Imprese sportive estreme e pubblicità: l’importante non è vincere, è sponsorizzare

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14 Dicembre 2022
Tocca mettersi comodi

Ripercorriamo assieme alcune dei più celebri legami tra gesta sportive estreme e sponsor, tra traversate dell’Antartide, tuffi dalla stratosfera e regate intorno al mondo!

Il 26 novembre scorso, l’ultraciclista Omar Di Felice, classe 1981, ha dato il via ad un’impresa ancora mai tentata nella storia dell’umanità: l’obiettivo era quello di compiere una traversata dell’Antartide in solitaria a bordo di una bicicletta. L’iniziativa, sfortunatamente terminata soltanto otto giorni dopo il suo inizio a causa di gravi problemi personali del ciclista romano, rappresenta ad oggi una delle sfide sportive più estreme e ambiziose mai concepite. 

Il coraggioso obiettivo faceva parte del progetto denominato “Bike to 1,5°C” realizzato da Omar in collaborazione con L’Italian Climate Network per sensibilizzare il pubblico sulla tematica del cambiamento climatico: Di Felice ha già portato a termine con successo due tappe del tour pedalando nel febbraio 2021 per 2.000 chilometri tra Milano e Glasgow – dove ha portato la sua bicicletta alla COP26 –  e tra febbraio e aprile 2022 per 4.000km in un periplo del mondo artico tra Russia, Norvegia, Isole Svalbard, Groenlandia, Islanda, Canada e U.S.A.

Per affrontare la traversata, Omar si è affidato al suo “storico” sponsor Wilier Triestina, storica azienda ciclistica di Bassano del Grappa, in provincia di Vicenza, che ha già supportato il ciclista in altre sfide di ultracycling quali la traversata dell’arco alpino italiano, quella del monte Himalaya e ancora quella del Deserto dei Gobi.

L’hype generato da imprese sportive estreme gioca un ruolo fondamentale e una ghiotta occasione per le aziende sponsor di mettersi sotto i riflettori per guadagnarci in immagine, e Wilier Triestina ha saputo sfruttare in modo intelligente e consapevole l’opportunità di una sfida ai limiti del possibile per mettere in mostra le sue capacità tecniche e creative, per la gioia di tutti gli appassionati di ciclismo. 

image credits: mtbcult.it

In occasione del progetto “Bike to 1,5°C”, Wilier Triestina ha realizzato per Omar una bicicletta che, oltre a dettagli tecnici di primissimo livello (basti pensare all’impiego di grassi impiegati nell’industria aerospaziale), è caratterizzata da un impatto estetico che è impossibile non notare: il telaio della bici porta infatti i colori delle Warming Stripes, un grafico di forte impatto visivo realizzato dallo scienziato Edward Hawkins per mostrare visivamente il riscaldamento a cui è andato incontro il Pianeta Terra nell’ultimo secolo. Diciamocelo, non è bellissima?

image credits: deejay.it

Wilier Triestina, azienda che si è sempre dimostrata al fianco di Omar Di Felice, sarà nuovamente sponsor dell’atleta in quello che lo stesso Omar in un post Instagram pubblicato il 12 dicembre ha definito “solamente di un arrivederci”.

Nell’attesa di assistere a un nuovo tentativo dell’ultraciclista di portare a termine la sua impresa al Polo Sud, vogliamo ricordare alcune delle imprese sportive più estreme mai realizzate e dello stretto rapporto con gli sponsor che hanno sostenuto atleti al di fuori dal normale.

2012, Felix Baumgartner e Red Bull saltano dalla stratosfera

Image credits: greciamia.it

Il 14 ottobre 2022, il base jumper austriaco Felix Baumgartner ha infranto qualsiasi record nella storia del volo umano: issato tramite un pallone aerostatico a bordo di una capsula appositamente realizzata dal suo sponsor Redbull con un lavoro durato cinque anni, Felix si è lanciato da un’altezza di 38.969,4 metri sul livello del mare in una caduta durata 4 minuti e 22 secondi, tempo in cui l’austriaco ha raggiunto la velocità massima di 1342,8 chilometri orari superando abbondantemente la velocità del suono (che viaggia a “soli” 1.100 chilometri orari). 

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L’impresa, oltre ad aver consacrato Baumgartner allo stato di leggenda vivente, ha fatto registrare anche un record di visualizzazioni su YouTube, con oltre 8 milioni di persone incollate allo schermo per seguire il lancio live; inoltre, il post su Facebook riportante la buona riuscita della missione ha generato 216.000 reazioni e 10.00 commenti soltanto nella prima mezz’ora dopo la sua pubblicazione. 

In tutto ciò, sembra che Redbull nei sei mesi successivi al salto abbia registrato un aumento di vendite dell’omonima bevanda negli USA del 7%: niente male, se si considera che nel 2011, anno precedente all’impresa, il fatturato dell’azienda si era attestato sui 4,25 miliardi di dollari!

