A causa della congiuntura economica globale i due colossi dell’high-tech crescono lentamente e deludono le aspettative
Mentre la Federal Reserve sostiene con forza la sua politica monetaria aggressiva per cercare di porre un freno all’inflazione, nella giornata di ieri sono stati pubblicati i risultati del terzo trimestre dei due colossi dell’high-tech: Microsoft e Alphabet. Nonostante l’aumento del fatturato, entrambe le società deludono le aspettative, certificando un periodo di recessione per i colossi della tecnologia.
Microsoft cresce nei servizi digitali
Il gigante fondato da Bill Gates batte le stime degli analisti che prevedevano un fatturato intorno ai 49,61 miliardi di dollari. Ha chiuso registrando un guadagno di 50,12 miliardi, con un aumento dell’11% se guardiamo allo stesso periodo dell’anno precedente, dove gli ingressi sono stati di 45,32 miliardi. Tuttavia i dati dicono anche che il gigante ha un tasso di crescita molto lento, paragonabile a quello del 2015. Da allora Microsoft aveva riportato crescite continue dal 12% al 22% ogni trimestre.
Una piccola nota positiva è rappresentata dal servizio cloud computing Microsoft Azure, piattaforma business di casa Windows che fornisce una lunga serie di servizi digitali per aziende. Le entrate sono state di 25,7 miliardi di dollari in aumento del 24% rispetto all’anno precedente. Calano invece i risultati per la vendita dei personal computer e quindi di conseguenza per le licenze di Windows, il mercato più redditizio per l’azienda, registrate intorno ai 15 miliardi di dollari, in leggero ribasso rispetto ai 16,96 miliardi previsti.
Alphabet e YouTube in discesa
Dopo la chiusura delle borse sono stati diffusi anche i dati del Q3 per la società di Mountain View. Google preoccupa e delude le aspettative, che prevedevano guadagni per 70,58 miliardi e invece hanno dovuto accontentarsi dei 69,09 miliardi attestati. Nonostante questo gli utili trimestrali sono scesi del 27% portando l’azienda ad una crescita davvero minima del 6%, che non si vedeva dal lontano 2013.
Quello che preoccupa maggiormente, anche per il significato che ha, è la perdita del 2% delle entrate in advertising del gioiello di casa Google, YouTube, che fino ad oggi era considerato imbattibile. Se si pensa che l’anno precedente, nello stesso trimestre, la crescita era stata del 43% allora il risultato inizia a far riflettere. Si ritiene che la discesa sia dovuta al ruolo sempre più predominante che si stanno ritagliando le concorrenti, soprattutto il colosso cinese TikTok che non sembra assestarsi nella sua quota di mercato
Il fatto che YouTube abbia spinto recentemente su Shorts, formato molto simile a quello proposto dal social cinese, la dice lunga sulle strategie che l’azienda sta applicando in vista di un nuovo importante competitor che giorno dopo giorno gli porta via consumatori e quindi inserzionisti. Il fatto poi che le giovani generazioni usino i social network per reperire informazioni invece che il motore di ricerca più famoso al mondo, certifica in qualche modo un cambio di abitudini non indifferente.
Non rimane che attendere i risultati di Amazon, Apple e Twitter, che dovrebbe essere finalmente acquistata da Elon Musk, per il fine settimana.
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