Da un lato gli sport più famosi e seguiti in tutto il mondo, dall’altro un settore tanto in espansione quanto ai più sconosciuto, a tratti misterioso, oscuro e guardato con estrema diffidenza: le criptovalute. Negli ultimi mesi, stiamo assistendo alla nascita di nuove partnership tra società sportive e aziende operanti nel settore della blockchain. Non solo il calcio, ma anche altri sport hanno iniziato veri e propri sodalizi con queste realtà emergenti ed economicamente solidissime. Oggi scopriremo insieme quali sono i reciproci interessi che si celano dietro questi accordi e le curiosità più interessanti di un mondo che deve ancora far scoprire molto di sé.
Che cos’è una criptovaluta e perché ispira diffidenza popolare

Prima di addentrarci nel cuore dell’argomento, una piccola premessa.
Una criptovaluta è un tipo di moneta digitale creata attraverso un sistema di codici.
Dopo questa definizione probabilmente ne saprete quanto prima, tranquilli, è normalissimo.
Sarà per quel “cripto” nel nome.
Criptico, infatti, significa “per noi poco chiaro, oscuro, incomprensibile”.
Al di la di questa coerenza di fondo, pensate che il Bitcoin, la prima moneta virtuale mai creata e certamente la più conosciuta, è stato lanciato nel gennaio 2009.
Non parliamo dell’anno scorso, ma di più di dodici anni fa.
Come mai per oltre dodici anni non se n’è mai sentito parlare, se non qua e la, di sfuggita?
Per via della diffidenza con cui questo settore è sempre stato guardato.
Per tanto tempo, questo mondo è sembrato lontanissimo dal nostro, una nicchia di pochi interessati, un settore rischiosissimo, a differenza per esempio della sdoganatissima borsa, dove i più, chi per professione e chi a tempo (e denaro) perso, si dilettano ad investire.
La differenza tra ciò che è universalmente accettato, riconosciuto e ciò che non lo è.
O meglio, non lo era.
Criptovalute alla conquista del calcio: il caso Messi

Uno degli addii più clamorosi e inattesi nella storia del calcio moderno, quello consumato lo scorso agosto tra Lionel Messi e il Barcellona, è il perfetto ritratto di un mondo del calcio che procede spedito verso il collasso economico.
I catalani, dopo anni da dominatori del mercato, tra spese, ingaggi e commissioni faraoniche, hanno dovuto issare bandiera bianca e arrendersi alla nuova, dura e cruda realtà.
Rinnovare il contratto del fuoriclasse argentino avrebbe significato, per stessa ammissione del neopresidente Laporta, portare la spesa per gli stipendi al 110% rispetto alle entrate del club.
La pandemia ha di fatto sferrato il colpo di grazia a un settore che, ora più che mai, è alla ricerca di nuovi fondi, di realtà economicamente solide e pronte ad investire, per evitare ulteriori addii tanto inevitabili quanto dolorosi.
Occasione d’oro per le società di trading di criptovalute come Socios, eToro e Digitalbits per entrare in un settore in grado di fornire loro tutta la visibilità di cui hanno estremamente bisogno.
Infatti le società sportive necessitano di nuovi e importanti investimenti e il settore cripto è pronto ad uscire allo scoperto e a farsi conoscere dal mondo intero.
Quale migliore pubblicità del pagamento di parte dello stipendio di Messi?
Ebbene si, da Messi a Messi.
La Pulga si è infatti accasata al Paris Saint Germain, dove nonostante una disponibilità economica quasi illimitata (grazie Qatar), la società francese ha reso noto che non tutto lo stipendio verrà pagato con fondi provenienti dalle casse del club: una parte, nello specifico quella relativa ai premi, sarà pagata con i fan token del club, una moneta virtuale che sta piano piano conquistando il calcio su scala globale.
Criptovalute in serie A

