Twitter, il social network la cui acquisizione da parte dell’eccentrico imprenditore Elon Musk si è conclusa alla fine di ottobre 2022, è stata preso di mira da moltissimi dei suoi utenti per la decisione del nuovo CEO di imporre un pagamento mensile di otto dollari per ottenere (o mantenere) la “spunta blu” di verifica degli account: proprio per questo motivo, un gran numero di utenti ha deciso di trasferirsi su Mastodon, il social del Fediverso, definito dai neo oppositori di Musk l’anti-Twitter. Ma che cos’è il Fediverso? E Mastodon in cosa si differenzia dal social dell’uccellino blu? E quali opportunità offre? Scopriamolo assieme!
Il 27 ottobre scorso, dopo una contesa legale protrattasi per quattro mesi, l’imprenditore sudafricano Elon Musk, CEO di Tesla, SpaceX, The Boring Company e cofondatore di Neuralink, ha portato a termine l’acquisizione del social network Twitter per la straordinaria cifra di 44 miliardi di dollari.
L’ingresso di Musk in azienda è stato a dir poco burrascoso: nel giro di pochi giorni sono stati licenziati quattro top manager tra cui il CEO Parag Agrawal e la Responsabile degli affari legali e della policy Vijaya Gadde (colei che a gennaio 2021 aveva deciso di sospendere l’allora Presidente uscente Donald Trump dalla piattaforma per timori di incitamento alla violenza dopo l’assalto al Capitol Hill a Washington da parte dei suoi sostenitori) e tra i primi annunci del nuovo CEO, uno ha suscitato un enorme scalpore generale: a inizio novembre infatti Elon Musk ha annunciato che per mantenere lo status di account verificati, agli utenti sarebbe stata richiesta la sottoscrizione di un abbonamento mensile.
La quota inizialmente prevista per mantenere la “spunta blu” accanto al nome utente era di venti dollari mensili, ma dopo un tweet dai toni particolarmente aspri dello scrittore Stephen King – autore di cui Musk è fan – Elon ha deciso di ridimensionare la quota a otto dollari.

Il pagamento di una fee per ottenere il tick blu è stato scelto da Musk come metodo per contrastare i bot e gli account troll presenti sulla piattaforma e per permettere alla stessa di avere introiti derivanti non esclusivamente dalle pubblicità; inoltre gli utenti che decideranno di verificarsi a pagamento avranno, a detta dello stesso Musk, una serie di vantaggi tra cui la possibilità di pubblicare video e audio di durata maggiore rispetto agli altri utenti, maggiore visibilità sia per quanto riguarda menzioni e risposte ai tweet e ultimo ma non meno importante, esposizione alla metà degli annunci pubblicitari rispetto al resto degli utenti.
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Moltissimi utenti, abituati alla gratuità del social, non hanno visto di buon occhio l’iniziativa del nuovo CEO di Twitter e hanno deciso di dargli battaglia sul suo stesso terreno di gioco, mandando in trend l’hashtag “#Mastodon” – una piattaforma di microblogging che si pone come competitor diretto di Twitter (La Gazzetta del Pubblicitario ha dedicato un approfondimento su questo social network) – e annunciando la loro intenzione di abbandonare il social dell’uccellino blu per trasferirsi nel più libero fediverso.
Ma che cosa sono il Fediverso e Mastodon?
Il Fediverso, nato nel 2008 per mano dello sviluppatore software Evan Prodromou, è un ecosistema virtuale di siti web “comunicanti” denominati istanze: Mastodon è l’istanza dedicata al microblogging in stile Twitter, ma ne esistono molti altri come PeerTube, piattaforma di condivisione video come YouTube, o Pixelfed, social network simile a Instagram, o ancora Friendica, il Facebook alternativo, e così via.

Le istanze del Fediverso si differenziano dai social network “tradizionali” per una serie di caratteristiche che molti utenti trovano vantaggiose:
- Decentralizzazione: la natura stessa delle istanze istanze si basa sull’assenza di una proprietà: pur essendo ogni istanza dotata di proprie regole interne relative alle linee di condotta da seguire, queste sono il frutto della condivisione di idee e principi delle community stesse, piuttosto che delle scelte di un numero ristretto di persone.
- Persone, non algoritmi: la moderazione dei contenuti nelle istanze non è affidato a degli impietosi algoritmi, ma tutto ciò che viene condiviso, che si tratti di materiale video, audio, immagini o testo, è moderato da persone fisiche che si prestano volontariamente per garantire una corretta diffusione di contenuti;
- Interconnessione: a differenza di quanto accade su Instagram, Facebook, TikTok e gli altri social network mainstream, i quali sono in competizione tra loro per accaparrarsi il numero più alto di utenti, nel fediverso le istanze sono “comunicanti” tra loro, il che permette agli utenti di cercare e condividere contenuti o di comunicare con utenti iscritti alle altre piattaforme, senza dover necessariamente creare molti account;
- Nessun tracking dei dati, zero pubblicità: com’è noto, i social network raccolgono informazioni sui propri utenti per poi rivenderle ed esporre il proprio pubblico ad advs più pertinenti basate sulle loro preferenze. Nel fediverso il tracking di dati degli utenti non è presente, così come non è presente la pubblicità, ma le varie istanze si sostengono tramite donazioni e crowdfunding.
- Popolosità delle istanze: il fediverso, pur esistendo da quattordici anni, è stato – almeno per il momento – adottato da poche persone. Minore è il numero degli iscritti, maggiore è la visibilità di chi contribuisce alle discussioni.
Mastodon, nello specifico, è stato sviluppato nel 2016 da Eugen Rochko, un software developer tedesco classe 1993, come risposta all’annuncio da parte di Peter Thiel, imprenditore americano noto per essere il co-fondatore di PayPal, di voler acquistare il social network: per Rochko, l’idea che la proprietà di un social network potesse finire nelle mani di un singolo individuo semplicemente non era accettabile, così decise di dare forma all’anti-twitter.
La community della piattaforma di microblogging ha continuato a crescere nel tempo e nell’ultimo periodo, a causa dell’acquisto di Twitter da parte di Elon Musk, ha registrato un’impennata nelle registrazioni arrivando a raccogliere una platea di circa cinque milioni di iscritti.
Non esistono problemi, esistono solo opportunità
Il distacco di sempre più persone dai social media “tradizionali” e la ricerca di community fatte da persone per le persone rappresenta un’eccellente opportunità di branding per sia per i singoli individui che per le più disparate realtà aziendali anch’esse, come nel caso di Twitter, in fuga in cerca di porti più sicuri: in entrambi i casi infatti, la possibilità offerta dalle varie istanze di dialogare con delle nicchie di utenti in maniera più diretta, trasparente e mirata, potrebbe dare spazio a nuove modalità di comunicazione dei propri valori e della propria mission in modo nuovo rispetto a quanto le logiche di advertising abbiano fin qui permesso.
Mastodon e più in generale il fediverso – secondo le parole del creatore di Mastodon, Eugen Rochko – ci dimostrano quanto gli utenti stiano sviluppando un’attenzione sempre più crescente nei confronti della propria libertà di espressione e quanto sia necessario per i social network, se vogliono sopravvivere, sviluppare modelli che puntino alle persone, non alle metriche, come core dei loro business.
Ci leggiamo presto!
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