A 20 anni dall’uscita nei cinema italiani di “Harry Potter e la Pietra Filosofale”, il mago più famoso di sempre sta per tornare nelle sale dal prossimo lunedì, proprio in occasione del suo ventesimo compleanno.
Quello di Harry Potter è un successo senza precedenti, se consideriamo che dopo un ventennio di incantesimi, pozioni e manici di scopa volanti, Hogwarts e tutti i suoi studenti sono sempre nel cuore di milioni di fan sparsi in tutto il mondo.
Quali sono i segreti di questo fenomeno senza precedenti? Pura magia o c’è di più? In questo articolo analizzeremo i principali fattori che hanno reso Harry Potter un pezzo di storia dell’editoria, del cinema e… del marketing.
La nascita di Harry Potter: un Alohomora per il successo?
Iniziamo il nostro percorso tra i magici segreti di Harry Potter dalla sua “nascita”, cioè dalla penna illuminata di J.K. Rowling.
Un periodo complicato, caratterizzato da una forte crisi coniugale, dalla disoccupazione e dalla malattia della madre, mette a dura prova la scrittrice originaria di Yate che, per sconfiggere la depressione, inizia a scrivere con le migliori intenzioni possibili, ossia pensando di regalare un bellissimo racconto alla figlia, unico elemento positivo di un matrimonio fallimentare.
È così che, in uno dei suoi momenti più bui, Joanne Rowling dà alla luce Harry Potter.
Siamo nel 1997 e le porte del successo non si sono ancora aperte per Harry, Ron, Hermione e compagni.
Infatti, sono numerosi i rifiuti da parte di diverse case editrici ma, alla fine, la Bloomsbury accetta il manoscritto e pubblica il primo libro: Harry Potter e la Pietra Filosofale.
Così, nel 1999, inaspettatamente, la Warner Bros acquista i diritti dell’opera e decide di realizzare una delle saghe cinematografiche più viste di tutti i tempi.
Un successo non del tutto immediato, caratterizzato da innumerevoli ostacoli e difficoltà, le cui porte non sono state certamente aperte da un semplice “Alohomora”, celebre incantesimo in grado di aprire ogni porta, tranne quella del successo.
Harry Potter, le 5 formule magiche per il successo e il caso Primark
Susan Gunelius, autrice di saggi inerenti al mondo del marketing, in “Harry Potter: The Story of a Global Business Phenomenon”, ha analizzato nel dettaglio il caso della saga di J.K. Rowling individuando cinque componenti principali, o, se vogliamo restare in tema Hogwarts, 5 formule magiche per il successo:
- Un buon prodotto di base
- Il coinvolgimento emotivo
- La promozione basata sul passaparola e l’entusiasmo diffuso in internet e nei social media (c.d. transmedia storytelling)
- Il tease marketing e il perpetual marketing
- La coerenza e il controllo del brand
Non solo magia e incantesimi, ma un’ottima strategia di marketing ha contribuito a rendere Harry Potter ciò che è ora.
Pensiamo a come influenti multinazionali come Primark, Mattel e Mars abbiano lavorato sinergicamente per protrarre la Pottermania nel tempo.
Marchi di tutti i settori, dall’abbigliamento ai dolci, ai giochi e videogiochi per bambini, hanno continuato a commercializzare prodotti a tema Harry Potter, per la gioia dei consumatori che anno dopo anno svuotano gli scaffali.
L’esempio di Primark, marchio di abbigliamento irlandese, è forse il più emblematico: ogni stagione, infatti, propone capi di vestiario a tema Harry Potter, dai pigiami con gufi, alle felpe con i loghi delle quattro case, a calze e scarpe griffate Hogwarts.
Questo marketing perpetuo contribuisce senza dubbio a moltiplicare il valore del brand Harry Potter e ad accrescerne la fama.
Da fare invidia ai migliori marketers.
Harry Potter: un prodotto editoriale diventato brand grazie al transmedia storytelling e il caso Pottermore
Harry Potter è un prodotto editoriale, nato come tale e diventato brand solo in un secondo momento.
In che modo si è realizzata questa trasformazione?
Molto semplice: grazie ai consumatori e al loro contributo.
Infatti, fan sparsi in tutto il mondo, nonostante il trascorrere degli anni, hanno continuato ad immedesimarsi nei personaggi, a seguire le vicende e.. ad inventarne di nuove.
Il segreto principale che ha permesso ad Harry Potter di continuare a cavalcare l’onda del successo in questi 20 anni è stato proprio il transmedia storytelling, ossia assecondare la creatività della fanbase e fornire contenuti sempre nuovi, con tutti i mezzi e in tutti i modi possibili, sia online che offline, rispondendo alle dinamiche della cultura convergente.
