Meta ha pubblicato la sua trimestrale consentendo di leggere, nei numeri, lo stato di salute dei suoi social come piattaforma pubblicitaria
Erano tutti dietro l’angolo pronti a puntare il dito contro Meta eppure l’ex universo Facebook, stavolta, ha sorpreso in parte gli analisti. La trimestrale presentata a chiusura delle borse ha riportato luci ed ombre quando ci si attendeva solo le seconde. Una piccola sorpresa che ha fatto saltare il titolo a un +13% negli scambi in extended trading (nel complesso rimane in calo del 48% da inizio anno con una perdita di 388 miliardi di market cap). Rimane sotto le attese, però, il giro d’affari e con lui il capitolo che interessa più noi: la raccolta pubblicitaria.
IL BILANCIO DI META
Passando ai numeri Meta ha ufficializzato utili pari a 2,72 dollari per azione contro un’aspettativa di 2,56 mentre il fatturato è di 27,9 miliardi contro i 28,28 attesi. Qui la contrazione c’è così come la delusione del settore considerando che il suo mercato è, come sempre, stradominato dalla pubblicità. Vero che siamo di fronte ad una salita del 7% del volume degli affari ma anche vero che da quando Facebook è sbarcata su Wall Strett l’incremento non era mai stato inferiore al 10%. I profitti sono stati, in totale, 7,47 miliardi (se ne prevedevano 7,1 miliardi) in calo rispetto ai 9,5 miliardi del 2021 ma comunque consistenti.
LA RADIOGRAFIA DELLA PUBBLICITÀ
Quello che può interessare di più in questa sede, tuttavia, è l’audience oltre alla raccolta complessiva. Gli utenti mensili attivi in Meta (quindi larga parte Whatsapp, Facebook e Instagram) sono stati 2,94 miliardi in rialzo del 3% mentre le persone che operano quotidianamente sulle piattaforme sono 1,96 miliardi in aumento del 4%. La previsione di fatturato derivante per il secondo trimestre, però, è 28,30 miliardi con una soglia più bassa rispetto alle attese. Vedremo.
IL METAVERSO ANCORA NON CONVINCE
Le difficoltà in ambito di raccolta pubblicitaria di Meta sono, in realtà, in larga parte note e facilmente intuibili. Da una parte il contesto generale del Covid appena superato (che ha ridotto potenziale di investimento delle aziende ma non audience) e la guerra in Ucraina (che ha ridotto entrambe) e dall’altra fattori più specifici. Tra questi sicuramente le restrizioni sulla privacy introdotte dalle regolamentazioni o dai device come quelle decise da Apple (da sole peserebbero su contrazioni di 10 miliardi complessivi). A questo va aggiunta una concorrenza sempre più incalzante con Tik Tok al comando delle truppe (seppur lontane in termini di pubblico totale). Infine il metaverso che sta entusiasmando gli esperti di digital e marketing ma lasciando piuttosto freddi i mercati. La realtà virtuale non ha ancora aperto la breccia del rialzo convinto sui Big Tech che ci stanno puntando forte mentre le criptovalute vivono su un costante ottovolante (con quel timore sempre diffuso di trovarsi al cospetto di bolle da parte di alcuni investitori). Il mare, insomma, è in tempesta ma la barra di Meta è ancora dritta. Resta da capire se la rotta sia giusta.