L’emittente danese P3 Missionen ha promosso una campagna contro il burnout, con una serie di statue di cera sparse in varie città della Danimarca
It’s better to burn out than to fade away – è meglio bruciarsi di colpo che spegnersi lentamente. Così cantava Neil Young in Hey Hey, My My nel ‘79. Cinquant’anni dopo, pare che il senso di questo verso sia cambiato totalmente.
Oggi per burnout intendiamo “bruciarsi lentamente”, vale a dire la sindrome dello stress lavorativo sempre più diffusa fra lavoratori e lavoratrici. Come in Danimarca, per esempio, dove il 44% della popolazione afferma di averne sofferto. E allora possiamo capire perché proprio nelle città danesi siano improvvisamente apparse delle statue di cera raffiguranti persone che si bruciano lentamente.
Statue di cera per il burnout
Una serie di statue di cera, messe in mostra in un box di plexiglas. Ritraggono uomini, donne, ragazzi e ragazze, in piedi o seduti, ma in un paio mesi diventeranno praticamente irriconoscibili: le statue sono irradiate dal calore di una lampada che, piano piano, scioglie la cera bruciando le figure. Il messaggio è assolutamente esplicito: se nessuno farà qualcosa, ci scioglieremo lentamente.
Questa la campagna promossa dall’emittente danese P3 Missionen, realizzata dall’agenzia Uncle Grey, per sensibilizzare le persone sulla questione del burnout. Una campagna poco metaforica e assolutamente concreta, visto che il tema del “bruciarsi lentamente” viene sviluppato in senso letterale: statue di cera che si sciolgono.
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«Per anni, ci siamo concentrati sull’importanza della salute fisica; ora è giunto il momento di dedicarci al mantenimento della salute mentale» ha dichiarato Charlotte Porsager, direttrice generale di Uncle Grey. Un progetto «per far luce sull’importanza di questo aspetto, aiutando i giovani a rendersi conto che non sono soli nella loro lotta, perché vogliamo aiutarli con una serie di iniziative».

Infatti, P3 Missionen e Uncle Grey hanno esteso la campagna anche ad alcune scuole danesi, promuovendo attività di sensibilizzazione sul tema del burnout. Fra queste, l’iniziativa Cosa ti rende felice?, una serie di conferenze e percorsi educativi sulla salute mentale dei giovani, in collaborazione con alcune associazioni danesi.
It’s better to burn out than to fade away, cantava Neil Young. Oggi le cose sono cambiate, ma una statua di cera può ricordarci che non siamo per forza costretti a scioglierci: siamo esseri umani e abbiamo bisogno di tempo, di spazio, di noia, di distrazioni.
Almeno noi, possiamo uscire dalle teche di vetro. Scioglierci, “bruciarci lentamente” non è la nostra unica possibilità.
Ci leggiamo presto!