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Facebook e campagna elettorale: chi spende di più?

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15 Settembre 2022
Tocca mettersi comodi

Primo in classifica il centrodestra con oltre €150.000 investiti in inserzioni per le pagine dei partiti della coalizione e dei loro leader. Seguono PD e terzo polo, ma anche i partiti più piccoli investono alcune migliaia di euro. Rimane Conte e il suo Movimento 5 Stelle: l’unico a non sfruttare le inserzioni Facebook e Instagram.

I partiti candidati alle prossime elezioni che si svolgeranno il 25 settembre puntano sempre di più sui social per la loro attività di campagna elettorale. Abbiamo infatti assistito nelle ultime settimane al debutto di alcuni personaggi politici sul social più amato dai giovani TikTok.

Questa piattaforma però non consente la sponsorizzazione a pagamento di contenuti di carattere politico, perciò i nuovi profili dei politici si sono potuti affidare solamente all’algoritmo della piattaforma per arrivare ai propri elettori. Stessa cosa vale per Twitter. Il suo cofondatore Jack Dorsey, infatti, nel 2019 ha dichiarato che non sarebbero più stati consentiti contenuti sponsorizzati di natura politica.

La decisione arrivò in contrasto a quella di Mark Zuckerberg che invece dichiarò che avrebbe permesso qualsiasi tipo di affermazione, anche falsa, nei contenuti sponsorizzati presenti sulle piattaforme social da lui gestite, ovvero Instagram e Facebook.

Ed è proprio per questo motivo che, per quanto riguarda il mondo dei social, la vera campagna elettorale si concentra su queste due piattaforme del medesimio proprietario (e, almeno su questo, con la medesima filosofia).

Sempre nel 2019, però, a seguito dello scandalo Cambridge Analytica che coinvolse il fondatore di Facebook, Meta scelse di creare una “Libreria Inserzioni”, consultabile da chiunque al fine di garantire trasparenza riguardo le inserzioni pubblicitarie sui social. Tramite questo archivio, in costante aggiornamento, è possibile verificare il numero di inserzioni e l’importo speso per esse in un arco temporale di sette, trenta o novanta giorni. È inoltre possibile visualizzare il tipo di targhettizzazione scelta per queste inserzioni, ovvero il pubblico a cui queste inserzioni vengono indirizzate. A ridosso delle prossime elezioni, quindi, possiamo analizzare con questo strumento messo a disposizione da Meta quali partiti hanno speso di più per la sponsorizzazione dei propri contenuti in vista delle elezioni e quali, invece, hanno scelto di non investire in sponsorizzazioni social.

L’approccio di Conte e Di Maio

Tra coloro che non hanno sfruttato le sponsorizzazioni dei contenuti sulle piattaforme di Meta troviamo Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle. Sia sulla sua pagina personale sia sulla pagina del partito non è presente alcun contenuto sponsorizzato. Anche Luigi Di Maio aveva inizialmente preso questa posizione. Sulla sua pagina personale, infatti, ha scelto di iniziare a promuovere dei contenuti solamente a partire dalla settimana che va dal 4 al 10 settembre investendo un totale di €682, puntando principalmente sulla fascia d’età che va dai 35 ai 60 anni. Sulla pagina del suo movimento, Impegno Civico, il budget affidato alla sponsorizzazione di contenuti si abbassa a €604, in un arco temporale più ampio che va dal 12 agosto al 10 settembre, distribuito su due soli contenuti pubblicati il 22 e il 29 agosto sia su Facebook che su Instagram e 15 inserzioni totali su questi due post. Un ravvedimento post rottura grillina.

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Terzo polo

Per quanto riguarda il cosiddetto “Terzo polo”, costituitosi con l’accordo tra Carlo Calenda, leader di “Azione” e Matteo Renzi di “Italia Viva”, la cifra investita sui social inizia ad aumentare.

La pagina del partito di Renzi non presenta inserzioni attive, con l’ultima risalente al 1° agosto. Sulla pagina personale di Renzi, invece, sono presenti tre contenuti sponsorizzati tra il 6 agosto e il 12 settembre, con una spesa totale di circa €1.600.

Anche la pagina di Azione non presenta contenuti sponsorizzati attivi, con un investimento di soli €400 in 30 giorni. La spesa si alza drasticamente, invece, prendendo in considerazione la pagina personale del leader della coalizione, Carlo Calenda. Nei trenta giorni che vanno dal 12 agosto al 10 settembre, infatti, sono stati spesi €8.032, senza una particolare targhettizzazione sulle fasce d’età, comprendendo semplicemente coloro che hanno dai 18 anni a salire e che, quindi, potranno votare alle prossime elezioni. Tra agosto e settembre sono ben 23 i post sponsorizzati pubblicati su Instagram e Facebook.

