YouTube sta sperimentando una suite di prodotti pubblicitari audio progettati per aiutare le aziende a raggiungere il “pubblico distratto”, dando la priorità all’esperienza sonora rispetto a quella visiva. Riusciranno i marketer a parlare a quel segmento di utenza che utilizza la piattaforma per ascoltare musica e podcast? Ne parliamo nell’articolo di oggi.
YOU TUBE ADS: LA NUOVA ERA DEGLI SPOT IN FORMATO RADIO
Era il 1922, quando una stazione radio statunitense della AT&T, trasmise il primo spot radiofonico della storia all’interno di un programma, per conto di una immobiliare newyorkese. Lo spot aveva la durata di 10 minuti e costò all’azienda circa 300 dollari per un totale di cinque spot pubblicitari che promuovevano la vendita di alcune case in campagna.
In Italia, invece, si è dovuto aspettare il 1926, quando venne fondata la SIPRA (Società Italiana Pubblicità Radiofonica Anonima), la quale, di lì a poco, iniziò a trasmettere i primi spot pubblicitari mandati in onda durante gli intervalli tra i programmi.
Oggi, a distanza di un secolo, YouTube sperimenta le pubblicità “radiofoniche”: nessun video, solo voce. L’intento di YouTube Audio Ads è infatti quello di raggiungere tutti coloro che sono soliti ascoltare musica o podcast in background utilizzando la famosa piattaforma di Google.

YOUTUBE ADS: COME NASCE IL CAMBIO DI ROTTA
Secondo un’analisi del 2020 riguardante le modalità di fruizione e le preferenze degli italiani nei confronti della musica in streaming, portata avanti da Kantar e ComScore, più del 90% degli italiani afferma di ascoltare musica in streaming e il 74% di loro afferma di farlo utilizzando YouTube.
Le ragioni sono legate principalmente all’accesso facilitato da mobile e all’ampia varietà del suo catalogo musicale con particolare attenzione e predilezione ai video ufficiali e i concerti promossi direttamente dagli artisti.
“YouTube conta oltre 2 miliardi di utenti registrati ogni mese e più del 50% di queste persone trascorre più di 10 minuti di contenuto musicale al giorno” – ha dichiarato recentemente Francesca Mortari, Director Partnership YouTube per il Sud Europa.
Senza contare inoltre le migliaia di video-podcast messi in background mentre si fa una corsa o si va in metro, scegliendo tra i contenuti messi a disposizione dal tubo.
Secondo una recente ricerca del Reuters Institute for the Study of Journalism, compiuta su un campione di paesi tra cui l’Italia, ogni mese, circa il 31% degli utenti della rete, accedono a contenuti podcast.
Nel 2020 gli italiani che hanno ascoltato podcast almeno una volta nel corso dell’anno, sono stati 13,9 milioni, ovvero il 15% in più rispetto al 2019.

