzamento dello sviluppo di Rossgram. Il 29 marzo è ufficialmente terminata la fase di sviluppo e ora i programmatori sono impegnati nei test interni. Ad oggi (1 aprile, nda) non è ancora stata rilasciata la versione ufficiale, ma abbiamo inserito il nostro nominativo nella lista d’attesa e vi terremo aggiornati non appena ci saranno ulteriori sviluppi.

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Annuncio sul canale Telegram ufficiale di Rossgram

Rutube, video streaming per tutti

Rutube è un grande portale di video hosting poco in voga in occidente, ma molto frequentato dai cittadini Russi. Fino a qualche settimana fa il portale era al secondo posto tra i portali di streaming video, secondo al più famoso YouTube di Google ma ora, con l’incertezza portata dal conflitto bellico, ha guadagnato la prima posizione.

A metà marzo il Roskomnadzor, l’Organo Federale per la supervisione della Connessione e Comunicazione di Massa, ha chiesto a Google di rimuovere alcuni contenuti ritenuti offensivi dal governo russo, richiesta non andata a buon fine.

Visto il momento di grande incertezza e le minacce del governo di oscurare il portale come ha già fatto con Facebook e Twitter, molti utenti russi hanno iniziato a migrare verso Rutube, che ora starebbe lavorando sulla possibilità di verificare i nuovi account tramite Gosuslugi, un servizio che fa da tramite tra le persone fisiche e l’accesso alle informazioni governative. Un portale con il pieno controllo del governo Putin.

Ma cos’è esattamente Rutube?

Come già detto si tratta di un portale di hosting video, lanciato nel 2006 e controllato da Gazprom Media (società notoriamente vicina al governo), con una media di oltre 30 milioni di utenti e 168 milioni visualizzazioni per i suoi contenuti. Con un’interfaccia semplice e intuitiva anche per chi non conosce la lingua (e sospettosamente simile a YouTube), ospita video di utenti privati ma anche trasmissioni TV e web radio.

Proprio in questi giorni la piattaforma sta registrando un notevole aumento delle iscrizioni con un ritmo di circa 450.000 utenti al giorno e, almeno per ora, riesce a sopportare questo maggior flusso di dati senza eccessivi problemi, anche grazie al recente rinnovo della sua infrastruttura.

Il Cremlino, a partire dalla fine del 2021, ha iniziato a investire ingenti somme in Rutube, che fa pensare a come tutto sia frutto di un’accurata pianificazione da parte degli strateghi russi. Il governo ha iniziato ad offrire a giovani YouTuber e TikToker fino all’equivalente di 1.700 dollari al mese (circa il doppio di uno stipendio medio russo) per spostare i propri contenuti nella piattaforma amica, a patto però di evitare argomenti religiosi o politici che potrebbero turbare la quiete pubblica.

Nella piattaforma possiamo trovare video divertenti, curiosità e video istruttivi, tutti sottoposti a un controllo orwelliano da parte del governo. La piattaforma riporta numerosi canali informativi che, riguardo al conflitto bellico, sono apertamente schierati dalla parte di Putin, riportando le notizie in modo parziale o fazioso.

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Schermata di Rutube (tradotta in italiano)

Benvenuti nel “1984”

Con la censura dei social occidentali e la conseguente sostituzione con altri filo-russi, Putin raggiunge così l’obiettivo del totale controllo delle informazioni sul web, in pieno contrasto con il principio stesso con cui è stata creata la rete. Come in un novello “1984” l’occhio del governo mette al vaglio ogni singolo post, immagine o video condiviso dagli utenti su Vk, Rutube e fra pochi giorni anche su Rossgram, pronto a punire gli eventuali dissidenti.

Gli utenti saranno d’accordo con questo capillare controllo? Dal repentino aumento dei download di software VPN sembrerebbe proprio di no, le persone continuano a ricercare quella libertà di espressione tanto agognata ma mai fino in fondo ottenuta, nonostante siano passati quasi 23 anni dal crollo del muro di Berlino e 21 dalla fine dell’URSS.

Una pesante situazione che, a conti fatti, blocca lo sviluppo di un’intera nazione in materia di cultura generale per favorire lo status quo di pochi potenti.

Noi continueremo a monitorare la situazione e attendere con ansia il rilascio ufficiale di Rossgram per raccontarvi tutti gli sviluppi. Perciò continuate a seguirci e…

Ci leggiamo presto!

Credits Cover: Euronews.com

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