Vi siete persi lo spettacolo? Di seguito il video integrale del salto:

2017 – Alex Honnold e l’arrampicata per 900 metri senza corda di sicurezza

image credits: alpinismi.com

È il 3 settembre 2017 quando l’arrampicatore statunitense Alex Honnold lascia a bocca aperta tutti gli scalatori del mondo, riuscendo a salire una parete del monte El Capitan, nel parco nazionale dello Yosemite in California, in appena 3 ore e 56 minuti

Ma cosa ha reso così spettacolare l’impresa di Honnold? La parete, denominata “Freeride”, è una via di difficoltà “7c”, ovvero una parete essenzialmente liscia ed è definita dai climber “un’odissea di zig-zag” che “mette alla prova ogni abilità fisica di un arrampicatore” per la bellezza di 900 metri di dislivello (per intenderci, il grattacielo più alto del mondo, il Burj Khalifa di Dubai, è alto “appena” 830 metri).

La maggior parte delle pareti del monte El Capitan, pur meno complesse e più brevi della “Freeride”, richiede molte ore o addirittura giorni per essere scalate, impiegando ovviamente tutte le misure di sicurezza necessarie: Hammond, invece, ha percorso l’intera altezza della “Freeride” in meno di quattro ore, avvalendosi solo di un sacchetto di magnesite, una polvere utilizzata per migliorare la presa delle dita sulla roccia.

L’arrampicata di Honnold è stata oggetto di un documentario realizzato da National Grographic e supportato da The North Face, sponsor di Honnold. Il documentario ha vinto un premio Oscar come Miglior Documentario nel 2019, permettendo al brand di attrezzatura sportiva di creare un fortissimo engagement tra gli appassionati di sport all’aria aperta.

1995 – Giovanni Soldini e la Stupefacente regata attorno al mondo

image credits: histoiredeshalfs.com

Se è vero che il secondo sul podio non fa mai molta notizia, la storia dell’argento guadagnato nel 1995 da Giovanni Soldini alla BOC Challenge, una regata in solitaria intorno al mondo, è riuscita ad oscurare il nome di Dave Adams, vincitore della medesima edizione della competizione. 

Giovanni Soldini, milanese classe 1966, è forse il navigatore italiano più conosciuto in Italia e nel mondo. Pur provenendo da una famiglia agiata, ha sempre preferito il richiamo del mare alla città: innamoratosi della vela sin da giovane età, ha sempre seguito questa sua passione, prendendo parte a traversate dell’Oceano Atlantico già a sedici anni. 

Nel 1993 Giovanni compie quella che sembra un’impresa impossibile: pur privo di grossi capitali da investire, decide di partecipare ad una regata in solitaria intorno al mondo della durata di oltre quattro mesi che si svolgerà a cavallo tra il 1994 e il 1995, la BOC Challenge, competizione riservata ai miliardari. Non avendo fondi sufficienti per realizzare un’imbarcazione, Soldini fonda un’associazione in cui coinvolge quarantacinque amici che decidono di prestargli i soldi per portare avanti il suo progetto. 

Giovanni fonda un cantiere in un capannone di una comunità di recupero per ex tossicodipendenti a Latina i quali, sotto la guida dell’ingegnere navale Stefan Falcon, in otto mesi danno forma all’imbarcazione che Giovanni porterà alla regata, spesso utilizzando materiali di scarto di altri scafi e riuscendo a portare a termine l’impresa con un budget di circa 500 milioni di lire contro i 2-3 miliardi generalmente spesi dagli altri concorrenti: la nuova nave, realizzata da ragazzi della comunità che non avevano alcuna esperienza pregressa nella costruzione di navi, prende il nome di Stupefacente, in un geniale doppio senso che celebra il successo della realizzazione giusto in tempo per prendere parte alla competizione che inizia nell’inverno del 1994.

image credits: repubblica.it

Lo sponsor per la regata arriva solo in un secondo momento: Kodak decide di finanziare Soldini nella regata, per poi abbandonarlo a tre quarti del giro, a causa di un cambio di vertici dell’azienda giapponese non interessati alla competizione. Soldini, rimasto solo e senza fondi, non riesce ad ottimizzare la resa della sua imbarcazione proprio nella tappa finale del giro, posizionandosi comunque in seconda posizione.

La stupefacente impresa dell’allora ventinovenne Giovanni non passa inosservata e infatti Telecom Italia decide di offrirsi come sponsor per il navigatore. L’incontro tra soldini e Telecom è doppiamente fortunato, infatti non solo nel 1996 Giovanni guadagna l’oro in tutte le competizioni a cui partecipa, ma Telecom ha l’opportunità di sperimentare assieme a lui i suoi nuovi sistemi satellitari. Il rapporto di collaborazione tra il marinaio e l’azienda telefonica è così fortunato che negli anni successivi verranno emesse milioni di schede telefoniche raffiguranti Soldini a bordo della sua barca brandizzata “Telecom”.

image credits: ebay.it

Nel 1999, Giovanni inizia a collaborare con Fila, sponsor con cui vince la regata Around Alone (ex BOC Challenge), occasione in cui, oltre a guadagnare il gradino più alto del podio, compie anche uno dei gesti sportivi più celebri della storia della marineria e delle regate oceaniche: in quella circostanza, infatti, trae in salvo un’altra concorrente, la francese Isabelle Autissier la cui imbarcazione si era ribaltata. 

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