La febbre da ’90 di Sanremo 2023 è una trovata di marketing?

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28 Gennaio 2023
Tocca mettersi comodi

L’annuncio del cast della 73esima edizione del Festival della musica italiana, dato da Amadeus a dicembre, ha scosso i social scatenando i nostalgici: tra meme (post)ironici e ritorno di fan silenti, gli ex adolescenti degli anni ’90 si sono fatti sentire più forti che mai. Ma cosa c’è dietro il ritorno di questo chiacchierato decennio a Sanremo 2023? Proviamo a darvi il nostro punto di vista.

Le scelte di Amadeus

Che Amedeo Sebastiani, in arte Amadeus, fosse un gran furbacchione lo avevamo capito un po’ tutti. In questi ultimi due anni da direttore artistico e presentatore della manifestazione più importante e solenne d’Italia, ha dimostrato di saper intercettare i gusti del pubblico come (e forse più) del deus ex machina sanremese per eccellenza, l’eterno Pippo Baudo.

Gli appassionati e i critici sono universalmente concordi nel definire i Festival di Pippo degli anni 90 come i migliori: un perfetto mix di canzoni che diventano in un attimo ultrapopolari, grandi nomi italiani in gara e stranieri come superospiti, grandiose scenografie, il ritorno di esibizioni dal vivo e l’orchestra, il dualismo bionda-mora delle vallette, le polemiche, gli scoop e gli scandali e la liturgia, osservata in modo scrupoloso. Perché non prendere spunto, allora, da quella golden age di Sanremo i cui strascichi si sentono ancora oggi (citofonare Jalisse e i loro 26 tentativi falliti di ritorno all’Ariston)?

I Jailisse, vincitori di Sanremo ’96.

Sembra essere questo il punto di partenza della linea di Amadeus direttore artistico, ovvero colui che ha l’ultima parola sulla composizione del cast e la scelta delle canzoni da proporre in gara. Se ormai il Festival ha superato gran parte dei cliché di contorno che sembravano intoccabili negli anni passati (le vallette ora si chiamano co-conduttrici, c’è molto più spazio per show e varietà, gli ospiti internazionali non sembrano più così indispensabili e l’intera manifestazione – come è ovvio – strizza l’occhio al pubblico dei social che può decretarne in un attimo gloria o oblìo), c’è un punto fermo dal quale Ama non si è dimostrato disposto a discostarsi: la musica è protagonista. Ma quale musica? Dopo due anni di analisi delle classifiche degli streaming e la proposta dei vari Irama, Tananai, Sangiovanni, Blanco – Mahmood, Achille Lauro, Madame, eccetera, per Sanremo 2023 si torna prepotentemente al passato. In particolare, agli anni 90.

Sanremo 2023 e gli anni ’90

Amadeus furbacchione, dicevamo, ma non solo, anche grande professionista e profondo conoscitore della musica e del suo impatto culturale. Pochi ricordano che Amedeo diventa Amadeus a Radio Deejay negli anni ’80, quando Claudio Cecchetto riceve un suo demo e lo chiama per introdurlo nello staff della storica emittente di Via Massena. Successivamente si fa notare anche da Vittorio Salvetti che nel 1993 gli affida la conduzione del primo dei tanti Festivalbar della sua carriera, insieme a una giovanissima e capellonissima Federica Panicucci. Chi meglio di lui allora per comprendere e in qualche modo interpretare questa wave nostalgica che negli ultimi due anni (circa) si è impossessata del web?

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Ecco dunque l’annuncio che scuote i social: sul palco dell’Ariston a Sanremo 2023 saliranno Anna Oxa, Gianluca Grignani, Giorgia e due reunion storiche, ovvero Paola e Chiara e gli Articolo 31. Per i primi quattro si tratta di ritorni, per J-Ax e Dj Jad è una “prima volta” di tutto rispetto.

Anna Oxa è una garanzia: l’artista italo-albanese è l’alfa e l’omega degli anni ’90 sanremesi. Vincitrice nel 1989 con “Ti lascerò” in duetto con Fausto Leali e poi nel 1999 con l’indimenticata “Senza pietà”, oltre alle incredibili doti vocali e interpretative ha dalla sua un camaleontismo in fatto di look che l’ha resa proverbiale. Ai tempi dell’ultima vittoria fu trendsetter con l’intimo lasciato a vista dai pantaloni a vita ultrabassa: cosa si inventerà per Sanremo 2023?

Gianluca Grignani è nato artisticamente sul palco dell’Ariston. Scelto da Pippo Baudo come concorrente delle Nuove Proposte in quel 1995 da molti considerato come il miglior Sanremo in fatto di cast (vinto da Giorgia con “Come Saprei”), non vinse perchè Andrea Bocelli con “Con te partirò” era oggettivamente inarrivabile, ma “Destinazione Paradiso” diventa immediatamente una super hit. Manifesto degli adolescenti di quegli anni e della loro rabbia mista a senso di impotenza (non a caso il testo è una poetica e accorata metafora intorno al concetto del suicidio, donde la destinazione Paradiso del titolo e il viaggio che ha senso solo senza ritorno se non in volo), il successo del pezzo proietta immediatamente Grignani in un tritacarne di popolarità dal quale uscirà provato nel fisico e nello spirito creativo. Ci auguriamo tutti che Sanremo 2023 sia per lui una rinascita, come uomo e come artista.