Il miglior esempio di racconto transmediale è sicuramente Pottermore.com, un sito internet creato dalla stessa Rowling, che invita gli utenti a ripercorrere in prima persona la storia dei sette volumi, a partire dallo smistamento nelle varie case.
“Non serpeverde, non serpeverde”, chissà se il cappello parlante virtuale vi ascolterà. Provare per credere.
Dopo lo smistamento nella casa di appartenenza, l’utente prosegue accedendo alle lezioni di incantesimi e andando avanti nel tempo sblocca contenuti sempre più nuovi, trovandosi proiettato in una narrazione a lungo termine, caratterizzata da diversi contenuti inediti rispetto ai libri e ai film. Una vera e propria manna da Hogwarts, per i fan più assetati di conoscenza.
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Harry Potter: tra community online, videomaker amatoriali e… parchi di divertimento
Pottermore non è l’unico sito che alimenta la leggenda del ragazzo che è sopravvissuto.
Infatti, nel web, sono numerosissime le community online di fan che si interfacciano tra loro, alimentando rumors circa un possibile ritorno sul set di Daniel Radcliffe, Rupert Grint ed Emma Watson per la produzione cinematografica di “Harry Potter e la maledizione dell’erede”, per ora concepita solo come opera teatrale.
Sempre sul web, più precisamente su YouTube, abbiamo la fitta presenza di registi amatoriali che hanno inscenato dei veri e propri spin-off inerenti al mondo magico.
Per esempio, il film realizzato sulle origini di Voldemort, il mago oscuro più temuto di tutti i tempi.
O, ancora, lo spin-off amatoriale su Neville Paciock e l’acerrima nemica Bellatrix Lestrange.
Il mondo magico di Harry Potter è anche protagonista di alcuni parchi di divertimento a tema, come The Wizarding World of Harry Potter, in Florida.
Aperto al pubblico nel 2010, sorge sul terreno della Universal Pictures e ricrea fedelmente Hogwarts, Hogsmeade, la Foresta Proibita e i luoghi più famosi e celebrati dei sette libri.
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Anche Londra, capitale della madrepatria di Harry Potter, presente in diversi film (ricordate i protagonisti sfrecciare sui manici di scopa tra il Parlamento inglese e il Tamigi?), ha deciso di creare un locus amoenus per tutti i fan della saga, aprendo le porte dei Warner Bros Studios.
In quella struttura sono contenuti tutti gli oggetti di scena utilizzati nella realizzazione degli 8 film: dai costumi, al dormitorio dei grifondoro, allo studio di Silente, all’ippogrifo nella Foresta Proibita, per non parlare della Gringott e di Diagon Alley.
Un vero e proprio paradiso per gli amanti della saga e non solo.
Ovviamente, non poteva mancare un gigantesco shop con ogni tipo di bacchetta, mappa del malandrino, ricordella, giratempo, costumi di scena e altri accessori acquistabili dai visitatori.
L’Italia non è da meno in quanto a presenza di Harry Potter sul territorio.
Infatti, nell’estate 2018, la Fabbrica del Vapore di Milano ha ospitato una vera e propria mostra di oggetti di scena dei film, apprezzatissima dai fan come confermato dai numeri registrati e dalle interminabili code all’entrata.
E non è finita qui… Infatti a Vigolzone, vicino a Piacenza, si trova il Borgo Grazzano Visconti, conosciuto anche come il “Borgo di Harry Potter” per i negozi e le decorazioni a tema.
La Pottermania ha colpito anche il suolo italico.
Harry Potter per sempre
Oltre al marketing e ad una programmazione impeccabile, uno dei segreti della Rowling, forse il principale, è stato l’affetto creato intorno ad Harry Potter, grazie alla capacità dell’autrice di riuscire a coinvolgere un’intera generazione di bambini e di portarli con sé nella storia del protagonista.
Siamo cresciuti insieme ad Harry, Ron e Hermione. Ecco che cosa ci lega a loro.
Un legame iniziato in tenera età e caratterizzato da tappe che ci hanno condotti nel pieno dell’adolescenza, passo dopo passo, insieme ai personaggi che dagli 11 anni nel primo film, terminano il loro percorso ad Hogwarts a 17.
Un dettaglio non irrilevante, anzi, fondamentale, per rendere la saga un evergreen che non ci stancherà mai.
Nel 2001 come oggi, 20 anni dopo.
“Dopo tutto questo tempo? Sempre.”
Ci leggiamo presto!