A New York arriva la rivisitazione del celebre logo di Milton Glaser. Un’iniziativa rivolta prima di tutto agli abitanti della città per creare un senso di comunità e chiamarli alla partecipazione attiva nel volontariato e nella cura della metropoli
Il cuore di “I love Ny” è una pietra miliare del marketing, del turismo e dell’arte. Creato negli anni Settanta dall’agenzia Wells, Rich, Greene e il genio di Milton Glaser è ispirazione ormai decennale per merchandising di ogni tipo. Ora la Grande Mela ha deciso di riportarlo vicino al cuore sostituendo l’io con il noi e lanciando la campagna “We love NYC” dove love è sostituito, chiaramente, da un cuore. Un prodotto per i turisti? Non proprio e non solo. Il fine è prima di tutto scuotere gli abitanti per mantenere fiorente la città simbolo degli Stati Uniti. A realizzarla l’associazione no profit Partnership for New York City (che esiste dal 1760 e conta 330 membri) con una collaborazione con le agenzie Maryam B, Funders, Gain Group e Graham Cliffors (oltre ad alcuni creators indipendenti).
Un cuore morbido e tridimensionale
La distribuzione della campagna sarà da questa settimana con annunci digitali, social e Out Of Home invitando i residenti ad impegnarsi anche nel volontariato. “Questa è la nostra città e spetta noi impegnarci per valorizzarla. Il passaggio dal Noi all’Io è anche un cambio filosofico. Cerchiamo persone che non aspettino siano gli altri a risolvere le situazioni” le parole di Maryam Banikarim e di Andrew Lerner. L’adattamento del logo di Glaser prevede delle linee più arrotondate e tridimensionali con un’ispirazione molto chiara. Oggi, infatti, il cuore è anche (forse soprattutto) un emoji utilizzata in miliardi di comunicazioni in tutto il mondo. “Abbiamo voluto aprire un dialogo con la cittadinanza. Possono mandarci poster, condividere le storie o suggerire un emoji. E’ una campagna costruita insieme
Senso di identità e comunità
L’articolazione della campagna è semplice ma divertente. Il We con il cuore, infatti, vengono fatti seguire da vari aspetti amabili della Grande Mela. Parla direttamente agli abitanti di New York creando un senso di comunità con riferimenti a valori identitari. Il tone of voice è contemporaneamente ironico ma anche duro ed intelligente. Una sorta di bastone e carota. Tutto da verificare se questo condurrà anche a qualche cambiamento concreto. I Qr Code e gli url portano dritti al profilo Instagram dedicato e al sito dell’iniziativa dove saranno anche celebrati quei newyorkesi che già si stanno impegnando per la comunità in vari ambiti.

New York, 600 lingue e un cuore
Oltre al soggetto del logo cambiano anche alcune soluzioni tecniche. Il font utilizzato da Glaser era l’Itc American Typewriter mentre il nuovo marchio è in Grotesque Sans: molto utilizzato nella segnaletica della metropolitana di New York. “Oggi viviamo in un ecosistema mediatico molto diverso e il marchio deve funzionare per gruppi di età ed etnie molto diverse. Questa città parla 600 lingue: quella universale è quella dell’emoji e i caratteri che tutti vedono sono quelli della metropolitana”. Non solo, c’è anche una ragione sociale per una campagna che torni a riunire chi abita a New York. Una ricerca di Morning Consult, infatti, rivela come il 62% di loro sia convinto che la città stia andando nella direzione sbagliata. L’immagine della Grande Mela, insomma, ha bisogno di essere salvata.
Ci leggiamo presto!