Torna anche la romanissima Giorgia Todrani, per tutti solo Giorgia, dicevamo del 1995 vincitrice. Una carriera che, come quella di Laura Pausini, inizia tra le Nuove Proposte di Sanremo nel 1994, si afferma tra i Big l’anno successivo (tutto rigorosamente made in Pippo) e poi dilaga in Italia e in Europa. La sua raffinatezza interpretativa unita a una voce soul che ha pochi uguali nel panorama italiano la rendono artista amatissima da pubblico e critica. Non mancano le sperimentazioni inusuali, i duetti eccellenti e i cambi di look che la fanno allontanare dall’immagine di brava ragazza acqua e sapone che il Festival le aveva cucito addosso. A Sanremo 2023 ritorna con un’aura di sofisticatezza pronta a lasciare il segno.

Il “caso” Paola e Chiara è invece una dimostrazione di quanto i social siano diventati potenti al punto da influenzare i palinsesti televisivi fino ad arrivare a ciò che è intoccabile e ieratico per definizione, ovvero Sanremo. Le sorelle Iezzi si presentano nelle Nuove Proposte nel 1997 e vincono con “Amici come prima”, un brano dal sapore vagamente irish folk esattamente come voleva la moda del periodo. Paola (la mora) aveva 23 anni e Chiara (la bionda) 24, ma erano tutt’altro che esordienti. Anche loro provenienti dalla “galassia” Cecchetto, si erano fatte notare come coriste per diversi nomi, in particolare per Max Pezzali la cui superband era diventata l’evoluzione del progetto 883 alla dipartita (artistica) di Mauro Repetto nel 1995. Paola e Chiara compaiono nei credits di “La donna, il sogno e il grande incubo” di quello stesso anno e accompagnano Max in tour. Dopo aver sfornato dei tormentoni estivi che ancora ricordiamo, le strade delle sorelle si dividono a causa di alcune incomprensioni, ma i social le eleggono a beniamine e icone di stile e chiedono a gran voce un loro ritorno (capofila del “movimento”, la pagina Sapore di Male). A Sanremo 2023, Amadeus li accontenta.

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Esordienti nella Città dei Fiori sono, come abbiamo detto, gli Articolo 31. Pionieri del rap in Italia, si conoscono nel 1990 e portano da noi i ritmi provenienti dai ghetti americani con la loro crew Spaghetti Funk (dalla quale escono anche i Gemelli DiVersi). Il loro terzo album “Così com’è”, uscito nel 1996, detiene al momento il record di vendite per un disco rap nel nostro Paese, con oltre 600mila copie. Allontanatisi nel 2006, Alessandro Aleotti e Luca Perrini (J-Ax e Dj Jad) erano quanto di più distante da Sanremo si potesse immaginare, ma sono delle icone della musica anni ’90 nel suo lato “alternativo”, ovvero quello opposto alle “canzonette” melodiche di cui Sanremo è sempre stato l’apoteosi. Sarà interessantissimo capire cosa proporranno a Sanremo 2023 su quel palco da loro un tempo tanto criticato.

E il marketing?

Eh, il marketing. Il marketing c’entra eccome! Stavolta però non sotto forma di pubblicità propriamente intesa (a proposito, recuperate i nostri articoli dove vi raccontiamo quanto costa uno spot a Sanremo 2023 e chi sono i main sponsor di quest’anno), piuttosto come chiara presa di coscienza del target commerciale dominante. Da sempre si punta ad individuare, nella definizione del pubblico delle campagne pubblicitarie, quale sia il target di riferimento e il budget che si porta dietro. Per fare un esempio, viene considerato controproducente proporre prodotti di fascia alta o altissima agli studenti universitari che sono considerati un target basso spendente. Complici i social, da qualche tempo è venuta fuori la forza commerciale degli ex adolescenti degli anni ’90 che ora sono diventati dei 40-45enni con un buon “flusso di cassa” a disposizione.

Tra vacanze in posti esotici e berline di un certo tipo (tutto ovviamente e rigorosamente documentato con foto patinate da fare invidia a Forbes), il 45enne del 2023 si qualifica come CEO o CFO su Linkedin, ostenta tenori di vita di una certa rilevanza e si configura quindi come bersaglio appetibile dai pubblicitari, che puntano a compiacerlo proponendogli campagne che possano in qualche modo stimolarne la propensione a spendere.

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Si inscrive in questo solco la scelta di Amadeus di selezionare dei nomi famosissimi negli anni ’90 per sfruttare l‘effetto nostalgia, che ha comunque anche il favore di intercettare tanto chi i ruggenti Novanta li ha vissuti in prima persona quanto chi li rievoca e idealizza proprio per esserci stato in fasce (o per non esserci stato affatto): GenZ e Millennial che sembrano andare matti per il decennio di Melrose Place e delle Spice Girls. Operazione ampiamente testata con successo in altri programmi dello stesso Ama come il Capodanno di Raiuno e 60-70-80 in Arena che nel 2022 ha visto l’aggiunta dei ‘90. In questo senso Sanremo 2023 non sembra che la naturale evoluzione di una strada che è già da tempo tracciata.

Anche per quest’anno Gazzetta seguirà Sanremo 2023 molto da vicino, per cui ora più che mai non ci resta che salutarvi con il nostro proverbiale…


ci leggiamo presto!

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Credits immagine di copertina: Sky TG 24

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