Nel 2023 mondo dell’e-commerce è sempre più parte della nostra quotidianità. Scopriamo insieme i dati che confermano questa forte spinta
Si sa, ormai siamo passati dallo spingere il carrello della spesa al carrello simbolico in cui si ritrovano tutti i prodotti che si vogliono acquistare online. Acquisti che arrivano direttamente a casa dopo soli due click. Il termine inglese e-commerce, è un’abbreviazione di electronic commerce (commercio elettronico) e intende il processo di vendita/acquisto di beni o servizi tramite il web. Nel corso della pandemia, abbiamo assistito ad un cambiamento rapido nel commercio e nella primavera del 2020, molte tendenze, tra cui l’e-commerce, hanno subito una trasformazione incredibilmente veloce. Mentre avevano impiegato 10 anni per passare dal 6% al 16% delle vendite al dettaglio, sono bastate appena otto settimane nei mesi di marzo e aprile 2020 per guadagnare i successivi 10 punti percentuali. Dopo questa crescita esplosiva, la penetrazione del commercio elettronico continua a crescere in modo costante, con circa il 20% delle vendite totali che avvengono online.

Le piattaforme commerciali
Spesso ci sono aziende “invisibili” che agiscono come motori fondamentali nel nostro modo di fare acquisti. Molti potrebbero non essere consapevoli del fatto che Amazon si basi principalmente su venditori terzi. In altre parole, quando facciamo acquisti su Amazon, di solito non lo facciamo direttamente dalla piattaforma; oggi, è più probabile che stiamo acquistando da un venditore che sfrutta la vasta base di clienti di Amazon come canale per soddisfare la domanda (quando un membro Prime visita Amazon.com, il 74% delle volte effettua un acquisto).

Anche se il grafico qui sopra è datato, fornisce un’idea di come i venditori terzi abbiano iniziato a dominare su Amazon negli anni 2010. Attualmente, ci sono circa 10 milioni di venditori terzi che rappresentano oltre il 60% di tutti i prodotti venduti su Amazon. Un esempio altrettanto rilevante è rappresentato da Shopify. Un brand forse meno planetario ma comunque con una capitalizzazione di mercato di 73 miliardi di dollari. Tuttavia, la stragrande maggioranza degli utenti fa acquisti da uno dei quattro milioni di negozi gestiti da Shopify, tra cui noti marchi come SKIMS, Gymshark e Sephora.
Le aziende sopracitate condividono una caratteristica chiave: sono piattaforme commerciali. Il termine “piattaforma” può essere definito come “un sistema software che genera rendimenti crescenti in scala attraverso dati, distribuzione o sviluppo proprietari”. Ad esempio, TikTok sfrutta gli effetti di rete dei dati, mentre Amazon utilizza la distribuzione attraverso la rete di venditori terzi. Infine, Roblox si basa sull’effetto di sviluppo, con un vasto ecosistema di sviluppatori di terze parti.
Alla ricerca di clienti
L’acquisizione di nuovi clienti è una sfida costante per le aziende e i rivenditori. Le tradizionali strategie di acquisizione includono la ricerca su Google e gli annunci su Facebook ma ora ci sono nuovi attori che cercano di entrare in competizione con Amazon in questo settore. Un esempio di questo è TikTok, che sta lanciando una sfida diretta ad Amazon durante la stagione natalizia. La piattaforma offre sconti significativi, fino al 50%, per attirare clienti lontano da Amazon. Recentemente, TikTok ha introdotto TikTok Shop negli Stati Uniti, consentendo ai venditori di utilizzare le sue risorse per raggiungere i clienti in modo più efficace. Una battaglia in piena regola per spostare l’abitudine di acquisto che, tuttavia, sarà certamente premiata da chi investe sulla comunicazione e la vendita social (elemento di cui tenere conto nel marketing).

