È caos per Balenciaga: il marchio di lusso spagnolo torna indietro e cancella ogni segno della campagna. Il fotografo intanto afferma di non aver nessun controllo sulla scelta della scenografia e spunta un problema sulla campagna 2023. I social si scatenano. Ma che cosa accadrà fra qualche giorno?
«Nei giorni scorsi ho preferito non parlare, non perché non fossi disgustata e oltraggiata dalla recente campagna Balenciaga, ma perché volevo avere l’opportunità di parlarne con il loro team per capire come questo sia potuto succedere». Inizia così il tweet della modella e imprenditrice Kim Kardashian, icona di Balenciaga, che due giorni fa si è scagliata contro il brand che sponsorizza, a causa di una campagna accusata di aver accostato dei bambini con degli oggetti dai rimandi fetish e sadomaso. Non finisce qui: l’ex moglie di Kanye West rilancia e afferma di stare rivalutando la sua posizione con il brand perché, in quanto madre, non può accettare in alcun modo il tentativo di normalizzare l’abuso su minori.

L’orsacchiotto della discordia


Al centro dell’intricata polemica ci sono una serie di scatti che ritraggono dei bambini inseriti in dei contesti non loro, pieni di oggetti dai connotati fetish e legati al mondo del BDSM. In particolare il pubblico, e in seguito anche Kim Kardashian, sono rimasti molto colpiti da un’immagine non proprio quotidiana: un orsacchiotto, tenuto da una bambina, indossava un’imbracatura sadomaso. La campagna Objects a tema natalizio aveva come obiettivo primario rappresentare gli oggetti che Balenciaga proponeva come doni da posizionare sotto l’albero. Ovviamente non ci saremmo mai potuti trovare di fronte a piccole renne, palle di neve e pullover natalizi: dentro la campagna di Balenciaga vi è la solita provocazione e irriverenza.
Il tribunale del web però non aspetta e, dopo la bufera di critiche e accuse, Balenciaga ha dovuto rimuovere tutti gli scatti. Un bel problema per il marchio, che oltre al grandissimo danno d’immagine ha probabilmente perso anche Kim Kardashian, una delle sue influencer di punta. La maison spagnola di proprietà Kering si è scusata, affermando che il peluche non avrebbe dovuto esser accostato ai bambini, forse quindi scaricando parte della responsabilità. Tutti gli occhi allora si sono concentrati sul fotografo, l’italiano Gabriele Galimberti, talento della fotografia e del reportage, prestato alla moda.

Chi ha visto negli scatti una precisa volontà di replicare il concept del suo lavoro Toys Stories, dove l’artista-fotografo ha ripreso per anni le camere di bambini e adulti in giro per il mondo dovrà rimanere deluso. Galimberti ha infatti affermato che il suo ruolo sul set era di semplice fotografo, di non avere nessun controllo sulla scelta dei modelli e della scenografia. Ovviamente la ricerca stilistica, lo sguardo e la mano appaiono riconoscibili, ma come non potrebbe essere altrimenti?
In questo turbinio di dichiarazioni anche Kim Kardashian non è rimasta illesa, finendo sotto accusa dai followers e non, che hanno tacciato di ipocrisia e non coerenza l’imprenditrice, riprendendo fatti passati e scelte di outfit discutibili. Insomma il tribunale supremo del web non ha risparmiato nessuno e la vicenda è stata sotto i riflettori in questi due giorni. Come se non bastasse, forse mossi dalla curiosità o dal rumore delle polemiche, qualcuno si è accorto di un altro scivolone di Balenciaga in una campagna per il 2023 in collaborazione con Adidas. In alcuni scatti i più attenti hanno rinvenuto un libro incriminato (e già messo all’indice tra i volumi proibiti) di Michael Borremeans, artista belga che nel corso della sua carriera ha usato immagini controverse di bambini nella sua produzione artistica. Nella stessa campagna inoltre era presente un rimando ad una sentenza del 2008 in cui si legge «la promozione o la pubblicità della pornografia infantile è un crimine federale non protetto dalla libertà di parola».

Balenciaga ha suggellato il tutto con un post in cui le scuse venivano reiterate e in cui si parla di un’indagine interna che vedrebbe coinvolta tutta l’organizzazione e i metodi di lavoro. Insomma, non cose da poco. Adesso che il dibattito social si è consumato, che tutti sono stati accusati o difesi, cosa accadrà veramente al brand, all’imprenditrice e al fotografo? E per quanto riguarda Adidas, che compare nella campagna che deve ancora vedere la luce, verrà coinvolta nell’accusa perché complice? L’opinione pubblica si concentrerà sul problema più fresco e darà un po’ di tregua ai protagonisti dimenticando in fretta l’accaduto oppure i malaugurati protagonisti rischiano seriamente di essersi condannati al boicottaggio?
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Image credits cover: NSS Magazine