Una storia incredibile, una magia impossibile ed un amore sconfinato, quello che lega i tifosi all’Union Berlin, in grado di portare il club tedesco nelle prime posizioni in Bundesliga e a riscrivere, un pezzo per volta, la storia del calcio moderno
Una squadra emblematica, divisiva, da sempre intrecciata tra Stato e politica all’interno di una storia, quella di Berlino, a sua volta costellata da fragilità e vittorie.
L’araba fenice: la nascita dell’Union Berlin
“Non ogni tifoso dell’Union era nemico dello Stato, ma ogni nemico dello Stato era tifoso dell’Union”. Ne parla così l’Eulenspiegel, rivista storica berlinese, che negli anni Ottanta provò a raccontare il significato di essere un tifoso dell’Union.
Nata ufficialmente nel 1906 sotto il nome di SC Olympia 06 Oberschönweide, al termine del secondo conflitto mondiale, gli alleati vincitori sciolsero tutte le associazioni sportive tedesche costringendo la squadra a rifondare il proprio statuto.

Un’aurora durata soli cinque anni che ha portato, con l’inizio della costruzione del muro, non solo alla divisione di Berlino ma anche della neonata SC Olympia (metà rimase a Berlino Est e metà si trasferì a Ovest).
Fu cosi che dalla più aspra divisone del mondo nacque, come fosse una fenice ferita, l’1. FC Union Berlin.
La tifoseria che tutti i club vorrebbero
L’union Berlin, non di certo tra le squadre più vincenti ed acclamate della Germania, è stata in grado di riscrivere la storia del calcio permettendoci di assaporare, partita dopo partita, la genuinità e la bellezza del tifo sportivo.
Passione, dedizione e amore sono i termini che ci raccontano il fascino del club e della sua popolarità che va ben oltre i risultati ottenuti in campo. A coinvolgere e stupire il pubblico sono i suoi tifosi, un perfetto esempio di una sempre più rara purezza calcistica.
Ad accomunarli è l’eleganza e la bellezza del loro tifo, di una fede ed una passione smisurata che oramai da tempo faticavamo a ricordare. La famiglia dell’Union è fatta dai suoi tifosi, dai loro riti (come quello della vigilia di natale) e da quel genuino e sincero attaccamento alla maglia simbolo di un credo ed una fede sconfinata.
La casa dei tifosi
A raccontare questo straordinario attaccamento al club non può che essere la vicenda dello Stadio An Der Alten Försterei, casa calcistica dell’Union Berlin. In perfetto stile rurale tedesco, costruito nel 1920, lo stadio è ancor oggi immerso nel fitto bosco dal quale prende il suo nome.
Una realtà molto piccola che ha visto nel corso degli anni il succedersi di una serie di ampliamenti conclusi nel 2006, in occasione dei mondiali tedeschi, che hanno costretto l’Union ad una scelta: traslocare o ammodernare uno stadio dal sapore oramai troppo vintage.
A differenza degli altri club la società ha deciso, con non poche difficoltà, di non abbandonare la storica casa ma di procedere con un lavoro di ammodernamento e ristrutturazione. Una scelta gloriosa ma certamente complessa in termini finanziari.
L’Union al tempo non era un top club di Bundesliga, le casse non traboccavano di introiti e il comune di Berlino non vide di buon grado la possibilità di concedere un prestito per uno stadio di dimensioni così ridotte.
La soluzione stentava ad arrivare fino a quando, a scendere i campo, non furono i tifosi. Più di 2000 volontari, 140.000 ore di lavoro ed uno stadio che nel luglio 2009 riaprì le porte al suo amato pubblico.

La società non potè dimenticare questo incredibile gesto di solidarietà e decise, lo stesso anno, di vendere 4.141 azioni della struttura a soci e tifosi facendo diventare l’Alte Försterei, il primo e forse unico stadio tedesco, parzialmente di proprietà dei tifosi.
Il futuro social del club
Gli ultimi quattro anni per l’Union sono stati un incredibile rollercoster di emozioni, una squadra mai stata in Bundesliga prima del 2019 che si trova ora ad affrontare derby cittadini e a battersi su campi internazionali.
Da quando gioca in Europa, racconta Jacob Sweetman, addetto alla comunicazione sui canali inglesi dell’Union Berlin, la squadra necessita di un tono internazionale ed è sorta, da parte del club, l’esigenza di raccontarsi per far comprendere ai tifosi attuali e futuri, il valore ed il privilegio unico di poter far parte di questa famiglia.
Una corsa irrefrenabile che ha visto moltiplicarsi i membri tesserati al club, passando dai 6.500 del 2010 ai più di 50 mila odierni. Per i tifosi, raconta Sweetman, è fondamentale sentirsi ascoltati e poter partecipare attivamente a tutto quanto accade attorno al club.
Il club tedesco ha in serbo diversi progetti e tra i vari obiettivi postisi troviamo la volontà di raggiungere, per il terzo anno consecutivo, la qualificazione alle competizioni europee, la costruzione del nuovo stadio e la rinnovata partnership, siglata con Adidas, fino al 2030.
Propositi ambiziosi e non di semplice realizzazione che permetteranno, se adeguatamente perseguiti, di aumentare non solo il numero di soci ma anche le finanze del club ed il successivo riconoscimento internazionale.
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