Questa differenza tra i due partiti facenti parti del terzo polo potrebbe derivare principalmente dal fatto che il volto scelto per rappresentare la coalizione è Carlo Calenda, di conseguenza sia i suoi profili personali che quelli del suo partito sono quelli su cui si è scelto di investire di più. Una forte personalizzazione, insomma, della campagna elettorale.

Partito Democratico

Il leader del Partito Democratico, Enrico Letta, al contrario, sceglie di non investire sulla sua pagina personale ma punta tutto sui profili ufficiali del partito con una spesa di €34.564 nel periodo che va dal 12 agosto al 10 settembre. Nei mesi di agosto e settembre i contenuti sponsorizzati sono 167.

È inoltre possibile notare che per alcuni contenuti vengono spese cifre che vanno oltre ai €7.000 per un singolo post pubblicato su una sola piattaforma, come è successo per il confronto Letta – Meloni in diretta moderato dal direttore del Corriere, Luciano Fontana. Perché sponsorizzare un duello dando visibilità anche all’avversario? Semplice, la cara e vecchia polarizzazione paga sempre in politica. Per altri contenuti, invece, la spesa non supera qualche centinaio di euro.

Centrodestra

Per quanto riguarda Forza Italia, partito guidato da Silvio Berlusconi, i profili personali del leader presentano ben 107 post sponsorizzati nei mesi di agosto e settembre, dopo un periodo dormiente da fine maggio 2019. La somma investita nelle inserzioni ammonta a €8.755 nel periodo dal 12 agosto al 10 settembre. Sui profili ufficiali del partito, invece, sono presenti soltanto due post sponsorizzati negli ultimi mesi, con una spesa per le inserzioni inferiore ai €100. Si è scelto, invece, di investire maggiormente sulla pagina dei Senatori di Forza Italia, con 10 post sponsorizzati nei mesi di agosto e settembre e un investimento di qualche centinaio di euro.

Si può dire, quindi, che Forza Italia stia puntando sulla fama del suo leader, visto anche il suo debutto su TikTok con delle video pillole giornaliere in cui racconta il suo programma politico.

Anche Fratelli d’Italia, partito guidato da Giorgia Meloni, sceglie di “spalmare” i suoi investimenti per inserzioni social su pagine diverse. La prima è quella ufficiale del partito, sulla quale troviamo circa trenta post sponsorizzati tra agosto e settembre con una spesa di €66.801 solamente in trenta giorni (dal 12 agosto al 10 settembre). Sono presenti poi due pagine satellite:

Fratelli d’Italia Camera, con soli tre post sponsorizzati negli ultimi mesi e una spesa di €4.275 nel periodo dal 12 agosto al 10 settembre;

Fratelli d’Italia Senato, anch’essa con soli tre post sponsorizzati ma con una spesa di soli €930 nel periodo dal 12 agosto al 10 settembre.

Sui profili personali della Meloni i post sponsorizzati scendono a due, pubblicati tra il 6 e il 10 settembre, mentre la spesa per le inserzioni arriva a ben €13.885 nel periodo dal 12 agosto al 10 settembre.

Concentrandoci invece sulla Lega, i profili ufficiali presentano un solo post sponsorizzato ma una spesa che sfiora i €6000 nel periodo dal 12 agosto al 10 settembre.

L’unico post sponsorizzato presente sulla pagina Facebook della Lega

Sul profilo del leader del partito, Matteo Salvini, i post sponsorizzati sono ben 75 tra agosto e settembre, e l’importo investito supera di gran lunga quello degli altri partiti o leader politici con €60.115 nel periodo dal 12 agosto al 10 settembre.

Partiti minori

Anche i partiti più piccoli non badano a spese. Tra questi, il primo in classifica è sicuramente Coraggio Italia con più di 60 post sponsorizzati tra agosto e settembre e un totale di ben €25.229 investiti solamente nel periodo dal 12 agosto al 10 settembre.

Segue il giornalista Gianluigi Paragone, leader di Italexit, con €5.424 spesi nello stesso periodo.

Chiude la classifica Più Europa, guidato da Emma Bonino, con €4.086 totali investiti, nel periodo dal 12 agosto al 10 settembre, sia sul profilo ufficiale del partito che su quello personale della leader.

Possiamo quindi concludere affermando che per quasi la totalità dei partiti candidati alle elezioni risulta importante investire sui social, non solo con contenuti ad hoc, come è successo per TikTok, ma anche in termini di denaro. Da quest’analisi, inoltre, è possibile anche identificare quali sono i partiti che sfruttano la fama dei loro leader, concentrando i propri investimenti sui profili personali, piuttosto che quella del partito stesso.

Ci leggiamo presto!

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Gazzetta PRO