Osservando il nostro orticello, a tinte bianche, rosse e verdi, quando sentiamo il termine fan token non possiamo non pensare all’Inter e al suo nuovo main partner: Socios.
La scritta $INTER FAN TOKEN, posta al centro delle nuove, criticatissime maglie dei campioni d’Italia, non può non essere notata.
Da Pirelli ai Fan Token, il mondo si è evoluto e con esso anche le principali partnership.
Oltre all’Inter, anche Milan, Juventus e Roma hanno stretto accordi con Socios per il lancio delle loro monete virtuali, acquistabili da tutti i tifosi sparsi per il mondo, per renderli partecipi, nonostante le distanze, ad alcune decisioni marginali.
Infatti, i tifosi restano sempre esclusi da ciò che davvero conta, come il calciomercato o la gestione delle spese, ma in questo modo potranno essere più vicini e più coinvolti nella vita della loro squadra del cuore.
Anche la Roma ha firmato un accordo di sponsorizzazione con le piattaforme blockchain Zytara Labs e DigitalBits, che le garantirà 36 milioni di euro in tre anni.
Da ultimo, il Milan ha recentemente annunciato una collaborazione con BitMEX, una delle principali borse di criptovalute al mondo, il cui logo verrà mostrato su una manica della divisa ufficiale della squadra in tutte le competizioni.
Criptovalute e scommesse: un’eredità importante

Una diffusione così rapida, nel “bel paese”, delle criptovalute nel mondo del calcio, può lasciare un po’ perplessi.
Tendenzialmente, infatti, il nostro è un paese molto chiuso alle novità e radicato alle tradizioni.
Uno sviluppo del genere, oltre all’impatto pandemico sui conti di tutte le squadre, ha avuto un altro alleato: il divieto di partnership con piattaforme di scommesse sportive.
Infatti, in Italia, già nel 2019 (quindi ben prima della pandemia), le società sportive avevano perso una importante fonte di entrate.
Per contrastare il fenomeno purtroppo sempre più diffuso della ludopatia, dal luglio 2019, con il Decreto Dignità, è stata vietata la pubblicità di giochi d’azzardo, che costituiva una fonte d’introiti importante su cui diverse squadre facevano affidamento.
La Roma, per esempio, in allenamento utilizzava divise sponsorizzate da Betway, in base ad un accordo da oltre 4,5 milioni a stagione, ai quali ha dovuto rinunciare.
Soprattutto per le medio-piccole squadre, che non hanno molte entrate dalla vendita di merchandising, una rinuncia del genere ha causato un’ ulteriore e decisiva fame che li ha spinti, in massa, all’imbandita e fiorente tavola delle criptovalute.
Criptovalute tra Baseball, F1 e NBA: un’espansione senza limiti

Perché limitarsi al calcio, quando ci si può espandere anche in altri sport?
FTX, la principale borsa americana di criptovalute, ha speso decine di milioni di dollari l’anno per sponsorizzare leghe sportive e atleti: a giugno infatti, dopo aver firmato un contratto con la Major League Baseball, ha assunto Tom Brady, il più vincente quarterback di tutti i tempi, come proprio ambasciatore e sua moglie Gisele come consulente.

Sempre a giugno, la Formula 1 ha aggiunto ai propri sponsor Crypto.com, una società che fornisce portafogli digitali per pagare in criptovalute.
Un accordo da circa 30 milioni di dollari l’anno.
Soldi ben spesi, per essere sempre più conosciuti e avere sempre più traders.

Non poteva mancare, infine, l’NBA, con i Portland Trail Blazers che sfoggiano sulle loro maglie da gara il marchio di Fintech Storm X, una società che offre una carta di credito per fare acquisti con le criptovalute.
Una diffusione globale di servizi sta progressivamente sostituendo i movimenti di denaro, non solo nel calcio, ma anche nel mercato immobiliare.
Quello che era un settore sconosciuto, misterioso, guardato con sufficienza e diffidenza, ormai, di criptico ha soltanto il nome.
Ci leggiamo presto!