A pochi giorni dall’inizio della settantunesima edizione del Festival di Sanremo si discute ancora su quali brand vorranno sborsare fino a duecentocinquantamila euro per uno spot di 30 secondi. Oggi proviamo a spiegarvi nel dettaglio il costo di uno spot pubblicitario, motivandolo con numeri che provengono dalle scorse edizioni.
Sanremo sì, Sanremo no. Questo è il motivetto (tanto per restare in tema) che si è canticchiato negli uffici marketing dei maggiori brand italiani e non solo in queste ultime settimane. Sì, perché se negli scorsi anni il Festival di Baglioni e Amadeus ha fatto incetta di record di ascolti, l’edizione di quest’anno senza pubblico e con il forfait di alcuni ospiti (è notizia di pochi giorni fa che Naomi Campbell non sarà sul palco dell’Ariston) rischia di partire zoppa. E questo per i brand significa profonda riflessione, nel tentativo di capire se il pubblico risponderà come al solito alla chiamata al divano, oppure preferirà guardare altro.
L’unica a non avere dubbi è RAI, che motivata dai numeri dell’anno scorso ha ufficializzato un rincaro dei prezzi pubblicitari del 9%.
Ma la domanda che ci facciamo noi spettatori è: da cosa è giustificata la spesa di centinaia di migliaia di euro per 30 secondi di spot?
La risposta è il pubblico, ma proviamo a fare chiarezza.
SANREMO: LE CIFRE 2020
Da un report pubblicato da RAI Pubblicità emerge come l’edizione 2020 sia stata senza dubbio quella dei record.
Ben 39.500.000 (praticamente un italiano su due) sono le persone che si sono collegate al Festival almeno per 1 minuto in una delle cinque serate, con una media complessiva del 54,4% di share. Se non volessimo guardare i picchi più alti, potremmo dire però che mediamente durante il Festival ci sono sempre stati 9.856.000 spettatori collegati, una cifra comunque sbalorditiva che è seconda solo ai grandi eventi sportivi nazionali.
E per rispondere a chi proverà a obiettare dicendo che Sanremo è uno spettacolo per vecchi citiamo i 3.700.000 live streaming registrati durante le serate l’anno scorso. Questo ci indica una fruizione digitale del Festival, facilmente associabile ad un target medio-giovane interessato al programma, confermato per altro anche da RAI stessa nel suo report.

Insomma a conti fatti, chi ha investito e scommesso sul Festival a livello pubblicitario nel 2020 si è portato a casa una vetrina di tutto rispetto davanti a quasi quaranta milioni di potenziali acquirenti.
Ma che investimento devono prevedere i brand quest’anno per assicurarsi di nuovo il palcoscenico delle pause del Festival?
SANREMO 2021: QUANTO COSTA UNO SPOT
La prima cosa che occorre precisare a chi non è un tecnico del settore, è che non tutti gli spazi pubblicitari avranno lo stesso costo. Infatti, come vedete qui sotto, le cinque serate del Festival sono scandite da ritmi serrati e da slot a cui RAI Pubblicità assegna un numero da 1 a 9.

Si parte alle 20.31 con il TG1 sera e si arriva fino alla chiusura finale prevista al 1.14. In queste 5 ore ci sono momenti di picchi elevati di ascolti, ed è proprio lì che i brand proveranno ad investire per assicurarsi massima visibilità. Si riduce però tutto a una questione di portafoglio, perché nei migliori spazi potrà inserirsi solo chi avrà capacità di spesa molto elevata.
Come vedete dalla tabella riportata qui sotto si passa dai 13.600€ per un passaggio in chiusura (verso l’1.15) e si arriva al picco di 226.000€ per 30 secondi verso le 21.45, quando il maggior numero di spettatori sarà collegato.

Quello che alza la spesa media di ogni brand che vuole calcare questo red carpet pubblicitario è il numero di spot prenotati: infatti acquistare un solo slot da 30 secondi, anche se nella fascia più alta, sarebbe come gettare un lingotto d’oro in mare aperto. Per quanto d’oro, non se ne accorgerebbe nessuno.
Per questo RAI Pubblicità fa cassa più che altro con i pacchetti di spot, che come vediamo di seguito propongono un abbinamento di più passaggi (dai 10 ai 20) sfruttando la multicanalità di Rai1, Rai Premium e RaiPlay, portando così la spesa a picchi di 1.379.000 €.
Una splendida vetrina sì, ma a un costo elevato.

SANREMO 2021: QUALI BRAND VEDREMO
È questa la vera domanda. A poco meno di una settimana dall’inizio del Festival, non sono trapelate grandi notizie su quali brand hanno deciso di acquistare uno o più spazi pubblicitari.
L’unica conferma sarà la presenza di TIM come main sponsor dell’evento. Una partnership storicamente solida che dura ormai da diversi anni, e che vedrà quest’anno l’azienda di telefonia mobile occupare ben 40 slot pubblicitari (a voi il conto finale) con lo spettatore protagonista. Durante ogni spot infatti l’azienda mostrerà a video alcune lettere magiche che si inseriranno in parole di utilizzo comune.
Nella mezz’ora successiva a ogni spot, il telespettatore avrà il tempo per provare ad indovinare il numero di lettere magiche mostrate tramite un apposito canale.
Alla fine del Festival chi avrà totalizzato i punteggi più alti potrà vincere premi come la nuova Suzuki Vitara o diversi accessori tecnologici griffati Samsung.
Per scoprire quali altri brand parteciperanno a quello che noi soprannominiamo anche Il Festival Della Pubblicità dovremo attendere la prima serata.
Come vi abbiamo già raccontato però, saremo pronti con una delle nostre squadre speciali a commentare minuto per minuto ogni singolo spot, con le pagelle che andranno a popolare la classifica dei 5 spot più belli di Sanremo 2021.
Non ci resta che aspettare il 2 Marzo, ansiosi di vedere come le aziende giocheranno i loro migliori assi in una delle vetrine italiane più importanti dell’anno.
Ci leggiamo presto!
Ehi lettore!
Prima di migrare verso altri siti, vorremmo ringraziarti di essere passato da qui.
Se ti è piaciuto l’articolo e non vuoi perderti i prossimi, puoi iscriverti alla nostra newsletter con un semplice passaggio qui sotto!
Sì, hai capito bene, la nostra newsletter arriva una volta alla settimana, ogni domenica.