A livello globale, TikTok mira a raggiungere 20 miliardi di dollari di GMV (Valore lordo delle merci) quest’anno, con la maggior parte dei ricavi, circa 15 miliardi di dollari, provenienti dal Sud-Est asiatico. In Cina, l’applicazione sorella di TikTok, Douyin, ha registrato un incredibile GMV di 208 miliardi di dollari l’anno scorso. Il panorama dell’e-commerce cinese è cambiato negli ultimi cinque anni, passando da un duopolio Alibaba-JD a un mercato più vario, con nuove aziende di “social shopping” come Douyin, Pinduoduo e Kuaishou che stanno emergendo.
E-commerce all’italiana
L’impatto del digitale sul commercio di beni e servizi sta diventando sempre più significativo e le statistiche sull’e-commerce in Italia lo confermano. I dati suggeriscono che l’Italia è in ritardo rispetto ai principali mercati stranieri, dove l’e-commerce ha una penetrazione da due a quattro volte superiore. Tuttavia, è innegabile che stiamo assistendo a una crescita significativa, anche grazie al periodo di lockdown e all’emergenza sanitaria, che hanno stimolato l’adozione dell’e-commerce. Parlando del 2023, secondo le previsioni gli acquisti online degli italiani cresceranno del +13% fino a raggiungere i 54 miliardi di euro alla fine di quest’anno.

Che cosa acquistano gli italiani?
Circa il 60% dei consumatori effettua regolarmente acquisti online o attraverso i social network, almeno una volta al mese. Gli acquirenti online abituali, che fanno acquisti almeno una volta a settimana, rappresentano il 24,7% del totale, mentre solo il 15,4% lo fa una o due volte l’anno. Per quanto riguarda le categorie di prodotto più acquistate online nell’ultimo anno, in cima alla lista troviamo abbigliamento e calzature, scelti dal 62,1% degli acquirenti. A seguire, gli strumenti elettronici con il 60,1% e gli articoli per la casa con il 52,1%. Altre categorie popolari includono abbigliamento e accessori sportivi (50,1%), profumi e cosmetici (44,4%) e integratori (41,6%).
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Quali sono le piattaforme preferite?
Ormai, sempre più italiani sono attratti dai marketplace, questo è dovuto principalmente da due fattori: la precisione nella stima dei tempi di spedizione e la sicurezza che deriva dall’acquistare tramite un brand noto. Inoltre, la convenienza o la gratuità delle spese di spedizione e dei resi sono considerate vantaggiose nei marketplace. Le piattaforme preferite dai consumatori includono Amazon, seguita da Booking e Subito.

Minaccia o opportunità?
Dal crescere esponenziale del commercio elettronico ci si è domandati se questo fenomeno in qualche modo possa realmente minacciare il commercio dei negozi fisici. I dati, però, sottolineano come gli italiani stiano non solo aumentando gli acquisti online ma stiano anche usando sempre di più le risorse digitali per prendere decisioni d’acquisto anche quando intendono completare l’acquisto in un negozio fisico. Sostanzialmente è la visibilità digitale che può orientare l’acquisto fisico ancora prima di varcare la soglia fisica. Una compenetrazione che ancora fatica ad essere acquisita al cento per cento da una parte di piccoli negozi nel tessuto italiano che vedono l’e-commerce solo come un competitor inarrivabile e non sfidabile.

Tutto questo viene sicuramente enfatizzato dallo smartphone, che rappresenta l’elemento chiave nell’interazione tra il commercio fisico e digitale. Non solo è il principale punto di contatto digitale attivato prima di effettuare un acquisto in negozio, come appena menzionato, ma può anche arricchire l’esperienza di shopping nel punto vendita. “I marketplace non costituiscono una minaccia” sostiene Simona Petrozzi, Presidente di Terziario Donna Confcommercio Roma, “ma piuttosto un’opportunità che i negozi tradizionali devono continuare a sfruttare”.
Ci leggiamo presto!