Sentenza Wade: come il marketing parla di aborto e reagisce allo shock

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30 Giugno 2022
Il tempo di un caffè

Le risposte delle grandi aziende al ribaltamento della sentenza sull’aborto negli Stati Uniti che he creato terremoti anche in ambito pubblicitario

Il 24 giugno la Corte Suprema degli Stati Uniti d’America ha abolito la sentenza che legalizzava l’aborto a livello nazionale, mettendo fine alle garanzie costituzionali in vigore da quasi 50 anni. Il rovesciamento di una delle sentenze storiche più importanti di tutti i tempi ha sollevato non solo l’opinione pubblica, ma anche le grandi aziende che non si sono fatte attendere nello schierarsi a favore dei dipendenti degli Stati antiabortisti (arrivati a 13, compreso il Texas). L’industria del marketing non si è però fermata al rassicurare i rispettivi team, ma ha deciso, in un momento così delicato come questo, di esercitare uno dei poteri più significativi della pubblicità: rispecchiare una società in costante mutamento. Anche quando, più che i miglioramenti, è necessario sottolinearne gli errori.

DOVE E COME ABORTIRE (ANCHE ILLEGALMENTE) SPIEGATO DAL NEW YORK MAGAZINE

Il vademecum di uno dei giornali più famosi degli States non è una novità: apparve infatti in copertina già nel 1972, per spianare la strada al diritto all’aborto che un anno dopo avrebbe assunto valore costituzionale. A malincuore NY Mag ha deciso di riproporre la stessa idea lavorandoci su un mese e mezzo. Si tratta di una guida di 20 pagine divisa in tre sezioni che spiega alle donne quali sono le cliniche “Stato per Stato” in cui praticare l’aborto e richiedere la pillola abortiva. Ciò che fa riflettere, però, è la parte dell’inserto dedicata a come eludere la legge “quando si intende abortire trovandosi in una giurisdizione che protegge la vita umana prenatale”, consentendo anche a coloro che si trovano in Stati antiabortisti di abortire, a proprio rischio e pericolo. L’autrice del testo, la giornalista Camille Squires, si è fatta affiancare dalla collaboratrice della Cnn e sostenitrice del franchising Usa degli aborti Planned Parenthood Irin Carmon, che si è occupata di aprire l’articolo con una spiazzante verità: “il diritto legale all’aborto rischia di scomparire in metà del Paese nel giro di poche settimane”. La rivista ha provveduto a rendere il pacchetto gratuito per tutti gli utenti, occupandosi di aggiornarlo in caso di novità.

“NESSUN UTERO, NESSUNA OPINIONE”, JENNIFER ANISTON DIFENDE IL DIRITTO ALL’ABORTO IN “FRIENDS”

Che serie tv come “Friends” fossero portatrici, oltre che di risate, di importanti temi e messaggi sociali era ormai chiaro da tempo: è ciò che differenzia i programmi di un certo livello dalle mere sitcom. Se riesci a dire una cosa intelligente facendola passare per una battuta, nel mondo dello spettacolo passi dall’essere un normale attore ad una celebrità. Ma forse Jennifer Aniston avrebbe fatto volentieri a meno di questo momento di gloria: è infatti sua la clip di una delle puntate della serie che ha cominciato a spopolare sui social dopo l’affossamento della sentenza sull’aborto. Una frase semplice che strappa un sorriso, uno dei tanti che il suo personaggio Rachel Green ci ha regalato, ma che nasconde allo stesso tempo uno dei più grandi problemi che intaccano queste questioni: il sesso di coloro che decidono a riguardo. Perchè sia un uomo a decidere se una donna possa o meno abortire resta uno dei punti salienti delle rivolte che ci sono state negli ultimi giorni negli Stati Uniti. Alla domanda della giornalista Parker Herren sul perchè la clip continui ad essere condivisa in rete, Jennifer Aniston ha risposto così: “se questa è una clip che sta ottenendo trazione e riemergendo, sono entusiasta di farne parte in qualsiasi modo o forma. Voglio dire, questo non può accadere. Penso che tutti siano qui scioccati e sbalorditi dal fatto che ci stiamo muovendo all’indietro in questo modo, ma semplicemente non accadrà.

BUONA FESTA DELLA MAMMA FORZATA” E L’INTIMAZIONE DI GSD&M A NON TACERE

Di fronte ad un avvenimento del genere, tutto può essere utilizzato per fare informazione. Così anche un semplicissimo biglietto di auguri può rappresentare una forte presa di posizione. L’agenzia pubblicitaria GSD&M, con sede principale in Texas (uno degli Stati antiabortisti per eccellenza) ha sentito la necessità impellente di dimostrare da che parte sta e lo ha fatto chiedendo ai propri dipendenti un modo per poter arrivare dritto al cuore delle persone, soprattutto di quelle che supportano la decisione della Corte Suprema. “Se non parliamo apertamente, questo potrebbe essere l’ultima festa della mamma sulla quale abbiamo il diritto di decidere”.

Ci leggiamo presto!

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