La Space Economy è uno dei settori più promettenti del mercato globale. La Gazzetta del Pubblicitario ha già avuto modo di approfondire il concetto di Space Advertising e le nuove frontiere della pubblicità nello spazio, ma ciò di cui vi parleremo in questo articolo è il fenomeno del turismo spaziale: una realtà sempre più concreta che vede attualmente protagonisti alcuni tra gli uomini più ricchi del mondo, coinvolti in una competizione dai connotati quasi personali in una spettacolare corsa al primato. A scatenare questa space race tra miliardari, riedizione privata di quella tra USA e URSS durante la Guerra Fredda, potrebbe essere stata proprio… una pubblicità!
Inspiration4 e il primo spot sui viaggi spaziali
Ebbene si, il 2021 sarà ufficialmente l’anno del turismo spaziale.
E ad annunciarcelo era stato uno spot trasmesso durante il Super Bowl dello scorso febbraio, che è diventato a tutti gli effetti il primo spot della storia a promuovere i viaggi “turistici” spaziali.
Negli anni passati, con la nascita dell’agenzia spaziale privata SpaceX fondata dal CEO di Tesla, Elon Musk, avevamo già avuto qualche sentore che la nuova era del turismo intergalattico fosse alle porte ma, con la messa in onda dello spot (che, secondo dati Nielsen, è costato 5 milioni di dollari per ogni slot di trasmissione), le aspettative di noi terrestri affezionati ai libro di Douglas Adams sono state accelerate.
Al centro della scena anche questa volta un fanatico miliardario con la passione per lo spazio: si tratta di Jared Isaacman, fondatore e presidente di Shift4 Payments, società americana di elaborazione di carte di credito.
Isaacman ha finanziato il volo interstellare della Crew Dragon di SpaceX, il cui lancio è previsto per il prossimo ottobre. La missione, denominata Inspiration4, sarebbe infatti stata la prima missione spaziale a volare con un equipaggio a bordo composto da privati cittadini.
L’uso del condizionale passato è però d’obbligo, perché dalla trasmissione di quello spot nella LVI edizione del Big Game, l’entusiasmo di diventare tra i primi turisti dello spazio ha scatenato una corsa a “chi arriva prima sulla Luna”, anticipando di gran lunga le aspettative degli abitanti del pianeta Terra che, a quanto pare, sembra riusciranno a vedere volare nello spazio uomini in veste di semplici “turisti cosmici” già a partire dal mese di luglio. L’annuncio da parte di Insipration4 ha infatti solleticato l’ego e la vanità di individui notoriamente bisognosi di accreditarsi come visionari e futurologi a ogni costo, nonché dotati di capitali multimiliardari. In questi mesi si sta innescando infatti un vero e proprio effetto domino che sta dando grande impulso al settore, che andremo ad analizzare di seguito.
Jeff Bezos va nello spazio e c’è chi vuole che resti lì
Dopo il Super Bowl, infatti, il genere umano aveva iniziato a tenere il fiato sospeso nell’attesa della tanto agognata partenza turistico-spaziale di Isaacman, ma il 7 giugno scorso, a rompere la lunga apnea, è stato un inaspettato post di Jeff Bezos.
Dopo aver creato la compagnia spaziale BlueOrigin, (con l’intento di tener testa al suo eterno rivale Elon), il quasi-ex patron di Amazon ha voluto battere sul tempo Isaacman, dichiarando di avere in programma di partire per un viaggio interstellare il prossimo 20 luglio, lanciando anche un’asta che permettesse di aggiudicarsi un posto ancora vacante all’interno della vettura spaziale, in compagnia di lui e di suo fratello.
L’asta, conclusasi dopo 7 minuti, è stata aggiudicata ad un misterioso miliardario di cui ancora non è stata rivelata l’identità, per la modica cifra di 28 milioni di dollari. Il denaro è stato poi devoluto in beneficenza.

Contemporaneamente, però, su Change.org, sono partite due singolari petizioni per costringere Bezos a rimanere nello spazio.
Le petizioni hanno entrambe lo stesso scopo, quello di raccogliere più firme possibili per avvalorare il consenso popolare di voler tenere lontano dalla Terra quello che risulta essere attualmente l’uomo più ricco del pianeta.
Se da una parte però veri e propri complottisti vedono Bezos come un perfido Lex Luthor intento a conquistare il mondo, dall’altra, ragioni etiche spingono al consenso dell’idea che “I miliardari non dovrebbero esistere né sulla Terra, né nello spazio ma, se dovessero decidere per quest’ultimo, dovrebbero restare lì“.

Colpo di scena: Richard Branson batte tutti e parte l’11 Luglio
Giovedì 1 luglio, lasciando tutti senza parole, appare il “terzo in comodo” nella lunga lotta a “chi ha il razzo più grosso” tra le due compagnie, SpaceX e BlueOrigin appunto: Richard Branson.
Branson, fondatore della Virgin Galactic, è pronto a volare nello spazio a bordo di VSS Unity (l’aereo spaziale suborbitale a razzo) già l’11 luglio, a seconda delle condizioni meteorologiche o di altri fattori imprevisti che potrebbero mettere a rischio la missione.
“Sono sempre stato un sognatore. Mia madre mi ha insegnato a non arrendermi mai e a raggiungere le stelle. L’11 luglio è tempo di trasformare quel sogno in realtà a bordo del prossimo volo spaziale @VirginGalatic”, ha twittato Branson dopo l’annuncio.

In generale, come vanno le prenotazioni per i viaggi spaziali?
Nell’attesa che il sogno di andare in vacanza su Marte diventi realtà, proviamo a capire qual’è la portata del mercato di questo emergente settore.
Secondo la National Sky Research (NSR) le entrate generate dal turismo spaziale sono destinate a raggiungere i quasi 8 miliardi di dollari entro il 2030.
Una società di ricerche di Houston ha riportato che per esempio ci sono attualmente ben tre uomini d’affari interessati a raggiungere la stazione spaziale internazionale e che hanno attualmente pagato 55 milioni di dollari ciascuno per coronare il loro sogno.
Il miliardario giapponese Yusaku Maezawa, ha invece sottoscritto un contratto con SpaceX ed Elon Musk per effettuare un viaggio attorno alla Luna, previsto per il 2023.
La stessa Virgin Galactic ha invece già venduto 700 biglietti da 250mila dollari, per un rapido viaggio spaziale con un sistema denominato “aereo-madre e spazioplano” a cui la società lavora dal 2014: in lista di attesa anche celebrità tra cui Leo DiCaprio.
E l’Italia?
Anche noi siamo orgogliosamente pronti a lanciarci ufficialmente nel turismo spaziale.
Sarà proprio la compagnia di Branson infatti ad aprire a Taranto, nella zona dell’ex aeroporto di Grottaglie, il primo spazioporto europeo e il secondo a livello mondiale.
Chissà che anche voi non abbiate modo un giorno, magari neanche così lontano, di leggerci dallo spazio!