È così che YouTube prova quindi a sfruttare le potenzialità del canale per fornire agli inserzionisti che sfruttano le campagne video di Google Ads, la possibilità di utilizzare la piattaforma per pubblicare annunci di solo audio, più economici ed efficaci, a seconda dell’obiettivo di marketing.
“Gli annunci audio sono caratterizzati da creatività in cui la colonna sonora audio svolge il ruolo di protagonista nella consegna del tuo messaggio” , spiega Melissa Hsieh Nikolic, Group Product Manager di YouTube Ads, in un articolo pubblicato sul blog di Google
Durante i test effettuati dall’azienda, si è riuscito a dimostrare, infatti, che il 75% delle campagne di annunci audio misurati su YouTube ha generato un aumento significativo della notorietà del marchio, talvolta ottenendo incrementi superiori al benchmark del 14%.
MA COME FUNZIONANO QUINDI LE INSERZIONI AUDIO DI YOUTUBE?
Gli annunci audio di YouTube vengono mostrati durante lunghe sessioni di ascolto e durante la riproduzione di YouTube in background.
Come già specificato, il formato dell’annuncio è principalmente caratterizzato da una voce fuori campo, tuttavia viene visualizzata sullo schermo, al momento della riproduzione, anche un’animazione o un’immagine fissa che accompagna l’audio.
Gli annunci audio vengono visualizzati solo su contenuti musicali o podcast: sono disponibili lineup audio tra cui scegliere, come ad esempio musica pop, rock, EDM e tutte le categorie podcast, per l’appunto.
La versione degli annunci è tuttavia ancora in beta e Google richiede che le aziende eseguano due sondaggi sull’impatto del brand prima di ritenerle idonee a pubblicare.
Gli annunci audio sono attualmente disponibili (non ancora su territorio italiano!) nelle piattaforme Google Ads, Display & Video 360, con requisiti e specifiche che includono: durata dell’annuncio (massimo 15 secondi), dimensione del file (massimo 128 GB) e buona risoluzione delle immagini.
YOUTUBE VS SPOTIFY ADS
I detrattori penseranno che la mossa di Big G sia atta principalmente a rivendicare il territorio di Spotify, avendo guardato con preoccupazione alla crescita delle entrate pubblicitarie legate alle strategie audio-first degli streamer musicali.
Secondo alcuni dati pubblicati dalla piattaforma svedese, Spotify conta ora 365 milioni di utenti attivi al mese a livello globale (con un incremento del 22% anno su anno). Di questi, 210 milioni sono utenti esposti a messaggi pubblicitari.
Nel terzo trimestre dello scorso anno l’azienda ha dichiarato di aver raggiunto 1,21 miliardi di euro di fatturato grazie agli utenti Premium ma, al contempo, gli investimenti pubblicitari sugli account gratuiti, hanno generato circa 150 milioni di euro a fine 2018 con particolare attenzione al mercato USA e grazie ad un servizio di programmatic advertising (la pubblicità targhettizata calibrata sulle preferenze dell’utente) che ha permesso ai brand di individuare il giusto target di utenti a cui presentare l’annuncio.

Quanto costa fare pubblicità su Spotify? E quali sono i vantaggi?
Proprio come Google Ads, Spotify Advertising permette anche ai piccoli inserzionisti di pubblicare annunci pubblicitari in totale autonomia, riducendo così i costi di creazione e gestione delle campagne.
I formati di annunci disponibili, inoltre, possono essere di diverso tipo e vengono scelti a seconda dell’obiettivo aziendale e della membership dell’utente: le classiche audio ads si affiancano ad annunci video, display e sponsorship, in pieno stile Google.
QUINDI, MEGLIO L’AUDIO O MEGLIO IL VIDEO?
Creatopy, (piattaforma che permette di creare banner, gif, video e tanto altro) ha deciso di testare l’efficacia degli Audio Ads di YouTube rispetto agli annunci Video, investendo $6,797 per effettuare un test A-B.
L’obiettivo delle campagne parallele (con budget di 100 dollari al giorno per ciascuna) era quello di incrementare la brand awareness.
Al termine del periodo di prova, il numero delle impression (il numero di volte cioe’ in cui è comparso l’annuncio) era più alto per gli audio ads rispetto agli annunci video, mentre i click erano stati meno della metà sui primi rispetto ai secondi.
Questi, e una serie di altri dati specifici relative a parametri molto tecnici su cui non intendiamo soffermarci in questa sede, hanno portato alla conclusione che entrambi i formati di annunci possono essere ritenuti validi e performanti a patto che si tenga presente l’obiettivo di marketing aziendale.

“Abbiamo notato che raggiungendo le audience nei momenti in cui lo schermo è primo piano o nei momenti di ascolto privi di uno schermo, il passaggio di messaggi pubblicitari, sia video che audio, produce risultati migliori per il brand rispetto al solo passaggio di messaggi pubblicitari video, con un aumento di 1,9 volte dell’ad recall e un aumento di 2,2 volte della brand awareness. Inoltre, i messaggi pubblicitari video vengono trasmessi solo durante i momenti in cui lo schermo è in primo piano, massimizzando la visibilità.” Commentano quelli di Spotify in base ad un’indagine riportata sul blog ufficiale.
Alla luce dei fatti, possiamo affermare che siamo dunque in una fase in cui la multimedialità e l’integrazione tra audio e video risulta la scelta ancora più opportuna per permettere una maggiore interazione tra gli utenti, le piattaforme e i brand e che sia YouTube che Spotify stanno provando a mettersi al passo coi tempi.