L’artista russo ha raccolto la provocazione lanciata dalla rivista Líbero e ha realizzato la sua interpretazione della coppa più famosa al mondo
Nonostante le innumerevoli polemiche, le decisioni controverse, i brand che si proclamano orgogliosamente anti-sponsor, la competizione sportiva in Qatar è stata finalmente inaugurata con la partita persa dai padroni di casa contro l’Ecuador. Ci attendono adesso 63 match e circa un mese di spettacolo alla finale e quindi alla consegna della coppa più celebre del mondo.
Nel frattempo l’artista russo Andrei Molodkin ha realizzato la sua versione del trofeo disegnato da Silvio Gazzaniga nel 1971, denunciando i metodi di assegnazione della Fifa.
The Dirtiest Cup per il Qatar
L’artista ha raccolto la provocazione della rivista spagnola Líbero di creare il simbolo della corruzione nel calcio per la copertina del numero speciale dedicato alla competizione. All’interno del giornale i giornalisti di Líbero hanno redatto una lunga inchiesta sulla gestione della Fifa sui Mondiali. Il pezzo non si esaurisce con l’edizione del Qatar, ma indaga anche i precedenti, passando da Russia 2018 fino ad arrivare al trofeo consegnato a Mussolini nell’edizione del ’34. L’artista ha quindi realizzato una fedele riproduzione del trofeo più ambito e l’ha riempito di petrolio proveniente direttamente da Qatar, certificato dall’Institut Français du Pétrole per dare una valenza simbolica ancora più forte.

Tutto il processo artistico e la relativa inchiesta sono stati raccontati da un campagna, che intermezza il lavoro dell’artista nella creazione dell’opera ai dati d’inchiesta. Nello scorrere delle immagini è possibile scorgere i titoli impietosi di alcuni dei quotidiani più autorevoli al mondo e per contraltare le immagini festanti dei rappresentanti del Qatar, quando il presidente Joseph Blatter estrasse il vincitore nella notte del 2 dicembre del 2010.
Si vedono i rappresentati dell’FBI che indagarono sul caso che ha portato all’arresto di alcuni tra i 24 dirigenti della Fifa. Viene citata anche la tangente di 150 milioni che il Qatar avrebbe versato all’organo internazionale di calcio per ottenere il via libera all’organizzazione e che rappresenta anche il prezzo simbolico assegnato dall’artista alla sua opera.
«La Coppa del Mondo è l’icona di una una vittoria vuota, perché l’unica vittoria che le petrocrazie comprendono si basano sul sangue e sul petrolio» – ha denunciato l’artista – che ha voluto rendere concreto il suo messaggio, svuotando la coppa non solo dai suoi significati simbolici, e riempiendola della moneta di scambio del governo qatariota. La campagna è stata realizzata da Líbero Creative Club, agenzia creativa in-house della rivista che ha ripreso l’artista al lavoro nel suo laboratorio a Maubourget.
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Image credits cover: Adsoftheworld