L’amministrazione Biden valuta il divieto per TikTok su tutto il territorio statunitense. Il motivo riguarderebbe l’accesso ai dati degli utenti da parte del governo cinese.
Dopo aver vietato l’app TikTok sui dispositivi dei dipendenti pubblici lo scorso febbraio, l’amministrazione Biden starebbe valutando un divieto generale esteso a tutti i cittadini statunitensi. Il governo statunitense, infatti, chiede che i proprietari cinesi di TikTok vendano le proprie quote per evitare il divieto agli utenti americani.
Gli Stati Uniti temono per la sicurezza nazionale del paese, data l’enorme quantità di dati raccolti dall’app di proprietà della cinese ByteDance che conta milioni di utenti americani iscritti a TikTok.
Già da anni, infatti, i funzionari americani sono preoccupati che i dati raccolti dal social network, tra cui quelli biometrici e di posizione, possano finire nelle mani del governo di Pechino.
Anche Trump, nel 2020, aveva minacciato un divieto simile e sembra che anche Biden sia d’accordo e non veda di buon occhio il social network. Sarebbe quindi questo il motivo dietro all’ultimatum del governo USA.
La legge cinese
Il sostituto procuratore generale Lisa Monaco e altri alti funzionari statunitensi hanno chiamato in causa una legge cinese sulla sicurezza nazionale come fondamento alle loro preoccupazioni, che impone alle società cinesi di rendere disponibili i dati degli utenti se richiesto dal governo nazionale.
La risposta dalla Cina
La risposta da parte dalla Cina e da parte della stessa TikTok non ha tardato ad arrivare. Il portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin ha affermato che non c’è “alcuna prova che TikTok minacci la sicurezza nazionale degli Stati Uniti”.
TikTok, invece, ha dichiarato che una vendita forzata delle quote cinesi dell’app non cambierebbe nulla riguardo all’ipotetico rischio per la sicurezza nazionale statunitense in quanto “un cambiamento di proprietà non imporrebbe nuove restrizioni ai flussi o all’accesso di dati” come riportato dalle parole della portavoce di TikTok Brooke Oberwetter che continua dicendo: “Il modo migliore per affrontare le preoccupazioni circa la sicurezza nazionale è con una protezione trasparente e U.S based dei dati degli utenti e dei sistemi americani, con un solido monitoraggio, controllo e verifica, misure che stiamo già implementando”.
La piattaforma social ha inoltre citato un piano da 1,5 miliardi di dollari che farebbe in modo che tutti i dati raccolti vengano archiviati in territorio statunitense, ma ciò non sembra riassicurare il governo USA poiché, rimanendo la società di proprietà cinese, dovrebbe comunque rispettare la legge secondo cui il governo cinese può, in qualunque momento, richiedere accesso ai dati raccolti.
Il CEO di TikTok, Shou Chew, dovrebbe apparire di fronte al congresso la prossima settimana per discutere della questione.

La preoccupazione dei creator
Per chi lavora sulle piattaforme social e ha un grosso seguito su TikTok, questo divieto in territorio statunitense potrebbe rivelarsi estremamente dannoso. Addirittura, per i creator statunitensi vorrebbe dire perdere un’intera community. Proprio per questo motivo, in preparazione a ciò che potrebbe succedere alla piattaforma, molti stanno puntando su altri social come YouTube o Instagram per compensare le eventuali perdite che potrebbero derivare dal divieto dell’app negli USA.
Ci sono molti small business che hanno impegnato il loro tempo nella produzione di contenuti principalmente su TikTok come leva di marketing, e sono proprio coloro che potrebbero perdere tutto ciò su cui hanno lavorato in mesi o anni.
Per i creator, invece, il rischio sembrerebbe minore. Secondo Lia Haberman, insegnante di Social e Influencer Marketing alla UCLA, i TikTok creator già da tempo hanno iniziato a migrare la loro community su altre piattaforme poiché su TikTok risulta più difficile monetizzare i propri contenuti.
Il creator dietro al profilo Under the Desk News, in un video pubblicato su TikTok, ha chiarito la situazione spiegando che, sia in caso di divieto dell’app sia in caso di vendita forzata, il processo non sarà immediato, consigliando ai creator di riflettere sulla situazione e iniziare a fare qualcosa di concreto per ampliare la propria presenza su altre piattaforme, e al pubblico di sostenere i propri creator preferiti seguendoli su tutte le piattaforme su cui sono presenti.
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