Siamo abituati a considerare la pubblicità come una cosa frivola, colorata, destinata a veicolare un messaggio commerciale dalla vita più o meno breve. Nel 1971 però nasce una fondazione destinata a cambiare le carte in tavola. Celebriamo i 50 anni di Pubblicità Progresso con una carrellata di campagne rimaste nell’immaginario.
L’IMPORTANZA DELLA CONSAPEVOLEZZA SOCIALE
Per spiegare Fondazione Pubblicità Progresso prendiamo in prestito l’incipit della sezione Chi Siamo del sito ufficiale:
Fondazione privata libera, indipendente, areligiosa e senza fini di lucro. Dal 1971, al servizio della crescita civile e sociale del nostro Paese. Il nostro intento è di contribuire a progetti di comunicazione sociale per sensibilizzare l’opinione pubblica su temi civili, culturali ed educativi della nostra comunità.
La nostra speranza è favorire la nascita di comportamenti virtuosi orientati alla crescita del bene comune.
Con la nostra attività e grazie al contributo dei nostri partner (soci, utenti, organizzazioni professionali, imprese e media televisivi, editoriali e digitali) promuoviamo l’impiego della comunicazione sociale di qualità per sensibilizzare l’opinione pubblica.
Ce la ricordiamo tutti per via di quelle pubblicità che spesso hanno interrotto il flusso colorato, giocoso e frenetico dei caroselli che ormai fanno parte delle nostre vite. Sono state campagne serie, diverse, che hanno indotto alla riflessione, promosso buone pratiche, messo in guardia dai pericoli o veicolato messaggi di inclusione, legalità e uguaglianza.
Pubblicità Progresso opera praticamente in tutto il mondo e la sua attività consiste nella realizzazione e diffusione di campagne di utilità sociale su tutti i media (tv, radio, stampa/affissioni e web) grazie alla collaborazione dei creativi più prestigiosi e delle principali agenzie. Ulteriori partnership vengono poi stipulate con i player del mondo dell’audiovisivo (Rai e Sky in primis) per garantire poi l’appropriata diffusione. Quando non impegnata in prima persona, la Fondazione può concedere il patrocinio su iniziative realizzate da terzi ma che siano comunque in linea con i suoi valori.
Sono in pieno svolgimento i festeggiamenti per i 50 anni di Pubblicità Progresso. Gazzetta vi segnala un’iniziativa importante per conoscere meglio questa prestigiosa realtà, ma prima….una carrellata di campagne diventate cult!
CHI FUMA AVVELENA ANCHE TE

Il payoff di questa campagna datata 1975 e destinata alla carta stampata è entrato quasi nel modo di dire comune. Oltre che per il suo famosissimo slogan, possiamo trovare in questa comunicazione quelli che resteranno i tratti distintivi dello stile Pubblicità Progresso: la grafica semplice, il messaggio diretto (l’uso dell’imperativo nei testi è preminente), le immagini di forte impatto. Il bianco/nero è qui una scelta quasi forzata, dati i tempi, ma contribuisce a creare una certa drammaticità che rafforza il messaggio. Notiamo poi la struttura: top text/bottom text, sfondo bianco, lettere nere, font “forte”. Non vi ricorda tanto i meme che sono esplosi 40 anni dopo? Qui la Fondazione esiste da soli 4 anni ma dimostra che avrà un grande futuro.
L’ACQUA È VITA
L’acqua è vita è una campagna del 2012 realizzata per AMREF dove compare il volto storico dell’associazione, il comico Giobbe Covatta. Il tema è stato affrontato più volte, ma resta di scottante attualità. Stavolta è l’ironia di Giobbe a sottolineare la necessità di impegnarsi per aiutare l’Africa ad affrontare il dramma della mancanza d’acqua.
I AMNESTY
Nel 2010 è la volta di Alessandro Gassman per Amnesty International e uno spot che è tutto incentrato sul tema della libertà. Parafrasando Shakespeare, lo stile Pubblicità Progresso è anche qui riconoscibilissimo: l’uso della luce contribuisce a evidenziare il viso dell’attore, in un momento spogliato da qualsiasi altro orpello, per dare forza solo alle parole. La capacità recitativa di Gassman fa praticamente tutto, in un commercial come sempre semplice ma di grande impatto.
#NOPAYGAP
In questo spot del 2018 realizzato per l’associazione Valore D, il focus è sul problema del pay gap (le differenze salariali tra uomo e donna). L’argomento viene affrontato con un tono scherzoso, che però fa riflettere e un po’ indignare. Qui lo stile è più moderno e colorato, cinque donne di varie fasce d’età (dall’adolescente alla pensionata) riportano episodi di vita in cui evidenziano le differenze di trattamento, atteggiamento e stipendio che hanno subìto. Ne ridono, ma ovviamente l’effetto ricercato (e ottenuto) è tutt’altro che comico.
L’HO FATTO PER MARIO
Il testo di questo spot (andato in onda per la prima volta nel 1999 e poi riproposto anche negli anni successivi) è forse tra i più belli di tutte le Pubblicità Progresso. Il problema è la scarsità di donatori di sangue, che si acuisce durante i mesi estivi quando tutti vanno in vacanza. Un ragazzo e un uomo si incontrano in un centro di donatori di sangue. Il ragazzo è nervoso, è la sua prima volta, l’uomo invece è un donatore abituale ed è affabile con il nuovo arrivato. Scambiano qualche parola cordiale, il ragazzo è lì a donare il sangue per Mario, un suo amico. Anche l’uomo lo fa per Mario, nonostante non lo conosca affatto.
Uno spot delicato e ancora una volta semplice, che attraverso il racconto di una situazione quotidiana sottolinea come donare il sangue sia un gesto straordinario, di cui c’è sempre bisogno.
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I 50 ANNI DI PUBBLICITÀ PROGRESSO, L’APPUNTAMENTO A MILANO
In cinque decenni non c’è tema sociale che Pubblicità Progresso non abbia trattato: dalla violenza sulle donne alla lotta contro la droga, dal razzismo al rispetto dell’ambiente fino ad arrivare ad argomenti più “moderni” come l’awareness verso malattie rare o particolarmente invalidanti. La mediateca della Fondazione è consultabile a questo link previa registrazione, ma se volete avere l’occasione di incontrare di persona i membri non potete perdere l’appuntamento del 21 maggio 2022 alla Triennale di Milano.
Il prestigioso spazio espositivo ospiterà una tavola rotonda dove creativi e ospiti dialogheranno sui temi tanto cari a Fondazione Pubblicità Progresso.

Tutte le immagini dell’articolo sono tratte da www.pubblicitaprogresso.org