WeTransfer è semplice e probabilmente questa è la sua forza più grande. In un mondo che cerca con ostinata insistenza di creare universi, virtuali e non, ricchi e quasi obesi di complessità, quella che tutti o quasi conoscono come piattaforma per la condivisione di file pesanti non inviabili via mail si distingue per la sua pulizia. Grafica e di utilizzo. Niente registrazioni, procedure labirintiche, passaggi opachi. Indirizzo che invia, indirizzo che deve ricevere, oggetto dell’invio: semplice, un po’ come il vostro dolce di Natale preferito, per qualcuno addirittura da Oscar.
WETRANSFER GOES TO HOLLYWOOD
WeTransfer da Oscar non è un titolo accattivante di Gazzetta per indurvi a leggere questo articolo, ma sarebbe comunque un’efficace sintesi per raccontare i riconoscimenti che ha ottenuto WePresent negli scorsi mesi e anche più di recente
Pochi giorni fa infatti, come riportato da adweek.com, il cortometraggio “The Long Goodbye”, realizzato dalla costola di produzione media della ben più nota piattaforma di condivisione di file, ha vinto il Grand Prix all’HollyShorts Film Festival, festival annuale indipendente del cortometraggio che si tiene a Hollywood. Un risultato che rende “The Long Goodbye” idoneo per la candidatura ai prossimi Academy Awards, per tutti semplicemente i Premi Oscar, con la sua storia che immagina un prossimo futuro distopico in cui una famiglia britannica originaria dell’Asia meridionale viene violentemente rastrellata e stipata in un furgone nero con le pistole puntate alla testa.
COME NASCE WETRANSFER E COME DIVENTA MEDIA HOUSE
WeTransfer però nasce come WeTransfer, ovvero come la intendono gli utenti medi del web. E da subito, come ricorda Vanity Fair, decide per una gestione particolare della propria pubblicità online. Nessun banner e nessuna finestra pop-up, tutto passa direttamente dalla home page del sito. Un approccio non convenzionale, risultato probabilmente dell’esperienza pregressa dei due fondatori: Bas Beerens infatti lavora per tanti anni in un’agenzia pubblicitaria dove si rende conto che manca un servizio per trasferire file di grandi dimensioni in maniera veloce, Ronald Hans invece gestisce un blog in cui pubblica bellissime immagini, illustrazioni e fotografie, a tutto schermo.
Nel 2009 l’incontro delle idee di Bas e Ronald “Nalden”, soprannome che si porta dietro da quando ha 10 anni come raccontato al sito specializzato tech.eu, e l’inizio della storia di WeTransfer che come raccontato nel 2020 dall’attuale CEO Gordon Willoughby sempre a Vanity Fair ha avuto una rapida evoluzione in meno di dieci anni di esistenza: “Oggi non è solo uno strumento usato per inviare i file. Con gli anni ha abbracciato diverse forme di creatività: dalla piattaforma editoriale WePresent, all’applicazione per mobile Collect by WeTransfer, dallo strumento per disegnare Paper, a Paste per la creazione rapida di diapositive. In totale gli utenti sono circa 50 milioni ogni mese, fra liberi professionisti e piccole imprese, mentre i file inviati mensilmente sono oltre un miliardo.”
A proposito della piattaforma editoriale WePresent è ancora adweek a fornire un po’ di dati per inquadrare meglio la questione: staff di 10 persone che lavora tra Amsterdam, Los Angeles e Londra producendo servizi editoriali, cortometraggi, video musicali, serie di fotografie, mostre e attivazioni sui social media e, dato del 2020, 2 milioni di lettori e utenti ogni mese. Una media house a tutti gli effetti.
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A questo punto chissà non si possa ipotizzare per il futuro anche uno spot da Oscar e nel caso state certi che Gazzetta non mancherà di aggiornarvi e raccontarvi ogni dettaglio e particolare.